Archive for Maggio, 2012

Conferenza: “FERMIAMO LA SOPPRESSIONE LEGALIZZATA DEI CONCEPITI”

Locandina Conferenza 2 giugno 2012

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : I QUESITI REFERENDARI

Il manifesto della nostra iniziativa referendaria , da me redatto e riportato sul sito www.no194.org , quello ufficiale dell’associazione no194 e dell’omonimo comitato no194 , che vanta oltre 8 000 aderenti , sigla che rappresenta la prima organizzazione antiabortista italiana , recita :

“ Piuttosto , alla luce del pericolo di una ( peraltro infondata ) censura da parte della Consulta , i quesiti referendari avranno essenzialmente come oggetto le norme più significative della legge , che si aggiungeranno così al quesito sull’abrogazione totale della legge .

Tra le disposizioni più controverse ed impopolari della 194 , in particolare ed anzitutto , debbono annoverarsi l’art. 4 ( che riconosce il diritto di interruzione volontaria della gravidanza anche per mere ragioni economiche , morali e sociali nei primi 90 giorni ) e l’art. 5 ( che attribuisce alla donna, anche se coniugata, il diritto di assumere la decisione abortiva senza coinvolgere il potenziale padre , che può così legalmente rimanere del tutto ignaro dell’evento ) .

L’iniziativa è solo finalizzata all’abrogazione della legge ( dall’entrata in vigore della quale si sono registrati oltre 5 milioni di aborti , secondo i dati ufficiali del Ministero della Salute ) e rigetta ogni ipotesi di trattativa , che sarebbe inconcepibilmente effettuata sulla pelle del nostro prossimo .

Di conseguenza , possibili effetti legislativi dell’operazione in oggetto restrittivi sulla portata della 194 ( ed intermedi rispetto all’obiettivo indicato ) , sarebbero frutto di una ( tra l’altro ad oggi del tutto improbabile ) azione parlamentare totalmente unilaterale e non concordata con i promotori del referendum “ .

Dal primo periodo , si evince in modo assolutamente pacifico :

1 ) che sarà proposto un quesito sull’abrogazione totale della legge ;

2 ) che , alla luce del pericolo di una ( peraltro infondata nel merito ) censura da parte del Consulta , i quesiti referendari avranno essenzialmente come oggetto le norme più significative della legge , fermo restando il quesito abrogativo totale ( cosiddetto massimale ) .

1 ) Ora , il quesito massimale può essere proposto anche formalmente in modo massimale o in  modo formalmente non massimale , ma massimale nella sostanza .

A titolo di esempio , l’abrogazione , tra l’altro , oltre che degli artt. 4 e 5 ( che hanno introdotto il libero aborto nei primi 90 giorni di gravidanza ) , dell’art. 6 limitatamente alla lett. b ( che riguarda i casi di interruzione della gravidanza anche dopo i primi tre mesi di gestazione , ammessa qualora siano accertati processi patologici tali da determinare un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna ) , lascerebbe sopravvivere il 6 lett. a , con il quale si ammette l’aborto anche dopo il 90° giorno di gravidanza nel caso di grave pericolo per la vita della donna , per effetto della stessa o del parto .

Come più volte ribadito , tale ultima ipotesi sostanziale non è stata introdotta della 194 , perché anche prima della sua entrata in vigore , anno 1978 , quella fattispecie rientrava nella generale causa di giustificazione di cui all’art. 54 c.p. , non essendo , in particolare , punibile quella condotta per stato di necessità ( della madre ) , quindi per la necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di danno grave alla persona , non volontariamente causato dall’interessato , né altrimenti evitabile , ferma restando la proporzionalità del fatto al pericolo .

Chi con la 194 vorrebbe abolire questa ipotesi , non conosce il diritto .

2 ) I quesiti minimali possibili ed efficaci per i nostri fini sostanziali sono molteplici .

La formula che usato sin dall’inizio è volutamente non specifica , per evitare che qualche associazione usasse la virgola o il punto e virgola per giustificare la sua mancata adesione , mascherando , così , i propri interessi di marchio e di bottega , con implicazioni anche di carattere commerciale .

Ecco che è possibile configurare in via alternativa al quesito massimale , che sicuramente verrà proposto , almeno due ipotesi centrali :

a ) la riproposizione tale e quale del quesito minimale già ammesso nel 1981 ;

b ) un quesito sostanzialmente abrogativo ( tra l’altro ) degli artt. 4 e 5 , che , se ammesso e approvato dal corpo elettorale , estenderebbe ai primi 90 giorni di gravidanza le più rigorose condizioni previste dall’art. 6 della legge .

Quindi , non più aborto libero , neppure nei primi 3 mesi di gestazione .

Per quale motivo questa proposizione alternativa ?

Proprio per evitare che il lavoro immane ( e soprattutto io posso usare questo termine , anche se nessuno mi ha obbligato ad affrontare questa battaglia ) che presuppone questa operazione non cada nel nulla , stante i pericoli di una censura della Consulta , ma che si possa ottenere almeno un risultato parziale , significativo sul piano giuridico e culturale .

Chiederemo , dunque , come da manifesto , l’abrogazione totale , in subordine abrogazioni parziali .

Ora , la recente sentenza n. 13 del 2012 , con la quale sono stati rigettati i quesiti del referendum elettorale di Dipietrista matrice , hanno sottolineato , in parte ribadendoli , due princìpi di fondo :

a ) l’inammissibilità di una reviviscenza di una legge ( abrogata ) anteriore rispetto a quella oggetto di referendum ;

b ) la necessità che , dall’astratta abrogazione della legge , sia configurabile una normativa cosiddetta “ di risulta “ , quindi residua e tale da poter sopravvivere autonomamente ed essere immediatamente applicabile , regolando la materia .

I due princìpi ,  a mio avviso , sono del tutto contraddittori .

Per giustificare il primo , infatti , molto discutibile e contestato da diversi costituzionalisti , s’afferma che dall’approvazione di un referendum abrogativo non può derivare l’entrata in vigore di una disciplina , ancorché preesistente e soppressa , poiché , in tal caso , si stravolgerebbe la natura dell’istituto referendario , trasformandolo da abrogativo a propositivo ..

Orbene , tale motivazione , a mio avviso , vale però anche per smentire il secondo princìpio che la Corte Costituzionale afferma , in quanto attraverso la normativa di risulta l’approvazione del referendum svolge , comunque , una funzione novativo-legislativa , disciplinando novativamente la materia .

La mancata ammissione nel 2005 del quesito massimale sulla L. 40 era giustificato dall’assenza di una normativa precedente , da cui la prospettiva di un autentico vuoto normativo .

Pericolo , comunque , da escludersi in presenza di quesiti abrogativi parziali , nei termini di cui sopra .

Ad ogni buon conto , ribadisco la mia assoluta apertura sui dettagli dei quesiti ad un confronto con tutte quelle organizzazione che volessero subordinare la propria adesione a questioni di carattere tecnico-giuridico .

Naturalmente , il mio auspicio è che le possibili considerazioni provengano da soggetti che conoscono il diritto applicato ( avvocati o giudici ) o , quanto meno , che siano dottori in legge e lavorino sul diritto .

Invito , quindi , tutti i rappresentanti di associazioni o comitati o loro esponenti a formulare pubblicamente tali possibili considerazioni , che non potranno , peraltro , mai essere considerate delle contestazioni , rispetto a quesiti che non ho mai volutamente enunciato in modo specifico .

Inoltre , mi rendo disponibile ad un dibattito , sempre pubblico , sui quesiti medesimi , alla presenza dell’assemblea di quelle organizzazioni .

Non temo la trasparenza , come sempre , non avendo nulla da nascondere .

Ognuno , all’occorrenza , potrà valutare da oggi parole e silenzi .

Invito , come sempre , tutti coloro che ritengono che abbia un senso protestare contro qualcosa solo se si ha una proposta concreta diretta alla sua eliminazione , ad aderire alla nostra iniziativa tramite il sito ufficiale www.no194.org .

Pietro Guerini – Portavoce nazionale NO194

 Pubblicato il 15-5-2012 da www.pontifex.roma.it e www.riscossacristiana.it

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : GLI ABROGAZIONISTI TEORICI

Concludendo la nostra panoramica , dopo aver analizzato in dettaglio le tre correnti dell’antiabortismo nazionale più lontane dalle nostre posizioni ( i difensori della 194 , i critici verso la legge ma relativisti e gli sconfitti e rassegnati ) , ci soffermiamo su quella più prossima alle stesse, quella degli abrogazionisti teorici .

Ci accomuna con costoro la condivisione di diversi princìpi , quelli secondo cui :

a ) il carattere aberrante di un fenomeno è incompatibile con la sua legalizzazione ;

b ) la legge non è un dettaglio della storia , ma contribuisce a modificare l’orientamento culturale della collettività ;

c ) i concepiti sono tutti uguali , in ogni epoca , quindi sono meritevoli di tutela sul piano legislativo anche se l’atto di concepimento che li riguarda sia successivo al 1981 , anno del primo referendum , e per il loro diritto alla vita è civicamente doveroso lottare anche a costo di perdere una consultazione elettorale , al fine di tentare di eliminare una sconfitta perenne , silenziosa e quotidiana conseguente alla permanente vigenza della 194 .

Ci differenzia da loro il carattere puramente teorico dell’abrogazionismo che essi configurano .

Tale differenza si basa più su condizioni piscologiche che di pensiero .

E’ propria di una parte del genere umano la tendenza a declamare e ad enunciare massime , senza minimamente porsi il problema di dare un seguito ( e , quindi , un senso ) alle proprie enunciazioni .

L’importante è il bel gesto , la frase ad effetto , magari pretesamente ridondante di cultura e nulla sotto il profilo degli effetti concreti , tale , dunque , da sfuggire ad ogni sconfitta , in quanto la partita di costoro non inizia mai , evento contrastante con la loro fisiologica inconcludenza .

Abbiamo poi i criticoni di natura , coloro che , sedicenti primi della classe , impallinano chiunque si muova , tanto acuti nel cogliere veri o presunti errori altrui , talvolta presbiti nello scorgere i propri .

Accanto agli “ artisti “ ed ai critici in sé , vi sono coloro che appoggiano solo ciò che è nato e viene gestito da loro stessi , e ciò vale anche per le iniziative che condividono al 100 %.

Le argomentazioni formulate per giustificare la loro riluttanza , inevitabilmente , si rivelano sin troppo evidentemente contraddittorie , al punto di apparire patetiche ed imbarazzanti per chi le ascolta , in quanto il loro problema è solo legato al proprio ego .

Passando dalla psicologia agli ideali , troviamo le ultime due sottocategorie , quella dei filoparlamentari e dei costruttivo-riflessivi .

I primi sono convinti che la 194 possa essere abrogata attraverso l’operato delle due camere , nonostante la totale inattività in tal senso del palazzo in oltre un trentennio .

E’ vero che è bene avere fiducia nel prossimo , ma se in età adulta si crede ancora nell’esistenza di Babbo Natale , non ci si deve indignare se qualcuno crede di scorgere in questo atteggiamento una certa qual dabbenaggine .

E’ , infatti , difficile pensare che i nostri parlamentari possano improvvisamente convertirsi , illuminati dalla volontà di recedere dai propri interessi ( che sconsigliano operazioni a rischio di impopolarità ) , interessi sui quali è stato costruito un chiacchieratissimo sistema di privilegi ( tanto più ripugnante se si pensa al contributo ad esso dato dalle forze che invocano il voto dei ceti più poveri , per poi associarsi ad elaborare ed approvare in aula i relativi provvedimenti di attuazione ) e che spingono , ad esempio , una forza politica a farsi promotrice di volta in volta di sbarramenti elettorali fissati ad un punto percentuale al di sotto della propria consistenza .

Non si può certo pensare che la classe parlamentare ( se mai lo volesse nel merito , il che è da escludere radicalmente ) possa aver il coraggio di sfidare il blocco culturale stradominante nel nostro paese , che parte dagli ambienti femministi e vicini al partito radicale per giungere sino ai nostri avversari più aggressivi , appartenenti a frange confuse del mondo cattolico e della stessa realtà “ pro life “ , decadente e parolaia .

Sono proprio quest’ultimi i primi guardiani della 194 , in quanto appartenenti ad un mondo nel quale rientrano potenziali sostenitori della nostra battaglia e , quindi , possono dissuaderli più efficacemente dall’aderire ad un’operazione finalmente concreta e quindi utile , dopo tante vuote e retoriche enunciazioni di princìpio che hanno alimentato il mito dell’intoccabilità della stessa legge che si stigmatizzava , in quanto , per l’appunto , non seguite da azioni concrete esperite da parte di coloro che avrebbero dovuto porle in essere in forza di quelle enunciazioni .

Quanto ai costruttivo-riflessivi , ricordo loro :

-che il nostro comitato è apartitico , apolitico , vanta 8 000 aderenti ed è la prima forza “pro life“ italiana come numero di iscritti , quasi tutti acquisiti negli ultimi 15 mesi e mezzo ( eravamo 183 il 12-1-2011 ) , anzitutto attraverso il sito ( www.no194.org ) ;

-che è possibile sostenere NO194 mediante spontanee donazioni , secondo le modalità indicate nel nostro sito ora citato ;

-che , a sostegno dell’iniziativa è stata costituita l’omonima associazione con atto pubblico , forse caso inedito nel settore , in vista di un suo formale riconoscimento , a garanzia di massima trasparenza ;

che tutti gli aspetti annessi e connessi al finanziamento vengono sottoposti regolarmente al controllo di un organo di revisione esterno e che , stante la molteplicità degli avversari e la fisiologica presenza in tutti i movimenti di dissidenti che ci creano in corso d’opera , si opera nella totale consapevolezza di essere particolarmente esposti al sollecito di interventi ispettivi e altro .

Nessuno può , quindi , accusarci di essere degli ingenui romantici , in quanto questa condizione può riguardare , al limite , coloro che , eventualmente , si stupiscano dell’intento di dare all’iniziativa una copertura in termini di mezzi .

Ribadiamo , inoltre , che l’operazione referendaria , alla luce della presumibile conclusione naturale dell’attuale legislatura , non potrà di fatto svolgersi per legge prima del 2014 .

Nel frattempo , ci stiamo da tempo radicando sul territorio con i nostri nuclei operativi provinciali , per divulgare l’iniziativa e preparare l’organizzazione della raccolta delle firme .

L’associazione ha durata indeterminata e mira ad essere operante anche dopo lo svolgimento del referendum , a prescindere dal suo esito , stante l’eterna necessità di difendere , anche preventivamente , il diritto alla nascita e di agire per la sua tutela , anche con azioni culturali , ricreative , filantropiche e di volontariato , implicitamente connesse al suo fine .

Come da statuto , le cariche sono ricoperte gratuitamente e , in caso di estinzione dell’associazione , i suoi beni verranno devoluti in beneficienza .

Invito tutti coloro che ritengono che abbia un senso protestare contro qualcosa solo se si ha una proposta concreta diretta alla sua eliminazione , ad aderire alla nostra iniziativa , come detto , tramite il sito ufficiale www.no194.org .

Pietro Guerini – Portavoce nazionale NO194

 Pubblicato su www.pontifex.roma.it il 30 aprile 2012

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