LETTERA APERTA AD UN CIELLINO CREDENTE : LA RICONVERSIONE DEL CATTOLICO , TRA BATTAGLIE FONDAMENTALI ( ABROGAZIONE REFERENDARIA DELLA LEGGE 194 ) E MITI DI MEZZA ESTATE
Come noto , in occasione delle presentazione della 34sima edizione del Meeting di Rimini , organizzato come sempre da Comunione e Liberazione , glorioso movimento cattolico fondato da Don Giussani , è stata invitata Emma Bonino , paladina dell’aborto libero e del laicismo più estremo, la quale è stata accolta in modo entusiastico e senza contestazioni dai presenti .
Colgo l’occasione per rivolgermi a coloro che all’interno di CL si sentano ancora credenti per invitarli ad aderire , tramite il sito www.no194.org , alla nostra iniziativa , finalizzata inequivocabilmente all’abrogazione per via referendaria della L. 194 , che ha legalizzato l’interruzione volontaria di gravidanza nel nostro paese nel 1978 .
Con questo appello intendo fornire uno strumento in più al ciellino cattolico per riflettere sulla necessità di ancorare la propria fede ed un’iniziativa concreta che affermi la difesa della Vita del nostro prossimo più debole , in risposta alla deriva che sta travolgendo l’organizzazione a cui appartiene .
Significativamente il Meeting riminese da anni ignora i valori non negoziabili e si caratterizza per dibattiti incentrati quasi esclusivamente sul danaro e sull’economia .
Nulla a che vedere con quello spirito che si respirava nei miei anni universitari alla Cattolica di Milano , nella seconda metà degli anni 80 , e che percepivo negli aderenti a quel movimento .
Forse era solo uno spirito , ma era già qualcosa , una grande fede ed una ricerca di coerenza con quella fede .
Invito , inoltre ed in generale , tutti i cattolici ( e non solo ) ad unirsi a noi in questa battaglia civile , senza lasciarsi intimorire da messaggi fuorvianti che sono stati diffusi in queste settimane a margine del dibattito sorto sulla legge sull’omofobia , che vogliono rappresentare il nostro ordinamento come caratterizzato da uno stato di repressione che travolge la libertà di pensiero della confessione religiosa cattolica e dei suoi appartenenti , al di là di una certa censura strisciante che dobbiamo subire da parte dei media .
Sollevo , anzitutto , delle forti perplessità sull’opportunità che un’entità dichiaratamente ed essenzialmente pro life competa con religiosi ( che hanno per la loro posizione , a mio avviso , dei doveri particolarmente stringenti sul piano divulgativo ) e con gruppi tradizionalisti ( spesso ben strutturati anche culturalmente ) per affrontare battaglie su questioni che non attengono alla difesa della Vita , contribuendo a diffondere senza alcuna stringente necessità l’identità , tanto cara all’opinione pubblica ufficiale , tra pro life ed estremista fuori dal mondo e dal tempo , ai margini della società in quanto custode di valori e riti lontani dal comune sentire .
Sul piano naturalistico è sin troppo facile ribadire che un omossessuale , se veramente tale , non può essere protagonista di un evento abortivo ( come madre o padre mancati a seguito del verificarsi di tale evento ) e che , quindi , alzare la voce più di chiunque su questo tema significa chiaramente rischiare di sbroccare e di andare fuori tema .
Il legame tra le due tematiche è davvero tenue , per non dire del tutto inesistente .
Faccio questo rilievo pur avendo sempre sottolineato ( senza alcun dispiacere , essendo cattolicissimo , da cui le fondamentali difese del crocifisso e dell’importanza della preghiera , ad esempio ) la centralità della cultura e del pensiero cattolico in un’operazione come la nostra , che deve , peraltro , estendersi a coloro che non credono ( e che comunque non possono impedire agli altri nostri aderenti di credere e pregare ) ma che ritengono non condivisibile la legittima soppressione di un altro individuo durante il suo concepimento .
Né voglio condizionare la libera determinazione dei nostri iscritti , che ben possono impegnarsi in una battaglia tanto sterile ( le petizioni in Italia non hanno mai prodotto alcun effetto su un testo legislativo , regolarmente cestinate dalla classe parlamentare ) quanto legittima in un paese democratico e tutt’altro che ingiustificata per alcuni aspetti davvero grotteschi di quella normativa .
In particolare , come ho sottolineato qualche mese fa nel mio articolo sul femminicidio , la normativa contro l’omofobia che è stata configurata è sostanzialmente incostituzionale già perché crea una categoria di supercittadini supertutelati rispetto a noi eterosessuali ed implica , in ogni caso, delle modalità di accertamento dell’appartenenza a quella privilegiata categoria che si tradurranno in imbarazzanti dibattimenti penali .
E’ indubbio che tale normativa dimostra una volta di più come il nostro parlamento esegua direttive comunitarie e subisca condizionamenti culturali continentali e come sia assurdo pensare che la 194 possa essere abrogata da un potere legislativo nazionale tanto condizionato da quel vento laicista .
Mi interessa , però , ricordare ( sotto il profilo strettamente giuridico e non solo per deformazione professionale , in quanto avvocato operante quotidianamente nei rami civile e penale , e quindi giurista al pari di altri ) a tutti che la libera manifestazione del pensiero è tutelata da una norma costituzionale ( l’art. 21 ) e che , in quanto tale , non può essere compressa da una legge ordinaria .
Conseguentemente nessuna legge in questo paese potrà mai impedire ad un cittadino di contestare normative contrarie alle proprie convinzioni , anche di carattere religioso , qualora le sue dichiarazioni non siano intrinsecamente criminali , in quanto inneggianti alla discriminazione o alla violenza .
Ne sono la riprova i risultati che sono conseguiti all’applicazione della stessa “ legge Mancino “ , nel corpo della quale questa normativa è in parte destinata ad essere inserita .
Tale legge aveva finalità facilmente definibili come politiche , plausibilmente mirata a colpire un’area ( quella di estrema destra ) in ossequio ai “ desiderata “ , in particolare , di un politico che intese così “ ringraziare “ coloro che gli avevano organizzato il servizio d’ordine nei suoi comizi per diversi anni .
Ebbene , dopo 20 anni di applicazione della legge Mancino registriamo la presenza di una moltitudine di gruppi di area nonantifascista mai riscontrata in precedenza , tutti perfettamente legali .
Essi non possono affermare che gli ebrei debbono essere chiusi nei forni crematori , ma penso che sia un sacrificio che la nostra democrazia può affrontare senza sentirsi impoverita .
Naturalmente questa legge , in quanto politica , non punisce certo chi incita all’odio di classe , ma non ha impedito , proprio in forza delle sentenze della magistratura , il sorgere di formazioni di quell’area ( che sono extraparlamentari a seguito dei pochi voti ottenuti in relazione alle soglie di sbarramento discutibilmente introdotte dalla legge elettorale vigente ) e non ha limitato lo scenario politico nazionale .
Analogamente , discriminare una persona per le sue tendenze sessuali è condotta ben diversa dall’esprimere opinioni contrarie al superamento degli istituti del matrimonio tradizionale , della famiglia tradizionale e dell’adozione tradizionale , nei quali , personalmente , credo in modo fermissimo e crederò sempre .
Per quale motivo non verrò mai condannato con sentenza passata in giudicato per alcun reato , a seguito di queste mie convinzioni , come di quelle che coincidono con l’affermazione della sacralità della Vita dal concepimento alla morte naturale ?
Perché l’incostituzionalità di una legge ordinaria ( che in tanti stiamo denunciando in questi giorni ) non è una sua caratteristica estetica che la rende più o meno gradevole o affascinante , ma è la condizione stessa nel nostro ordinamento per la sua perdurante applicabilità .
Dunque , se mai un PM , che pure come magistrato deve interpretare una norma tenendo presenti anzitutto i princìpi generali di tale ordinamento , a partire da quelli che discendono dalle disposizioni della nostra carta , rinviasse a giudizio un cittadino per il solo fatto di aver dichiarato la propria contrarietà al matrimonio tra persone dello stesso sesso , mai questo monstrum giuridico potrebbe superare contemporaneamente la pronuncia di incostituzionalità ( emessa dalla Corte Costituzionale , che verrebbe fatalmente investita della questione , in quanto determinante per la decisione e non certo manifestamente infondata , con sospensione del giudizio in corso ) nonché le sentenze di primo, secondo e terzo grado , travolgendo l’assennatezza e la competenza , soprattutto , di una Corte d’Appello , della Corte di Cassazione e della Consulta stessa .
Chiunque è in grado di comprendere che una dichiarazione di tale contenuto ( contrarietà al matrimonio tra persone dello stesso sesso ) integra una condotta ben diversa ( senza neppure considerare le ipotesi di violenza o di provocazione alla violenza ) dal compimento di un atto discriminatorio ( o dall’incitamento a commetterlo ) “ fondato sull’omofobia o transfobia “ ( come recita il testo normativo ) , quale quello di licenziare con tale argomentazione ( perché si è appreso essere omosessuale o transessuale ) una persona , o , con riferimento ad una semplice opinione non istigatoria , dall’asserzione che un determinato individuo non va considerato un essere umano a causa delle sue tendenze sessuali .
Certo , nella quotidianità vengono emesse sentenze che lasciano perplessi e che in astratto potrebbero essere avallate da una normativa come quella in questione , che ho già criticato radicalmente per il suo carattere ideologico e a sua volta discriminatorio .
Ma isolate decisioni con quell’assurdo contenuto sarebbero ben possibili anche oggi a prescindere da quella legge , penso ad una condanna per diffamazione .
In buona sostanza , è ben difficile che la Corte Costituzionale , investita del caso , non possa precisare in quei termini la corretta estensione della legge , come rientra nei suoi compiti ( cito come esempio le pronunce della medesima che hanno limitato la portata dell’apologia di reato , nel rispetto della libertà di manifestazione del pensiero ) .
E , in ogni caso , quella decisione di condanna non potrebbe mai superare il secondo e terzo grado di giudizio , così come avvenuto per le azioni giudiziarie che potevano essere ostative al sorgere di movimenti di estrema destra non palesemente razzisti .
In conclusione : condivido le obiezioni sostanziali di fondo sul contenuto della legge ( che io stesso ho sollevato da tempo ) , ma esprimo delle forti perplessità formali sull’opportunità che un’organizzazione che si definisce pro life ( e non tradizionalista o altro ) debba osteggiarla in prima linea , tanto più ricorrendo ad argomentazioni giuridiche infondate ( formulate in spregio ai princìpi generali del nostro ordinamento giuridico , oltreché alle risultanze storiche di questi anni ) sulla portata liberticida generale di quella normativa e tali da produrre effetti disincentivanti sull’impegno dei cattolici nelle battaglie a difesa della Vita .
Non abbiate paura , dunque , come disse qualcuno molto più illustre del sottoscritto , e combattete insieme a noi per la difesa dei più deboli , se possibile senza rintanarvi su posizioni ultraradicali e vagamente propagandistiche ( in quanto inconsistenti sul piano giuridico ) che tanto corrispondono all’immagine caricaturale che i nostri avversari “ abortisti “ vogliono rappresentare di noi , al fine di screditare e mortificare in radice ragioni che si fondano sui princìpi basilari di una qualsiasi società civile, di ogni tempo e luogo , e che si traducono nel riconoscere all’individuo il proprio diritto di nascere .
Pietro Guerini – Presidente nazionale NO194
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