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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : APARTITICITA’ DELL’INIZIATIVA ED ESIGENZE DI DIVULGAZIONE

L’iniziativa neoreferendaria che ci riguarda ha un carattere fisiologicamente apartitico ed apolitico .

Apartitico già in quanto essa non è stata promossa da un partito ma da un privato , come il sottoscritto , non iscritto a formazioni politiche ( né ad associazioni o movimenti , tra l’altro ) e mai candidato in consultazioni elettorali ( neppure in elezioni circoscrizionali ) .

Corollario di tale apartiticità è , anzitutto , la mancanza di quei consistenti mezzi organizzativi ed economici di vario tipo ( pensiamo ai rimborsi elettorali , per tacer d’altro ) di cui si sono potuti avvalere in pratica tutti i comitati referendari in questi decenni , espressione diretta delle decisioni assunte dai vertici di partito .

Non puoi raccogliere 1 200 000 firme in 40 giorni ( pensiamo all’azione referendaria contro l’attuale legge elettorale ) se non hai alle spalle floride forze politiche che operano , di regola , perseguendo finalità pure strettamente politiche .

Finalità nelle quali si faticano a rintracciare motivazioni ideali ( di fatto in Italia nessun partito , quanto meno tra i maggiori , è rigorosamente e coerentemente favorevole alla scelta da parte dell’elettore sia del parlamentare che del governo ) .

Ma l’apartiticità implica anche un’assoluta libertà di movimento e di rivolgersi potenzialmente ad ogni singolo e ad ogni coscienza , senza che nulla possa essere obiettato circa le scelte compiute da altri , su temi eticamente sensibili e non .

L’apoliticità , poi , presuppone la mancata adesione ad una coalizione .

Per quanto mi riguarda , non fatico certo ad immedesimarmi in questa linea , giacché , se si svolgesse domattina una qualsiasi consultazione elettorale , non saprei quale scelta operare , non sussistendo nel pur variegatissimo panorama nazionale una sola forza della quale condivida tutte ( o quasi tutte ) le posizioni assunte sulle questioni etiche , economiche , istituzionali, in materia di giustizia , lavoro , ordine pubblico e politica estera .

Il singolo aderente , peraltro ed ovviamente , può trovarsi in una situazione ben diversa , quale quella di fedele elettore o addirittura di iscritto ad un partito politico .

Ogni aderente ha la medesima dignità , essenziale essendo solo il rispetto dei princìpi contenuti nel manifesto dell’operazione , che sottolinea come la stessa sia abrogativa , referendaria e non negoziabile ( nessun tatticismo sulla vita altrui ) .

L’ereticità di eventuali posizioni , significativamente difformi , può essere agevolmente opposta e comprovata sulla base del loro confronto con le tesi riportate sul sito www.no194.org ( attraverso il quale anche si raccolgono le adesioni ) .

Orbene , proprio il carattere apartitico ed apolitico della nostra battaglia e la conseguente necessità di non compiere discriminazioni tra le diverse forze , impone un duplice obbligo :

a ) quello di non invitare esponenti di partito in quanto tali come relatori a conferenze da noi organizzate ;

b ) quello , di contro , di accettare qualsiasi invito proveniente da formazioni politiche , con il solo limite rappresentato da ragioni di ordine pubblico che mettano in pericolo l’incolumità dei partecipanti .

Sotto tale ultimo aspetto , è sin troppo evidente che , se si è estranei alle problematiche politiche , non si possono effettuare dei distinguo , che sarebbero fondati su logiche che nulla hanno a che vedere con lo scopo dell’operazione .

Contrariamente ragionando , tra l’altro , si dimostrerebbe di non aver compreso l’importanza della divulgazione delle nostre tesi e , soprattutto , dei nostri concreti obiettivi .

Un’esigenza tanto più stringente in una realtà fortemente discriminatoria come quella con la quale siamo chiamati ad operare , nella quale agli avversari ideali ( dotati di grandi mezzi economici , sostenuti da potenti lobbies e , soprattutto , appoggiati dalla quasi unanimità di media e di gestori dell’informazione ) si ne aggiungono altri ( meno organizzati , ma più motivati e agguerriti ) , che dovrebbero appartenere ad un’area politico-culturale sensibile alle posizioni sottese alla nostra operazione .

Non possiamo sapere quali siano le ragioni di tale atteggiamento .

Va da sé che tanto più lungo sarà il cammino che riusciremo a percorrere , con il conseguente progressivo obbligo per tutti di prendere chiaramente posizione sulla condivisione di un’iniziativa inequivocabilmente ed esclusivamente diretta all’abrogazione della 194 , tanto più gli interpreti e beneficiari ( non solo all’interno del mondo politico ) della mera linea del meno peggio e gli autori di inutili ( se ed in quanto privi di prospettive concrete ) sermoni a difesa della vita ( magari effettuati in fiduciosa attesa di apocalittiche conversioni di massa ispirate dal fato e non dalla promozione di iniziative concrete che, avendo come oggetto i diritti dei singoli , aprano un vasto dibattito pubblico ) riveleranno pubblicamente la debolezza del loro pensiero ( che accomuna molti pro life tradizionali e taluni antiabortisti sedicenti duri e puri , più o meno compromessi con partiti e politici ) o la loro incoerenza , se non , nei casi più gravi , la loro cinica ipocrisia . 

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 30-11-2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : L’IMPORTANZA DELLA CULTURA E DEGLI INTERVENTI SOCIO-ASSISTENZIALI

Qualcuno ci ha obiettato , soprattutto agli inizi del nostro cammino , che l’aborto si combatte per via culturale e sociale , non legislativa .

Obiezione davvero incomprensibile .

Il fenomeno abortivo è un dramma , un’opinione pressoché da tutti condivisa .

Ecco che la distinzione abortisti-antiabortisti , se sintetica e semplificatrice , si rivela in realtà inefficace .

Nessuno può essere considerato favorevole ad un fenomeno che ritiene connesso ad un dramma .

La distinzione è tra coloro che riconoscono alla donna il potere di vita e di morte sul proprio figlio , ritenendolo automaticamente un oggetto di sua esclusiva proprietà , e coloro che considerano il concepito un individuo e che ritengono opportuna la sua tutela giuridica , tanto più doverosa in quanto rivolta verso l’ultimo tra gli ultimi , il più debole .

Essendo il primo orientamento recepito pienamente nella legge 194 , il secondo può essere sostenuto necessariamente chiedendo l’abrogazione di tale normativa , abrogazione che si può ottenere , di fatto , esclusivamente per via referendaria , stante l’inerzia del mondo parlamentare , consolidata da oltre un trentennio .

E di fatto rientrano nel primo orientamento tutti coloro che si astengono dall’aderire ad una iniziativa , come la nostra , che ha già ottenuto oltre 4 000 adesioni .

Elogiare una legge o contemplarla , con rispetto o con sterili critiche , significa rafforzarla .

Tanto più si stigmatizza una normativa senza agire contro la stessa ( neppure aderendo ad un’operazione abrogativa già promossa da altri o quanto meno appoggiando tale operazione indirettamente mediante l’invito ad aderirvi ) tanto più si alimenta il mito della sua intoccabilità .

La mera critica culturale , che non a caso ho escluso nel nostro manifesto come obiettivo della associazione no194 ( la quale ha invece il solo fine abrogativo-referendario della legge , non negoziabile ) oltre ad essere sterile e fine a se stessa , non converte , limitandosi ad arricchire la preparazione di appartenenti alla propria area .

La conversione ( dall’indifferenza o da posizioni opposte ) può essere frutto solo del dibattito e il dibattito non può essere imposto dall’alto , né . in democrazia si può pensare ad un indottrinamento coattivo di massa .

Un vasto dibattito ( pubblico e interiore ) può sorgere solo da un’iniziativa che abbia come oggetto la vigenza o meno dei diritti dei cittadini , tra cui il diritto di sopprimere il proprio figlio durante la gravidanza .

Iniziativa che , poi , può ( anzi deve ) essere pubblicizzata e descritta , come abbiamo la fortuna di fare tramite questa eccellente rivista .

Non è , quindi , sterile criticare una legge , ma limitarsi a criticarla , ed è poi contraddittorio dopo tale censura nel merito non attivarsi per la sua abrogazione o non aderire ad un’iniziativa ( tanto più se avviata ) promossa in tal senso .

Ecco il limite della cultura nella forma del dissenso culturale .

Una legge ha un forte impatto educativo , stabilendo quando una condotta è lecita o meno .

Far riflettere sulla necessità di abrogarla nel mentre si agisce per abrogarla , significa fare cultura presso la collettività ( in quanto l’azione coinvolge gli interessi della collettività ) e non presso una ristretta cerchia di cittadini , per giunta già orientati sulle medesime posizioni .

Quanto all’aspetto sociale , purtroppo , dopo aver ribadito la nostra stima verso coloro che agiscono in prima linea per scongiurare materialmente interruzioni volontarie di gravidanza , con obbligatoria menzione anzitutto dei CAV , non abbiamo la legittimazione ( né tanto meno i mezzi ! ) per attuare un piano assistenziale a sostegno delle madri , dovendoci limitare ad auspicarlo vivamente .

Una legittimazione in  tal senso spetta solo alle autorità competenti .

Qualunque intervento a favore della maternità dev’essere valutato positivamente , dopo aver , però ricordato che in paesi come la Francia in cui lo Stato sociale , anche sotto questo aspetto , funziona bene la percentuale di aborti sulle gravidanze totali è ugualmente elevato , a riprova del fatto che il fenomeno è soprattutto culturale e non sociale .

Senza contare i fenomeni speculativi per gli interventi assistenziali durante la gestazione , posti in essere da coloro che fingono di essere in dubbio se portare a termine una gravidanza , in realtà desiderata , per ottenere un sostegno economico .

Ma ben venga questo rischio , se vi è comunque una politica a favore della nascita di esseri umani e diretta a prevenire la soppressione di concepiti .

Soppressione che , però , non dev’essere avallata dallo Stato ma deve tornare ad essere illegale e proprio la battaglia diretta ad ottenere questa illegalità può agevolare anche il sorgere di politiche socio-assistenziali a difesa delle nascite , dovendosi ritenere del tutto incomprensibile perché azione legislativa , culturale e sociale siano tra loro incompatibili e non si agevolino , piuttosto , l’una con l’altra , operando univocamente nell’ambito di una politica “ pro life “ . 

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 31-10-2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : IL DISTACCO TRA PARLAMENTO E PAESE REALE

Ho sottolineato più volte come il Parlamento , astenendosi dal modificare neppure in minima parte in oltre un trentennio la L. 194 , abbia dimostrato una particolare sensibilità verso gli interessi di comodo degli elettori , dal cui consenso i suoi componenti dipendono , e nessuna sensibilità verso gli interessi vitali dei concepiti , che elettori non sono .

Ed ho rilevato come attraverso tale omissiva condotta , il potere legislativo , timoroso di assumere iniziative a rischio di impopolarità , non abbia recepito e non recepisca l’orientamento di una parte consistente del paese reale , in contrasto con la rappresentatività popolare che esso ed i partiti politici , dei quali è diretta emanazione , dovrebbero esprimere .

Se il primo passaggio è oggettivo , il secondo può essere ritenuto forzato e , comunque , non condivisibile .

Taluno , anzi , sostiene come nel nostro paese si sia ormai radicata una mentalità diretta a considerare l’aborto volontario come un diritto acquisito , in quanto tale non più negoziabile o comprimibile .

Un recente sondaggio ( possiamo parlare solo di sondaggi , visto che coloro che hanno fatto la storia del mondo “ pro life “ italiano si sono astenuti in questi trent’anni dal promuovere un altro referendum , il che sarebbe stato legalmente possibile già un quarto di secolo fa ) , pubblicato dal Gazzettino di Padova il 9 agosto 2011 , ha rivelato che quasi il 50% della popolazione veneta è favorevole , quanto meno , ad una radicale riforma della L. 194 .

A smentire chi vuole rappresentare questa legge come presidio di difesa dei diritti femminili contro la prepotenza maschilista che vorrebbe estendere la propria autorità al corpo delle donne , la maggioranza dei dissensi proviene proprio dal gentil sesso .

Molto interessante è la lettura dei dati per età e voto .

Sotto il primo profilo , non è certo sorprendente rilevare che per entrambi i generi la linea del consenso per la 194 s’impenna presso gli ultracinquantenni , non certo per necessità personale ma per la forte connotazione ideologica che essa riveste .

Non quindi diritto acquisito ed irrinunciabile al libero aborto , ma coerenza con i propri storici ideali o ( sia pur legittima ) inconscia nostalgia degli anni passati , in cui la venerazione di quegli ideali si accompagnava ad una vita senz’altro più divertente .

Se il muro di Berlino è caduto da tempo , non altrettanto tramontati sono i valori culturali che , ad esempio , si sono tradotti nel riconoscimento del diritto di abortire per la prima volta nel 1921 in Unione Sovietica , per poi estendersi ibridamente alle culture laiciste che dominano il nostro continente , con alcune felici quanto rare eccezioni , e , ancor più ibridamente , nel Nordamerica .

Quanto poi all’appartenenza elettorale , è interessante sottolineare che la contrarietà alla 194 viene espressa da oltre il 73 % degli elettori dell’UDC  e da più del 62% di quelli di PDL  e Lega .

I più favorevoli alla legge sono i seguaci del SEL ( Vendola ) e quelli del FLI , dato quest’ultimo che conforta il disegno di Fini e Bocchino , ispirati dal loro ideologo Benedetto Della Vedova , che ambiscono a raccogliere l’eredità cattolicofobica dell’accoppiata Pannella-Bonino , anche se con un consenso pari ad un decimo di quello ottenuto dal pur piccolo Partito Radicale ( classica formazione politica del 2% ) .

Orbene , se il leader ( né segretario né presidente , ma quando parla del partito usa il termine “ Io “ ) dell’UDC Pierferdinando Casini dichiara da anni che la 194 non va abrogata , né riformata , ma solo attuata pienamente , mediante il potenziamento dei consultori , e quasi i tre quarti del suo elettorato è di opinione opposta , vi è un problema di rappresentanza .

Analoghe considerazioni valgono per i due partiti dell’attuale maggioranza governativa .

Ecco che torniamo alla considerazione introduttiva del presente articolo , il conflitto tra interessi dei partiti ( ben restii ad intraprendere iniziative  a rischio di impopolarità ) e presa di posizione di una consistente parte dei cittadini .

Circa l’impopolarità , è sotto gli occhi di tutti la progressiva laicizzazione che colpisce il politico cattolico una volta raggiunte le posizioni di potere grazie al voto degli elettori cattolici .

Appare davvero incredibile che ci sia ancora chi nel mondo antiabortista nazionale ( forse pure fiducioso nell’esistenza di Babbo Natale ) crede per davvero che la classe parlamentare possa adoperarsi dopo un trentennio di sistematiche omissioni anche solo per rettificare la 194 , senza la pressione di un’operazione proveniente dal basso , che possa mettere a rischio la compattezza della base delle forze che pescano voti presso l’elettorato cattolico .

Un’operazione peraltro che , per quanto ci riguarda e come da manifesto pubblicato sul nostro sito , esclude categoricamente qualsiasi astratta ipotesi di compromesso con il mondo politico-parlamentare finalizzato ad ottenere la desistenza dall’azione referendaria , dietro una modifica della legge in senso restrittivo .

Compromesso da rigettare in radice , essendo inaccettabile un accordo che possa avere come oggetto la vita del nostro prossimo .

Ecco perché dobbiamo combattere questa battaglia se crediamo realmente nel valore della vita , senza lasciarci condizionare da fragile rassegnazione , sterili tatticismi e fumosa quanto improvvisata sociologia .

Le posizioni sono solo due : o difesa del diritto di vita e di morte della madre o difesa del diritto alla nascita del concepito , da comprimere solo in via del tutto eccezionale ( come nell’eventualità di pericolo di vita della madre , casisticamente ricorrente nello 0,1% dei casi di interruzione volontaria di gravidanza , eventualità già tutelata dalla scriminante di cui all’art. 54 c.p. , rappresentata dallo stato di necessità ed applicata regolarmente prima dell’entrata in vigore della stessa L. 194 ) .

Ogni posizione intermedia è tanto anacronistica quanto frutto di un’assai poco apprezzabile tendenza a diplomaticamente salvaguardare gli interessi ( ribadisco , di comodo ) del più forte .

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 30-9-2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : 2.500 ADESIONI E LA CONFERENZA DI ROMA

Stante l’esito del referendum del 1981 , la riproposizione di un’analoga iniziativa , diretta ad ottenere l’abrogazione della 194 , che ha legalizzato nel 1978 l’interruzione volontaria di gravidanza nel nostro paese , poteva apparire quanto meno antistorica e temeraria .

Dopo il mio articolo del 18-7-2009 , con cui essa è stata promossa , e la costituzione del sito www.no194.org ( attraverso cui si può aderire all’iniziativa stessa ) , avvenuta due mesi e 10 giorni dopo , mi sono trovato a gestire per la prima volta il sito medesimo , il 12-1-2011 , con 183 iscrizioni ( media 0,3 al giorno ) .

Un risultato che non contraddiceva di certo le perplessità originarie .

In realtà , grazie anche al contributo di elementi validi di diverse zone della penisola , a fine aprile avevamo già toccato le 600 adesioni ( media dal 12-1-2011 4,1 quotidiane ) .

Ad oggi , fine agosto 2011 , gli iscritti sono 2 500 , più che quadruplicati in 4 mesi ( media in quest’ultimo lasso di tempo pari a 15,8 adesioni al giorno ) .

La progressione è evidente , trovo superfluo definirla con aggettivi , davvero inutili di fronte all’inesorabilità delle cifre .

Alla luce della risposta positiva all’operazione , in questi giorni sto procedendo al radicamento territoriale del nostro movimento .

Una fase che mi sta parimenti impressionando per la disponibilità e l’entusiasmo delle persone contattate .

La nostra battaglia riunisce componenti diverse della società , è apartitica , apolitica e aliena da quelle rivalità tra associazioni che ben conoscono coloro che frequentano quell’ambito , in linea con le mie caratteristiche di partenza , in quanto non iscritto ad alcun partito ( come pure oggi ) né associazione , ed è aperta a chiunque voglia collaborare con questa battaglia ideale .

Battaglia ideale che ha , però , un obiettivo assolutamente concreto ed imprescindibile , ben individuato nel nostro manifesto riportato sul sito : abrogare la l. 194 per via referendaria ( l’unica praticabile in concreto ) , escludendo qualsiasi ipotesi di trattativa con il potere parlamentare , che verrebbe condotta ignobilmente sulla pelle del nostro prossimo .

La rinuncia al referendum, dunque, non sarebbe da noi accettata neppure dietro l’impegno (alquanto remoto ad oggi, peraltro) di quel potere a modificare in senso restrittivo la legge , modifica che potrebbe dunque solo essere frutto di una decisione unilaterale dei partiti attraverso i propri gruppi alla Camera ed al Senato .

Certo gli ostacoli sono molti ed anche gli avversari .

Circa i primi , sarebbe la prima volta nella storia della nostra repubblica che un referendum si svolgerebbe a seguito di un’iniziativa spontanea , realmente proveniente dal basso , senza l’appoggio organizzativo delle opulenti forze parlamentari , tanto che è stata inevitabile la costituzione di un’associazione “ ad hoc “ .

E le premesse sembrano avallare questo risultato .

Quanto agli avversari , sono davvero molti e cito per tutti un episodio recente .

Mi trovavo nei giorni scorsi a Rimini , al Meeting organizzato da CL , per raccogliere adesioni (come avvenuto , anche tra appartenenti all’organizzazione dell’evento) , quando , verso la fine della giornata , mi sono sentito contestare da un dichiarato esponente sessantenne del Movimento per la Vita ( il quale ultimo aveva allestito “ in loco “ uno stand , con diversi libri in vendita ) l’assenza delle dovute autorizzazioni , il che mi ha indotto a procedere nel mio intento con maggiore efficacia .

Evidentemente , la diabolica capacità persuasiva del partito radicale è tale da aver prodotto effetti anche in taluni ( mi auguro pochi ) militanti del suo storico avversario di trent’anni fa ( verso il quale ho ad oggi espresso solo parole di elogio , in memoria di un passato glorioso , quanto meno nelle intenzioni ) , che si surrogano ai pannelliani in loro assenza per contestare le iniziative rivolte contro la tanto ( giustamente ) vituperata legge 194 .

Non escluderei , per il futuro , operazioni di disturbo , emulative o di forte dissenso .

Del resto già nel maggio dello scorso anno un esponente milanese del MPV , nella mia città , mi pronosticò un breve durata dell’operazione , evidentemente sbagliandosi , e , comunque , la sua inutilità , in quanto , a suo dire , la Corte europea dei diritti dell’uomo avrebbe escluso la sovranità legislativa dei singoli paesi dell’UE in materia con un’imminente sentenza , poi emessa nel dicembre sempre del 2010 ed avente contenuto opposto , come ho ricordato nel mio articolo pubblicato il 31-3-2011 .

Invito , quindi , tutti gli aderenti alla nostra iniziativa a non scoraggiarsi per le possibili azioni e prese di posizione contrarie provenienti per lo più da alcuni vertici ( le basi ci stanno appoggiando , anche lanciando strali verso le organizzazioni di appartenenza ) di una parte del mondo pro life e cattolico, che potrebbero percepirci come concorrenziali , proprio perché queste azioni e prese di posizione potrebbero essere tutt’altro che obiettive e disinteressate , ma animate da un atteggiamento più ostico ancora di quello dei nostri avversari sul piano ideale .

D’altro canto , una volta approvato con l’adesione il manifesto , l’iscritto che , cadendo in contraddizione con se stesso , dovesse contestare la ( non negoziabile ) finalità referendario-abrogativa dell’iniziativa consacrata in quel testo si porrebbe automaticamente e da solo al di fuori dell’operazione .

Ricordo per gli aderenti capitolini la conferenza di Roma del 8-10-2011 , ore 18,30 , presso l’Hotel Polo , quartiere Parioli .

Sarà anche un’altra occasione per ringraziare la gente che ci sta appoggiando con tanta passione e che sta fattivamente collaborando con noi .

Con l’augurio che tanti ancora , tra i 2 500 già iscritti ed i successivi aderenti , vogliano impegnarsi ulteriormente in questa battaglia , esprimendo , quindi , la loro aggiuntiva disponibilità a partecipare alla futura raccolta delle firme ed a dedicare a tale incombente qualche ora del proprio tempo .  

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 31-8-2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : IL VENTO CATTOLICO SOFFIA SU POLONIA ED UNGHERIA

E’ stato dato giustamente spazio in queste settimane a due notizie di rilevanza legislativa in materia di aborto in àmbito europeo .

Anzitutto , nella Costituzione ungherese , approvata dal Parlamento il 26-4-2011 , è stata inserita la protezione della vita sin dal concepimento , secondo quanto auspicato dal governo di coalizione di centrodestra , forte di un’ampia maggioranza , guidato da Victor Orban .

Da tale approvazione , purtroppo , non discende automaticamente l’illegittimità dell’attuale normativa abortista , che implica un ulteriore intervento a livello legislativo .

In Polonia è stata depositata una legge di iniziativa popolare che dispone l’illegalità di qualsiasi evento abortivo , che ha raccolto 600 000 firme con il consistente , esemplare ed esplicito appoggio della Chiesa locale e che è stata poi approvata dalla Camera Bassa di quel Parlamento .

Affinché il testo possa assumere carattere di legge è ora indispensabile che passi al vaglio di una commissione specifica per poi superare una duplice ulteriore approvazione da parte della medesima assemblea .

Non solo , ma essa dovrebbe poi essere votata dal Senato e ottenere la promulgazione dal Capo dello Stato , in assenza della quale potrebbe divenire legge solo a seguito del conseguimento della maggioranza qualificata dei due terzi dei voti presso entrambi i rami del Parlamento .

Due segnali sicuramente molto significativi , che smitizzano l’irreversibilità della legalizzazione dell’aborto e confermano vieppiù l’assoluta autonomia delle singole nazioni nel disciplinare questo tragico fenomeno , suggellata dalle recenti pronunce della Corte di Giustizia .

Ciò premesso , non condivido l’analisi degli eventi polacco-ungheresi che è stata fatta da alcuni osservatori , i quali hanno parlato genericamente di vento dell’Est che spirerebbe in chiave antiabortista .

A sostegno di tale tesi , è stata citata una riforma legislativa di segno analogo che sarebbe avvenuta in Russia .

In realtà , in quel paese l’interruzione volontaria di gravidanza è ancora legale sino al settimo mese di gravidanza ed è stata solo diffusa due anni or sono una circolare molto politica del tutto preliminare rispetto a qualsiasi intervento di carattere legislativo , che si ritiene possa al limite tradursi nel riconoscimento di una sorta di obiezione di coscienza in capo al singolo medico .

Il panorama legislativo della zona orientale europea è , invero , significativamente ancor più desolante di quello occidentale , in quanto il laicismo diffuso che caratterizza in generale il nostro continente è stato aggravato in quei paesi da decenni di ateismo di stato , aventi come corollario l’assenza di qualsiasi libertà religiosa e , nello specifico , la concezione dell’aborto come dominante forma di contraccezione .

Emblematicamente l’URSS è stata la prima nazione a legalizzare l’aborto nel 1921 .

E non a caso oggi nell’Est Europa il fenomeno abortivo è ancor più diffuso che nella parte occidentale del vecchio continente ( in Russia riguarda addirittura più del 60% delle gravidanze e nella stessa Ungheria costituisce anche attualmente l’epilogo del 40% delle medesime ) .

Addirittura la Romania è il paese con la più alta percentuale di aborti al mondo ( 75% ) .

E’ , a mio avviso , evidente , piuttosto , che la matrice di queste due lodevoli azioni normative va ricercata in una reazione della cultura cattolica ( preponderante in Polonia ed ancora ben presente in Ungheria ) ad un sistema di valori laicista , al quale la quasi totalità dei paesi orientali si richiama tutt’oggi in modo ferreo , esattamente come avviene , ad esempio , in Francia o in Inghilterra o in Olanda .

Decisivamente indicativi sono al riguardo , nel caso magiaro , altri elementi novativi introdotti nell’occasione e per nulla rispondenti ad esigenze socio-economiche , quali l’invocazione della responsabilità di fronte a Dio dei Parlamentari che approvano la Costituzione e la formalizzazione costituzionale dello stemma nazionale centrato sulla Santa Corona e su Santo Stefano , simboli dell’eredità storica cristiana dell’Ungheria .

Assai promettente è l’intento di quei due paesi di incamminarsi verso il massimo livello di civiltà europeo , rappresentato dalla legislazione irlandese , che prevede una tutela costituzionale del diritto alla nascita , da cui discende direttamente l’ammissibilità dell’interruzione volontaria di gravidanza solo nell’ipotesi di pericolo di vita della madre .

Tre nazioni , queste , che hanno tratto dall’identità religiosa cattolica la forza culturale e spirituale per contrapporsi all’imperialismo di scomodi vicini , i cui effetti sono ancora in qualche caso permanenti .

Identità religiosa alla quale si richiamano esplicitamente parecchi tra gli aderenti alla nostra iniziativa , che ha compiuto in questi giorni due anni di vita .

Come intuibile per chiunque non creda nelle favole , tra cui quella che si traduce nell’auspicio che politici sedicenti cattolici possano impegnarsi nel nostro paese concretamente contro l’avvenuta legalizzazione dell’aborto , una proposta di legge di iniziativa popolare avente il contenuto di quella polacca in Italia sarebbe del tutto impraticabile , in quanto i Parlamentari la cestinerebbero o la relegherebbero nel più recondito dei loro cassetti , in linea con la condotta che hanno mantenuto in questo trentennio successivo al primo referendum .

Nel nostro paese , quindi , la pubblica opinione deve agire autonomamente ( e senza cercare intermediari nel potere legislativo ) attraverso l’unico strumento che le viene concesso dall’ordinamento giuridico per abrogare le leggi vigenti , quello referendario .

Strumento che ho invocato dal 18-7-2009 quando ho pubblicato sul web il primo articolo con il quale intendevo farmi promotore di un nuovo referendum abrogativo della L. 194 , che dal 1978 ha reso legale la pratica abortiva nel nostro paese , pubblicazione da cui è nato il 28-9-2009 il sito www.no194.org attraverso il quale si raccolgono le adesioni all’iniziativa , oggi giunte al numero di 1 600 ( oltre 1 400 negli ultimi 6 mesi e mezzo ) .

E , se si è realmente antiabortisti , è importante divulgare la nostra operazione , così anche vanificando patetiche attività di disturbo , affinché coloro che condividono la necessità di abrogare quella legge siano consapevoli dell’esistenza da oltre due anni di una struttura già attiva come la nostra , caratterizzata da un sito , un manifesto , un elevato numero di iscritti , un’attività divulgativa , un programma operativo e delle scadenze , con obiettivi anche intermedi ben definiti .

Ricordo che , in linea con la tempistica preannunciata , ad agosto provvederò ad elaborare i cinque quesiti referendari e che da settembre inizierò a pianificare la raccolta materiale delle firme sul territorio , contattando gli aderenti , per riscontrare il numero e l’identità dei soggetti disponibili ad impegnarsi fattivamente per costituire “ in loco “ nuclei di volontari a ciò finalizzati .

E ricordo che , tra le altre , ad ottobre terremo due conferenze nella capitale , la prima delle quali il giorno 8 alle ore 18,30 , presso l’Hotel Polo , in zona Parioli .

Colgo l’occasione per ringraziare coloro che stanno lavorando per questa iniziativa , inviandomi adesioni da tutta Italia ed organizzando eventi divulgativi .

Mi auguro che molti ancora possano impegnarsi per queste incombenze e per le nuove che ci attendono . 

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 29-7-2011

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