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ABORTO , FAMIGLIA , SCUOLA : QUANDO LA SOPRAFFAZIONE DEL BAMBINO DIVENTA LEGGE

Il presente pezzo non si occupa solo del tema dell’aborto, con riferimento al quale ho fondato il nostro comitato.

Conseguentemente, le considerazioni (di carattere per lo più giuridico) in esso contenute esulanti da tale tema debbono ritenersi espresse a titolo strettamente personale senza che ciò coinvolga minimamente NO194.

1 ) SCUOLA

E’ entrata in vigore nei giorni scorsi la legge n. 107 del 13-7-2015, denominata, secondo il consueto costume auto-elogiativo degli ultimi governi (ricordiamo tra gli altri “Il decreto del Fare”), “Buona scuola“.

Tale legge contiene norme che incidono pesantemente negli aspetti più intimi della personalità dell’alunno, toccando la sua sfera sessuale, con l’enorme aggravante rappresentata dalle tenera età dell’utente.

Il che è già grave di per sé.

Per i nostri giovani, al limite , sarebbe utile un’educazione sentimentale, che valorizzi il reciproco rispetto e l’accettazione del venir meno del consenso alla frequentazione da parte dell’altro, tanto più necessaria per scongiurare il dilagare del fenomeno del femminicidio, sicuramente molto preoccupante, ancorché caratterizzato da un numero di vittime femminili nettamente inferiore rispetto a quello ascrivibile all’aborto volontario ( la cui legalizzazione, effetto dell’entrata in vigore della 194, ha causato in Italia la soppressione di 3 milioni di concepite, cifra pari al 50% dei 6 milioni di interruzioni volontarie di gravidanza eseguite secondo i dati ufficiali ministeriali).

Come già scrissi alcuni anni fa, a mero titolo di esempio concreto, trovo molto positivo un testo come quello del brano musicale “Le Ragazze”, scritto da Claudio Mattone per i Neri per Caso nel 1995, decisamente efficace nella sua semplicità.

Ma la gravità di tale violazione dell’intimità dei soggetti più deboli, in quanto tali potenzialmente esposti alle devianze degli adulti, si accresce analizzando il contenuto delle disposizioni specifiche in materia, che introducono all’art. 2 comma 16 l’ideologia gender, secondo la quale ciascuno può scegliersi le proprie tendenze sessuali, ritenute frutto di una costruzione sociale, che debbono, viceversa, considerarsi legate alla fisiologia ed alle caratteristiche biologiche della persona, qualunque connotazione esse abbiano.

Si legga per tutti http://www.ilgiornale.it/news/cronache/buona-scuola-ora-legge-gi-scontro-sul-gender-1150198.html .

Ecco che il minore diviene cavia di teorie profondamente invasive di natura fortemente ideologica dirette ad attaccare in particolare l’eterosessualità, tendenza statisticamente di gran lunga prevalente tra gli individui.

2 ) FAMIGLIA

In questi giorni è allo studio del parlamento un disegno di legge sulle unioni civili, anticamera, come avvenuto in Irlanda, della legge che autorizza i matrimoni tra persone dello stesso sesso e del riconoscimento alle stesse del diritto di adottare dei figli.

In ogni caso, sono interventi normativi molto spesso connessi anche temporalmente tra loro me che interessano l’istituto familiare.

Come sopra premesso, fatto salvo l’ovvio rispetto verso gli orientamenti naturali di ciascuno, esprimo in materia le mie personali considerazioni.

A ) NO AI MATRIMONI GAY

Ritengo che un matrimonio siffatto sia inconcepibile dal punto di vista giuridico ed a prescindere da qualsiasi considerazione di carattere religioso.

A tale conclusione si giunge considerando che gli istituti giuridici del matrimonio, della separazione (affievolimento del vincolo coniugale) e del divorzio (cessazione degli effetti civili del matrimonio) prevedono numerose disposizioni che riguardano i figli, i quali ultimi sono elemento ricorrente sul piano statistico nella netta maggioranza delle unioni coniugali.

In ogni caso, il matrimonio implica la possibilità che vi siano figli, eventualità che si verifica tra l’altro con frequenza.

E’ certamente vero che anche in un matrimonio eterosessuale possono mancare figli (per scelta, per ragioni anagrafiche o fisiologiche) come in un incontro di calcio possono mancare goal, ma un conto è chiudere una partita sullo 0-0 un conto è giocare senza porte, il che esclude in sé che si possa parlare di una partita.

Da questa ovvia premessa deriva che tale istituto non può riguardare chi non può fare o far fare figli, salvo che ai diretti interessati venga riconosciuto il diritto di adottare figli, stante l’equiparazione dei figli adottivi a quelli naturali.

B ) NO ALLE ADOZIONI DA PARTE DEI GAY

Un diritto che potrebbe essere riconosciuto solo non tenendo presente il prioritario interesse dei minori, ma i desiderata degli adulti, in contrasto con l’approccio generale consacrato nel nostro ordinamento giuridico.

Ed è alquanto discutibile che coincida con l’interesse del minore poter essere inserito in una famiglia nella quale non siano chiaramente identificabili una figura maschile ed una femminile, con le loro differenti e complementari prerogative a cui gli stessi figli possono ispirarsi nel coltivare le loro tendenze fisiologiche, nella stragrande maggioranza dei casi eterosessuali.

In ogni caso, questa duplice figura, sotto il profilo dell’interesse dello stato, evoca quella capacità potenzialmente riproduttiva che garantisce la continuità e la sopravvivenza di una società, sul piano demografico ed economico.

C ) NO ALLE UNIONI CIVILI

La realtà è che il vero fine di queste battaglie, anche contro ogni logica, è quello di attaccare laicisticamente i valori religiosi, in particolare cristiani, secondo una chiara ispirazione ideologico-culturale.

Non a caso le argomentazioni avverse si fondano spesso sull’invocazione della laicità dello stato, che nulla rileva in questo caso, se è vero che il matrimonio può essere civile e non solo canonico e che esso come istituto sostanziale storicamente preesiste alla discesa di Gesù Cristo tra noi.

Altro esempio di questa strumentalizzazione è rappresentato, per l’appunto, dalle cosiddette “Unioni civili”, finalizzate nell’intenzione dei loro sostenitori ad ampliare i diritti di coloro che non vogliono o non possono sposarsi.

Tale ampliamento nel nostro ordinamento sarebbe del tutto inutile, in quanto il convivente, eterosessuale o omosessuale, può già godere di ogni diritto, mediante la stipula di atti “inter vivos” ai sensi dell’art. 1322 c.c. e mediante testamento per quanto concerne i rapporti “mortis causa”, senza contare, sulle questioni residue, le equiparazioni di legge e conseguenti ad interventi della Consulta già intervenute.

Purtroppo sul tema c’è molta disinformazione, tanto che un laureato in legge, sia pur non fresco di titolo, come Berlusconi il 24-5-15 ha affermato a “Che tempo che fa” che gli omosessuali debbono avere il diritto di subentrare a livello successorio al partner, il che è loro garantito da sempre proprio per via testamentaria, con limitazioni sulla quota sostanzialmente a loro inapplicabili (non avendo di regola coniuge, né figli, in assenza dei quali ultimi è solo previsto un circoscritto diritto di successione dei genitori, casisticamente raro per ovvie ragioni anagrafiche) .

D ) NO AL DDL SCALFAROTTO

Non parliamo, poi, degli interventi legislativi ideologici che sono stati approntati in materia negli ultimi anni, come il DDL Scalfarotto, palesemente incostituzionali.

E’ di tutta evidenza che considerare reato il licenziamento discriminatorio di un dipendente in quanto omossessuale e non per altre ragioni (geografiche interne, politiche, di sesso, religiose, etc, che danno origine solo a conseguenze civili) significherebbe violare il princìpio di eguaglianza di cui all’art. 3 della Carta, in quanto si creerebbe indebitamente una categoria privilegiata di cittadini, in virtù delle loro tendenze sessuali, per dimostrare le quali, tra l’altro, si determinerebbe un degrado dei dibattimenti con imbarazzanti deposizioni testimoniali o mediante il ricorso ad altre prove sulle quali preferisco non dilungarmi.

3 ) ABORTO E CONSIDERAZIONI FINALI

Ciò che accomuna le tre tematiche (interventi sulla sessualità degli alunni, sull’istituto familiare e di legalizzazione dell’aborto volontario) è la mortificazione dei diritti del minore rispetto a quelli dell’adulto.

Diritti che mascherano egoismi, se non capricci o altro.

E’ incredibile il cinismo con cui si parla di “Riconoscimento dei diritti“ con riferimento all’adulto quale titolare esclusivo degli stessi in contrapposizione con il minore, che è il soggetto più debole e , quindi , colui che deve realmente essere tutelato dallo stato anche contro l’interesse dell’adulto.

Il primo fronte da superare è proprio quello che divide coloro che sono consapevoli di questa priorità (quindi della doverosa centralità della figura del minore, su cui si fonda storicamente la nostra civiltà giuridica) e coloro che invece pensano di essere al centro del mondo in quanto adulti e che tutto debba ruotare attorno alla propria condizione, indifferenti verso le esigenze del loro prossimo più debole.

Ma vi è un altro fronte.

E’ quello che distingue coloro che si mobilitano sulle altre due problematiche ignorando il dramma dell’aborto e coloro che si rendono conto di quanto sia immensamente più grave sterminare milioni di bambini che rischiare di incidere negativamente sulla loro educazione e crescita, per quanto in tali problematiche ci siano aspetti comuni, sotto il profilo della sopraffazione del più debole, che non possono essere sottovalutati.

Ecco che se è lodevole impegnarsi nelle due battaglie minori, non si può contraddittoriamente rimanere insensibili a quella che coinvolge direttamente la Vita di coloro ai quali si vuole offrire tutela.

Tra l’altro, e passiamo dalla militanza alla società civile, proprio per questa oggettiva maggiore gravità, che può ben più agevolmente essere percepita a livello popolare, ancor più indipendentemente dalle convinzioni religiose di ognuno, la nostra missione, sia pur durissima, presenta margini di successo senza altro superiori.

Missione finalizzata all’abrogazione referendaria della legge 194, alla quale vi chiedo di aderire iscrivendovi al nostro comitato attraverso il sito www.no194.org e partecipando ai nostri cortei di sabato 10-10-2015 di Milano, con partenza alle ore 15 da piazzale Cadorna, e di Caserta , con partenza alle ore 16,30 da piazza Vanvitelli.

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194 e omonima associazione

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IL CORTEO DEL COMITATO NO194 DEL 11-4-15: DALLA BATTAGLIA FONDAMENTALE PER LA NOSTRA CIVILTA’ UN INVITO AI CATTOLICI A REAGIRE AL LORO STERMINIO CULTURALE

Si è svolto sabato 11-4-15 a Milano e Caserta il nostro terzo corteo nazionale, finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nostra iniziativa referendaria per l’abrogazione della legge 194, a cui si può aderire tramite il sito www.no194.org .

Il discorso introduttivo dell’evento milanese è riportato nel seguente link:

https://www.youtube.com/watch?v=uRl9LozTCO0&app=desktop

La cronaca della manifestazione campana è riferita nell’articolo sottostante:

http://www.caserta24ore.it/11042015/caserta-al-corteo-per-la-vita-contro-laborto-il-vescovo-mons-angelo-spinillo/#more-48181

Il corteo era aperto a coloro che condividono tre concetti di fondo: che l’aborto è la soppressione di un individuo e non di un grumo di cellule, che l’interruzione volontaria di gravidanza non deve essere legalizzata e che l’abrogazione della legge abortista 194 può avvenire solo per via referendaria.

Sul secondo e terzo passaggio sorgono tutte le divisioni del pro life italiano, divisioni che si fondano su differenze molto nette e sostanziali e non su dettagli secondari e trascurabili, come non riescono a comprendere tutti coloro che straparlano di praticabile unità del pro life nazionale, al limite solo fittiziamente configurabile sotto forma di comune presenza in manifestazioni demagogiche, generiche e prive di obiettivi concreti, nelle quali non a caso sono del tutto assenti contestazioni.

Se volete avere un esempio di una persona che non potrebbe mai aderire al comitato no194 per carenza del terzo requisito, leggete il seguente articolo scritto da un pro life sul nostro corteo , per il quale l’istituto del referendum non esiste , ma solo il parlamento, e che partendo da questo incredibile presupposto fa pure il professorino : http://www.lanuovabq.it/it/articoli-aborto-e-kill-pill-tra-testimonianze-e-nuovi-paradossi-12351.htm .

Non siamo generosi senza cervello, è vero siamo generosi ma il cervello lo usiamo meglio e più di altri.

L’indicato fine, la divulgazione della nostra iniziativa, è stato pienamente raggiunto, come dimostrano le decine (personalmente ne ho isolati una cinquantina) di articoli sull’evento pubblicati sul web da tutti i siti, anche di quotidiani prestigiosi, si vedano tra i tantissimi:

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_aprile_11/cordusio-tensione-sentinelli-no-194-sfiorato-scontro-60d9c146-e06f-11e4-b0b6-cf60ff032a1c.shtm

http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/04/11/news/milano_momenti_di_tensione_per_il_doppio_corteo_pro_e_contro_l_aborto_la_polizia_impedisce_il_contatto-111710523/

http://www.ilgiorno.it/milano/corteo-no-aborto-1.842275

A dimostrazione del fatto che non fosse la nostra una manifestazione demagogica e insignificante, abbiamo avuto eterogenee contestazioni, alcune comprensibili, altre meno, sotto documentate:

http://www.mi-lorenteggio.com/news/36020

Erano certamente comprensibili le manifestazioni contrarie di coloro che si riconoscono esplicitamente in una tradizione comunista (a partire da Rifondazione, ma non solo), se è vero che il primo paese nel quale l’aborto volontario è stato legalizzato è l’Unione Sovietica nel 1921, manifestazioni del resto ufficialmente preannunciate, come si può notare sotto:

http://www.rifondazionemilano.org/nws/mobilitazione-in-difesa-della-legge-194/

http://proletaricomunisti.blogspot.it/2015/04/pc-12-aprile-contro-la-marcia-dei-no.html

Una presenza estesa a coloro che sono nati dal vecchio Pci, anche se oggi governano il paese applicando princìpi berlusconiani, per quanto una parte consistente dei propri elettori non ne sia consapevole:

http://www.radiolombardia.it/rl/news.do?id=58045

Assai meno comprensibili sul piano razionale le proteste di organizzazioni vicine agli ambienti omosessuali, si veda:

https://www.facebook.com/events/1514539142127374

Infatti se un omosessuale ed una lesbica sono veramente tali non possono fare o far fare dei figli, quindi non possono essere protagonisti di un evento abortivo.

Queste prese di posizione rischiano, con effetti presumo controproducenti per gli interessati, di avvalorare la tesi secondo cui costoro semplicemente detestano i bambini, come forse si potrebbe desumere dal loro impegno diretto ad indottrinarli con programmi scolastici “ad hoc” fin dalla più tenera età per convincerli che ciascuno può scegliere “ad libitum” i suoi orientamenti, in spregio alle proprie tendenze fisiologiche, che dovrebbero viceversa essere rispettate, in quanto innate.

A prescindere da ciò, a mio avviso, fermo restando il rigetto di ogni forma di violenza, se non riconducibile alla legittima difesa, riconosciuta per legge a tutti, queste contestazioni vanno affrontate guardando in faccia i loro autori e non rimanendo silenti, immobili, con la testa bassa e inverosimilmente concentrati su altro anche a fronte di insulti, sputi e aggressioni.

Noi non dobbiamo vergognarci di nulla poiché esercitiamo il diritto di manifestare le nostre opinioni, che, per giunta e nel merito, sono dirette ad affermare l’ulteriore diritto di nascere, basilare per la Vita di ciascuno.

Se continueremo ad annullarci, anche con deboli ed intimoriti atteggiamenti, di fronte alle nostre aggressive controparti subiremo uno sterminio culturale e legislativo ben peggiore rispetto a quello fisico che i cristiani stanno pagando per la loro fede in alcune parti del pianeta, in quanto non frutto di una soccombenza locale ed occasionale, ma progressiva, irreversibile e generalizzata.

Coloro che condividono la nostra battaglia per la difesa della Vita nascente, abrogazionista e referendaria, si uniscano a noi orgogliosi delle proprie idee in occasione delle nostre prossime manifestazioni, a partire dalle 9 ore regionali di preghiera all’esterno degli ospedali indicati sul sito il primo sabato dei mesi dispari, dalla 9 ore nazionale del 13-6-2015 , ore 9-18 , di fronte all’ospedale Maggiore di Bologna e in vista dei prossimi cortei di Milano e Caserta del 10-10-2015 , ore 15 , con partenza sempre e rispettivamente da piazzale Cadorna e piazza Vanvitelli .

Ogni partecipante sarà considerato uno di noi, essendo vani e degni di ilarità tutti i tentativi di indurci a rinnegare parte dei nostri sostenitori con argomentazioni non riconducibili al loro comportamento, poiché per il nostro comitato la lealtà e la riconoscenza sono due valori intangibili.

 

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194 e omonima associazione

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LE DIFFERENZE TRA IL FALSO ABROGAZIONISMO MARCISTA ED IL PRO LIFE CULTURALMENTE ANOMALO DI ADINOLFI E FERRARA:QUANDO LA 194 E’ RITENUTA SACRA DAI DIFENSORI DELLA VITA

1 ) Abbiamo sottolineato nel precedente intervento sul nostro sito www.no194.org e su Radio Spada come gli organizzatori della Marcia per la Vita utilizzino l’auspicio dell’abrogazione della legge 194 come mero specchietto per le allodole onde attrarre partecipanti alla propria manifestazione , senza avere nessuna intenzione di procedere in direzione di quel fine abolizionista, non solo perché non appoggiano ed hanno anzi sempre osteggiato apertamente la nostra iniziativa , unica che mira concretamente ad ottenere quel risultato , attraverso lo strumento referendario , ma anche perché loro stessi indicano una diversa via , quella parlamentare , l’unica alternativa possibile in astratto , riconoscendo nel contempo che essa non sia praticabile in concreto .

Si veda al riguardo e da ultimo, la recente intervista del 4-1-15 alla portavoce dell’evento, in cui la stessa, individuando espressamente l’ambito politico-parlamentare come quello in cui giocare la partita , ha dichiarato sulla Marcia che “l’obiettivo che essa si propone è giungere all’abrogazione della legge 194”, ma che , “Non è ragionevole pensare di cogliere risultati significativi a livello politico in così poco tempo, soprattutto in un clima generale di attacchi sistematici alla famiglia ed alla vita, che arrivano non solamente dagli organismi nazionali ma anche e soprattutto da quelli sovranazionali (https://dub122.mail.live.com/?tid=cm4zH9sWqT5BGRcAAiZMHNFg2&fid=flinbox  ) .

E’ l’atteggiamento del vegetariano inconsapevole che si reca a comprare un chilo di carne dal calzolaio per poi concludere che la carne non è in vendita e quindi che non è consumabile .

Di qui la nostra mancata adesione alla Marcia per la Vita , evento che non si propone come finalizzato a sostenere l’unica iniziativa in concreto diretta a quell’obiettivo  abrogazionista , la nostra , ma che si configura come concorrenziale rispetto ad essa , consolidando la 194 , secondo il volere di quegli ambienti parlamentari e non solo , di cui quella manifestazione è espressione , che temono divisioni nella società e nelle istituzioni , non solo di carattere politico , e quindi vedono di buon occhio una marcia del tutto innocua , finalizzata ad imbrigliare le spinte innovative presenti nella società secondo le regole tipiche del gattopardismo e in linea con le tendenze relativiste dei suoi organizzatori .

Una realtà ormai evidente a tutti , o quasi .

Tra i tutti segnalo anche ( ad integrazione del presente pezzo ) l’autore di un articolo pubblicato in questi giorni significativamente su un sito il cui direttore si era scagliato più volte in passato contro il sottoscritto, accusandolo di aver tacciato di relativismo l’artefice della Marcia per la Vita Francesco Agnoli , da lui considerato (con grande lungimiranza) un guru intoccabile (pena la censura) del tradizionalismo cattolico, garanzia dell’autenticità della manifestazione ( http://www.riscossacristiana.it/balilla-crociati-dellonorevole-mario-adinolfi-di-pucci-cipriani/ ) .

2 ) Di ben altro spessore è il pro life culturalmente anomalo , proveniente da atei o da cattolici impegnati da sempre in formazioni politiche radicalmente laiciste .

In passato abbiamo avuto l’impegno e l’iniziativa politica di Giuliano Ferrara , che ha demonizzato l’aborto , difendendo però la 194 , in quanto la sua abrogazione , a suo dire, diffonderebbe di nuovo e pericolosamente  la piaga dell’aborto clandestino ( cfr http://no194.org/?m=201202  ) .

Un percorso comunque lodevole da parte di chi è partito da posizioni marxiste , a prescindere dai risultati ottenuti dal suo partito alle consultazioni legislative nazionali del 2008 .

Una figura analoga è quella di Mario Adinolfi , blogger , giornalista , scrittore e giocatore di poker, fondatore del PD , candidato alla segreteria nazionale nelle primarie originarie del partito del 2007 , membro della commissione che ne ha scritto lo statuto e della direzione nazionale , nonché parlamentare dello stesso .

Si legge in un articolo pubblicato da la Repubblica il 30-6-2008 , che ne traccia il profilo traendo spunto dagli interventi sul suo blog  : Pugno duro sul tavolo in difesa della legge 194; voce alta a salvaguardare i diritti degli omosessuali , richiesta di modifica della legge 30 , sul modello ipotizzato da Tito Boeri; e ancora abolizione di centri di spesa definiti “Inutili” come le Province, ma su un punto Adinolfi non è mai voluto retrocedere di un centimetro: ” Il Pd deve essere un partito laico, che segnali l’impossibilità di ingerenza di qualsivoglia autorità religiosa nelle scelte di una democrazia” (http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/politica/partito-democratico-18/adinolfi-poker/adinolfi-poker.html ) .

Egli , ora , attacca l’aborto ed il diritto di abortire , ma precisa a scanso di equivoci

che non vuole abrogare la 194 (cfr http://www.campariedemaistre.com/2014/03/se-un-cattolico-di-sinistra-vuole-la.html) e che essa non è abrogabile (cfr https://www.facebook.com/notes/mario-adinolfi/voglio-la-mamma-cap-3-laborto-non-e-un-diritto/10152088800975944 , si leggano i suoi commenti sotto il pezzo ) .

I rapporti tra i due sul tema di nostro interesse non sono proprio idilliaci  ( cfr http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2015/01/21/media/il-foglio-e-il-popolo-di-milano  ) .

Certo Ferrara in occasione delle politiche del 2008 ci ha rimesso di tasca propria una somma equivalente ad un miliardo di vecchie lire e Adinolfi sta promuovendo libri , ma l’impegno di entrambi è apprezzabile .

Essi confermano quanto abbiamo sostenuto sin dall’inizio della nostra azione e dalla costituzione del comitato , vale a dire che le nostre tesi sono validissime anche sul piano razionale ed a prescindere da dettami religiosi , che pur nobilitano di molto questa battaglia , utilizzando , non certo copiandoci , argomentazioni comuni che sono in parte riconducibili a princìpi di sinistra (difesa del più debole e valorizzazione della persona sulla logica del profitto su tutti) .

Ciò che li differenzia dal marcismo è , ferma restando ogni critica sotto il profilo della coerenza , la trasparenza .

Non si dichiara di voler abrogare la 194 comportandosi poi in modo contraddittorio ed incompatibile con tale proclamato fine , la si difende o comunque la si considera intoccabile pur essendo contro l’aborto .

Un atteggiamento già adottato da decenni, dopo l’esito negativo del primo referendum del 1981, dal pro life moderato, che si presenta come tale, cattocomunisticamente ispirato come è , senza sostenere posizioni radicali di segno opposto .

Invitiamo gli abrogazionisti , quindi antiabortisti secondo dizionario e non semplici pro life , che ancora non lo avessero fatto ad aderire al nostro comitato attraverso il sito www.no194.org .

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194  e omonima associazione

 Pubblicato su www.radiospada.org il 1-2-2015

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MARCIA PER LA VITA 2015 : IL GATTOPARDISMO PARLAMENTARE E LA MANCATA ADESIONE DEL COMITATO NO194

Vorrei ad un tempo creare un neologismo e darne una definizione .

Faccio riferimento al “ democristianismo “ , inteso come fenomeno avente una componente relativista-falso intransigente sui valori ed una componente lodevolmente pragmatista nello studio dell’ambito politico-normativo in cui quei valori possono essere fatti valere .

Siamo a inizio anno , ma già alcuni siti di area cattolica si stanno scatenando con la solita bolsa retorica sulla Marcia per la Vita , che si svolgerà nel maggio prossimo , condita di appassionato entusiasmo verso un evento che è destinato a non mutare assolutamente nulla in materia , come dimostrano oltre 40 anni di analoghe manifestazioni pro-life statunitensi ed europee , e che , non a caso , è totalmente ignorato da tutti i media nazionali , in quanto ritenuto insignificante .

A nulla vale , al contrario , la morbosa ansia di contarsi , per usare le parole di un cantore della manifestazione  , dei siti che la sponsorizzano in modo frenetico , che si traduce ogni anno nel dichiarato incremento di 10 000 unità dei partecipanti , che , in realtà , si attestano in totale proprio attorno a quest’ultima cifra .

Seguendo questo scontato computo , già oggi sappiamo che i partecipanti dichiarati quest’anno saranno 60 000 .

Non occorre , infatti , essere laureati in sociologia , con specializzazione nel studio della realtà italiana , per intuire che analoga ( per location e data di svolgimento ) manifestazione di segno contrario ( in difesa della 194 ) raccoglierebbe almeno un milione di persone, vista la capacità di mobilitazione del blocco sinistre -sindacati –femministe -centri sociali e accessori .

A nulla , dunque , valgono le appassionanti diatribe su chi abbia il merito di aver creato una formula copiata dal resto del mondo occidentale , con scambi di insulti a cui abbiamo assistito nei mesi scorsi ( cfr http://www.riscossacristiana.it/una-lettera-di-roberto-de-mattei-utili-precisazioni-dopo-il-comunicato-su-facebook-di-francesco-agnoli/) , a dimostrazione , alla pari delle innumerevoli scissioni che hanno interessato realtà diverse dalla nostra , di come la litigiosità d’area non sia certo imputabile al comitato NO194 .

A nulla , infine , valgono le recenti dichiarazioni ufficiali della portavoce della Marcia , secondo cui “l’obiettivo che essa si propone è giungere all’abrogazione della legge 194” , poiché , come sottolinea la stessa , “Non è ragionevole pensare di cogliere risultati significativi a livello politico in così poco tempo, soprattutto in un clima generale di attacchi sistematici alla famiglia ed alla vita, che arrivano non solamente dagli organismi nazionali ma anche e soprattutto da quelli sovranazionali“(https://dub122.mail.live.com/?tid=cm4zH9sWqT5BGRcAAiZMHNFg2&fid=flinbox  ).

A parole il meglio del democristianismo ed il meglio dell’anti-democristianismo .

Invero , la reale finalità dell’evento è rivelata esplicitamente tra le righe delle parole di cui sopra , ed è quella di ottenere quei risultati nel “ lungo tempo “ ed a “ livello politico “ , vale a dire parlamentare , attraverso lo strumento che la politica può utilizzare per agire a livello legislativo .

Chi di voi pensa che il parlamento italiano , immobile da oltre trent’anni sulla 194 , un giorno la abrogherà ?

Se gli organizzatori della Marcia lo pensano per davvero commettono un palese , enorme errore di analisi , se non lo pensano si muovono in linea con quegli stessi ambienti parlamentari , che hanno tutto l’interesse ad imbrigliare iniziative , come la nostra , referendaria , che prescindono dal potere politico-partitico per restituire ai cittadini la parola su ciò che riguarda direttamente la Vita dei propri simili .

Non a caso gli artefici di questa manifestazione ( entrambi i protagonisti della diatriba sopra evocata) ed i loro siti hanno sistematicamente attaccato la nostra iniziativa (http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2049 , http://www.segnideitempi.org/la-battaglia-della-vita-linee-di-pensiero-e-di-azione/cultura-e-societa/la-battaglia-della-vita-linee-di-pensiero-e-di-azione/    ) e nella loro storia hanno collaborato e collaborano con forze politiche , organizzando anche di recente manifestazioni con formazioni governative a favore della famiglia .

Non a caso nella conferenza che annualmente viene organizzata a margine della Marcia sono chiamati a parlare esponenti abortisti o pro life moderati , che difendono la 194 in tutto o in parte , mentre gli abrogazionisti , dopo essersi occupati dell’organizzazione e del servizio d’ordine , vengono accuratamente nascosti sotto il tavolo ( si veda http://no194.org/?p=965 )  .

Non a caso , come ben sa chi come il sottoscritto è stato presente ( nelle prime tre edizioni ) all’evento per raccogliere adesioni al proprio comitato , nel contattare un elevato numero di partecipanti ci si sente rispondere da una parte di essi : “ La donna non dev’essere colpevolizzata , processata o condannata , occorre rimuovere le cause socio-economiche che portano all’aborto “ e tutto il campionario di luoghi comuni che caratterizza la retorica abortista e che può esprimersi solo in conseguenza della matrice ambigua della manifestazione .

Chi forse non comprende in lingua italiana la differenza tra antiabortista ( quindi , come da dizionario , abrogazionista ) e pro-life ( colui che auspica semplicemente che una gravidanza si concluda con una nascita e non con un aborto , senza discuterne la legalizzazione o sostenere le vie praticabili per rendere illegale l’aborto volontario ) , può fare una ricerca nel web sul dibattito presente in USA da tempo tra “abolizionisti“ e , per l’appunto “pro life “ .

Un dibattito ben più franco e meno ambiguo di quello presente nel nostro paese , paese del resto che ha dato i natali a Machiavelli .

Il confronto non è tra coloro che marciano per la Vita e quelli che marcerebbero per la morte , categoria , quest’ultima , nella quale si potrebbe riconoscere solo qualche decina di satanisti in tutto il paese , ma tra coloro che vogliono ottenere il riconoscimento del diritto alla nascita ( escluso il caso impraticabile del pericolo di Vita della madre che porti a termine la gravidanza , già risolto a favore di quest’ultima prima della entrata in vigore della 194 ex art. 54 c.p. ) e quelli che rivendicano il diritto di scelta della potenziale madre .

Queste formule furbette e demagogiche inebriano qualche mente confusa , accrescono i partecipanti e sono ben viste per la loro inconsistenza da certi ambienti di potere , non solo politico , in quanto tali da non turbare la pace sociale a danno dei più deboli , imbrigliando spinte realmente innovative e politicamente non corrette .

Inequivocabilmente ed emblematicamente i nostri cortei , a partire dal prossimo di sabato 11-4-15 , con partenza alle ore 15 da piazzale Cadorna a Milano e da piazza Vanvitelli a Caserta , e le nostre manifestazioni ( ben 16 annualmente ) sono denominati a favore “dell’abrogazione per via referendaria della legge 194“ .

Ciò premesso , è di tutta evidenza che il nostro comitato ( che conta oltre 20000 iscritti in tutto il paese , oltre un migliaio di attivisti che partecipano ai nostri eventi e quasi 3000 aderenti che si dichiarano pronti ad aiutarci nella raccolta ufficiale delle firme per il referendum)  , anche formalmente , non può aderire alla Marcia per la Vita e lo dico per prevenire valutazioni che ci attribuiscano quella ambiguità che noi imputiamo agli altri .

E’ , in particolare , evidente a chiunque che tale adesione è incompatibile con un evento i cui organizzatori :

-dichiarano che esso avrebbe come fine l’abrogazione della 194 , ma si oppongono all’unica iniziativa , la nostra , finalizzata da ora nel nostro paese a tale obiettivo ;

-sostengono , per giunta , attraverso esso la necessità-opportunità di rinviare “ sine die “ (verso un futuro che si ritiene ad oggi di impossibile realizzazione) questa azione (abrogatrice) , attribuendola poi in modo dichiarato ad un potere ( quello politico-parlamentare ) esterno al corpo elettorale e , quindi , ad un comitato referendario ( in costante crescita di risorse umane ed economiche ) già costituito per operare al più presto in tale direzione , alla luce delle  modifiche legislative in materia referendaria che renderanno l’abrogazione ben più agevole .

Non saremo noi gli utili idioti che contribuiranno a far crescere una manifestazione organizzata per addomesticare spinte che andrebbero parzialmente altrimenti ( se non distratte nell’illusorio intento di condizionare con una marcia in sé il potere parlamentare in senso abrogazionista ) nella nostra direzione, fatte salve le scelte individuali che ogni nostro aderente riterrà di fare a titolo strettamente personale .

L’appoggio alla Marcia ci sarà solo quando ( vale a dire mai ) gli organizzatori della stessa inviteranno i partecipanti ad aderire al nostro comitato , attraverso il sito www.no194.org , coerentemente con quello spirito critico verso la legge che esprimono da anni nelle loro pubblicazioni distribuite in vendita al pubblico .

Noi dobbiamo lavorare per i nostri obiettivi e non per quelli a noi contrari , per le nostre numerose manifestazioni ( elencate in dettaglio nel nostro sito sotto “ Corteo , 9 ore etc. “ ) e non per eventi che si contrappongono alla nostra azione .

 Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194  e omonima associazione

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SECONDO I “ PRO LIFE “ DURI E PURI OCCORRE PRUDENZA PERCHE’ LA LEGGE 194 AVREBBE UNA COMPONENTE UMANITARIA : COMBATTETE CON NOI PER UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO

Nota è la distinzione tra antiabortista ( che secondo dizionario è colui che non accetta la legalizzazione dell’aborto e che , quindi , in un paese dove l’aborto è autorizzato è abrogazionista ) e pro life ( colui che abrogazionista non lo è o che , al di là dei proclami , si oppone ad iniziative abrogazioniste concretamente attuabili con qualsivoglia motivazione , spesso ricorrendo anche alla censura , quindi non solo con parole ed opere , ma anche con mirate e rivendicate omissioni , operando di fatto all’interno dell’area come collaborazionista degli abortisti espliciti ) .

Alla prima categoria appartiene il nostro comitato ( che conta oltre 20 000 iscritti ) , alla seconda il resto del panorama di area ( assai meno rappresentato ) .

In questi mesi i pro life hanno pubblicato un loro manifesto ( da ritenersi tale sia per le intenzioni degli autori , che nello stesso titolo dichiarano di indicare “ punti fermi e strategie chiare “ , sia per il nome dei medesimi e la loro rappresentatività ) che potete leggere cliccando di seguito :

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-mondo-pro-vitapunti-fermie-strategie-chiare-8510.htm

Gli autori sono il chirurgo dott. Renzo Puccetti ( membro del comitato Marcia per la Vita ) e padre Giorgio Carbone , frate domenicano di Bologna ( ideologo spirituale del comitato Verità e Vita , organizzazione che significativamente svolge in quel convento domenicano le proprie assemblee nazionali , aperte dallo stesso Carbone ).

Il loro manifesto ha ricevuto l’imprimatur dell’artefice dichiarato della Marcia per la Vita , che ha spiegato a tutti il suo contenuto , per chi non lo avesse ben compreso (http://www.libertaepersona.org/wordpress/2014/03/strategie-pro-life/ ) .

Altro che Movimento per la Vita , questa è gente che fa sul serio .

In questo manifesto , dove si utilizza il termine intelligenza per distinguere l’assunto che lo caratterizza dai diversi orientamenti e dalle diverse strategie seguiti in materia , si afferma che occorre evitare di attaccare direttamente la 194 , in quanto in tal modo si pregiudicherebbe la componente umanitaria ( positiva ) di questa legge , che si contrapporrebbe ad una sua componente libertaria ( negativa ) .

Sarebbe agevole per me ironizzare sulla comprensione di un testo giuridico da parte di un chirurgo ed un teologo ( che nella vita si sono dedicati ad altri interessantissimi e delicatissimi ambiti, sui quali riconosco forse con maggiore umiltà la mia incompetenza e nella cui trattazione , quindi , mi asterrei da invocare a mio sostegno una presunta superiorità intellettiva ) , ma da cattolico fervente preferisco non addentrarmi in questa via , proprio per la posizione che ricopre uno dei due interessati.

Già la premessa , condivisa da diversi giuristi , secondo cui la 194 sarebbe la naturale figlia della sentenza n. 27 della consulta del 1975 è a dir poco discutibile , giacché in quella pronuncia si invoca ripetutamente e testualmente un “ bilanciamento “ ( per quanto non equo ) tra il diritto di nascita del concepito ed il diritto alla salute della gestante , del tutto assente nella legge , la quale deve , quindi ed al contrario , ritenersi in contrasto con quella decisione .

Entrando nel merito ed a prescindere dalla premessa , mi limito ad osservare che risulta davvero arduo individuare una componente umanitaria in una normativa :

a ) che riconosce il diritto di abortire liberamente nei primi 90 giorni di gravidanza , anche per mere ragioni economiche , morali , familiari e sociali , quindi per qualsiasi motivo , indipendentemente dalle condizioni di salute della donna ;

b ) che nel periodo successivo ( quindi dopo il terzo mese di gravidanza e senza alcun termine finale esplicito , stante l’indeterminatezza della “possibilità di vita autonoma del feto“ di cui all’ultimo comma dell’art. 7 ) sancisce tale diritto di aborto non solo nella sacrosanta ipotesi ( già tutelata ex art. 54 c.p. anteriormente all’entrata in vigore della 194 ed inattaccabile costituzionalmente , come giustamente sottolineato dalla Consulta anche nel 1981 prima del precedente referendum ) di grave pericolo di vita della gestante che porti a termine la gravidanza , ma anche allorché siano accertatati processi patologici che determinino un grave pericolo ( si badi bene , non gravi conseguenze ) per la salute fisica e psichica della donna ( salute in sé , dunque la lettera della legge contempla tutte le patologie , emicrania , obesità e depressione comprese ) .

Tra l’altro , secondo la pronuncia n. 22837 della Cassazione , le “ rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro “ , pure evocate dal 6 lett. b ) , potrebbero incredibilmente valere già come presunzione “ iuris tantum “ di questo grave pericolo per la salute della donna , il che attesterebbe in pratica la legalizzazione ad ogni effetto nel nostro paese dell’aborto eugenetico , da escludersi in una concreta fattispecie solo in caso di prova contraria .

Nulla , pertanto , vi è di umanitario in questa legge , che deve essere abrogata attraverso l’unica via praticabile , quella referendaria , nulla vi è da temere , da difendere o da perdere , si deve solo combattere da subito senza attendere tempi che non si riesce a comprendere quando e perché mai potranno essere migliori e senza dare a tale azione alcun termine finale o carattere di irripetibilità , utilizzando l’unico mezzo che l’ordinamento ci offre , riproponibile dopo un quinquennio .

Iscrivetevi a tal fine al nostro comitato attraverso il sito www.no194.org o , se già iscritti , aiutateci fattivamente e con spirito di militanza operando presso i nostri comitati locali , senza lasciarvi disincentivare da analisi e valutazioni erronee , del tutto destituite di fondamento e , nella migliore delle ipotesi , alquanto discutibili .

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194  e omonima associazione

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