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Articolo Corriere della Sera del 20 ottobre 2011

Articolo Corriere della Sera del 20 ottobre 2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : IL DISTACCO TRA PARLAMENTO E PAESE REALE

Ho sottolineato più volte come il Parlamento , astenendosi dal modificare neppure in minima parte in oltre un trentennio la L. 194 , abbia dimostrato una particolare sensibilità verso gli interessi di comodo degli elettori , dal cui consenso i suoi componenti dipendono , e nessuna sensibilità verso gli interessi vitali dei concepiti , che elettori non sono .

Ed ho rilevato come attraverso tale omissiva condotta , il potere legislativo , timoroso di assumere iniziative a rischio di impopolarità , non abbia recepito e non recepisca l’orientamento di una parte consistente del paese reale , in contrasto con la rappresentatività popolare che esso ed i partiti politici , dei quali è diretta emanazione , dovrebbero esprimere .

Se il primo passaggio è oggettivo , il secondo può essere ritenuto forzato e , comunque , non condivisibile .

Taluno , anzi , sostiene come nel nostro paese si sia ormai radicata una mentalità diretta a considerare l’aborto volontario come un diritto acquisito , in quanto tale non più negoziabile o comprimibile .

Un recente sondaggio ( possiamo parlare solo di sondaggi , visto che coloro che hanno fatto la storia del mondo “ pro life “ italiano si sono astenuti in questi trent’anni dal promuovere un altro referendum , il che sarebbe stato legalmente possibile già un quarto di secolo fa ) , pubblicato dal Gazzettino di Padova il 9 agosto 2011 , ha rivelato che quasi il 50% della popolazione veneta è favorevole , quanto meno , ad una radicale riforma della L. 194 .

A smentire chi vuole rappresentare questa legge come presidio di difesa dei diritti femminili contro la prepotenza maschilista che vorrebbe estendere la propria autorità al corpo delle donne , la maggioranza dei dissensi proviene proprio dal gentil sesso .

Molto interessante è la lettura dei dati per età e voto .

Sotto il primo profilo , non è certo sorprendente rilevare che per entrambi i generi la linea del consenso per la 194 s’impenna presso gli ultracinquantenni , non certo per necessità personale ma per la forte connotazione ideologica che essa riveste .

Non quindi diritto acquisito ed irrinunciabile al libero aborto , ma coerenza con i propri storici ideali o ( sia pur legittima ) inconscia nostalgia degli anni passati , in cui la venerazione di quegli ideali si accompagnava ad una vita senz’altro più divertente .

Se il muro di Berlino è caduto da tempo , non altrettanto tramontati sono i valori culturali che , ad esempio , si sono tradotti nel riconoscimento del diritto di abortire per la prima volta nel 1921 in Unione Sovietica , per poi estendersi ibridamente alle culture laiciste che dominano il nostro continente , con alcune felici quanto rare eccezioni , e , ancor più ibridamente , nel Nordamerica .

Quanto poi all’appartenenza elettorale , è interessante sottolineare che la contrarietà alla 194 viene espressa da oltre il 73 % degli elettori dell’UDC  e da più del 62% di quelli di PDL  e Lega .

I più favorevoli alla legge sono i seguaci del SEL ( Vendola ) e quelli del FLI , dato quest’ultimo che conforta il disegno di Fini e Bocchino , ispirati dal loro ideologo Benedetto Della Vedova , che ambiscono a raccogliere l’eredità cattolicofobica dell’accoppiata Pannella-Bonino , anche se con un consenso pari ad un decimo di quello ottenuto dal pur piccolo Partito Radicale ( classica formazione politica del 2% ) .

Orbene , se il leader ( né segretario né presidente , ma quando parla del partito usa il termine “ Io “ ) dell’UDC Pierferdinando Casini dichiara da anni che la 194 non va abrogata , né riformata , ma solo attuata pienamente , mediante il potenziamento dei consultori , e quasi i tre quarti del suo elettorato è di opinione opposta , vi è un problema di rappresentanza .

Analoghe considerazioni valgono per i due partiti dell’attuale maggioranza governativa .

Ecco che torniamo alla considerazione introduttiva del presente articolo , il conflitto tra interessi dei partiti ( ben restii ad intraprendere iniziative  a rischio di impopolarità ) e presa di posizione di una consistente parte dei cittadini .

Circa l’impopolarità , è sotto gli occhi di tutti la progressiva laicizzazione che colpisce il politico cattolico una volta raggiunte le posizioni di potere grazie al voto degli elettori cattolici .

Appare davvero incredibile che ci sia ancora chi nel mondo antiabortista nazionale ( forse pure fiducioso nell’esistenza di Babbo Natale ) crede per davvero che la classe parlamentare possa adoperarsi dopo un trentennio di sistematiche omissioni anche solo per rettificare la 194 , senza la pressione di un’operazione proveniente dal basso , che possa mettere a rischio la compattezza della base delle forze che pescano voti presso l’elettorato cattolico .

Un’operazione peraltro che , per quanto ci riguarda e come da manifesto pubblicato sul nostro sito , esclude categoricamente qualsiasi astratta ipotesi di compromesso con il mondo politico-parlamentare finalizzato ad ottenere la desistenza dall’azione referendaria , dietro una modifica della legge in senso restrittivo .

Compromesso da rigettare in radice , essendo inaccettabile un accordo che possa avere come oggetto la vita del nostro prossimo .

Ecco perché dobbiamo combattere questa battaglia se crediamo realmente nel valore della vita , senza lasciarci condizionare da fragile rassegnazione , sterili tatticismi e fumosa quanto improvvisata sociologia .

Le posizioni sono solo due : o difesa del diritto di vita e di morte della madre o difesa del diritto alla nascita del concepito , da comprimere solo in via del tutto eccezionale ( come nell’eventualità di pericolo di vita della madre , casisticamente ricorrente nello 0,1% dei casi di interruzione volontaria di gravidanza , eventualità già tutelata dalla scriminante di cui all’art. 54 c.p. , rappresentata dallo stato di necessità ed applicata regolarmente prima dell’entrata in vigore della stessa L. 194 ) .

Ogni posizione intermedia è tanto anacronistica quanto frutto di un’assai poco apprezzabile tendenza a diplomaticamente salvaguardare gli interessi ( ribadisco , di comodo ) del più forte .

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 30-9-2011

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