SECONDO I “ PRO LIFE “ DURI E PURI OCCORRE PRUDENZA PERCHE’ LA LEGGE 194 AVREBBE UNA COMPONENTE UMANITARIA : COMBATTETE CON NOI PER UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO
Nota è la distinzione tra antiabortista ( che secondo dizionario è colui che non accetta la legalizzazione dell’aborto e che , quindi , in un paese dove l’aborto è autorizzato è abrogazionista ) e pro life ( colui che abrogazionista non lo è o che , al di là dei proclami , si oppone ad iniziative abrogazioniste concretamente attuabili con qualsivoglia motivazione , spesso ricorrendo anche alla censura , quindi non solo con parole ed opere , ma anche con mirate e rivendicate omissioni , operando di fatto all’interno dell’area come collaborazionista degli abortisti espliciti ) .
Alla prima categoria appartiene il nostro comitato ( che conta oltre 20 000 iscritti ) , alla seconda il resto del panorama di area ( assai meno rappresentato ) .
In questi mesi i pro life hanno pubblicato un loro manifesto ( da ritenersi tale sia per le intenzioni degli autori , che nello stesso titolo dichiarano di indicare “ punti fermi e strategie chiare “ , sia per il nome dei medesimi e la loro rappresentatività ) che potete leggere cliccando di seguito :
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-mondo-pro-vitapunti-fermie-strategie-chiare-8510.htm
Gli autori sono il chirurgo dott. Renzo Puccetti ( membro del comitato Marcia per la Vita ) e padre Giorgio Carbone , frate domenicano di Bologna ( ideologo spirituale del comitato Verità e Vita , organizzazione che significativamente svolge in quel convento domenicano le proprie assemblee nazionali , aperte dallo stesso Carbone ).
Il loro manifesto ha ricevuto l’imprimatur dell’artefice dichiarato della Marcia per la Vita , che ha spiegato a tutti il suo contenuto , per chi non lo avesse ben compreso (http://www.libertaepersona.org/wordpress/2014/03/strategie-pro-life/ ) .
Altro che Movimento per la Vita , questa è gente che fa sul serio .
In questo manifesto , dove si utilizza il termine intelligenza per distinguere l’assunto che lo caratterizza dai diversi orientamenti e dalle diverse strategie seguiti in materia , si afferma che occorre evitare di attaccare direttamente la 194 , in quanto in tal modo si pregiudicherebbe la componente umanitaria ( positiva ) di questa legge , che si contrapporrebbe ad una sua componente libertaria ( negativa ) .
Sarebbe agevole per me ironizzare sulla comprensione di un testo giuridico da parte di un chirurgo ed un teologo ( che nella vita si sono dedicati ad altri interessantissimi e delicatissimi ambiti, sui quali riconosco forse con maggiore umiltà la mia incompetenza e nella cui trattazione , quindi , mi asterrei da invocare a mio sostegno una presunta superiorità intellettiva ) , ma da cattolico fervente preferisco non addentrarmi in questa via , proprio per la posizione che ricopre uno dei due interessati.
Già la premessa , condivisa da diversi giuristi , secondo cui la 194 sarebbe la naturale figlia della sentenza n. 27 della consulta del 1975 è a dir poco discutibile , giacché in quella pronuncia si invoca ripetutamente e testualmente un “ bilanciamento “ ( per quanto non equo ) tra il diritto di nascita del concepito ed il diritto alla salute della gestante , del tutto assente nella legge , la quale deve , quindi ed al contrario , ritenersi in contrasto con quella decisione .
Entrando nel merito ed a prescindere dalla premessa , mi limito ad osservare che risulta davvero arduo individuare una componente umanitaria in una normativa :
a ) che riconosce il diritto di abortire liberamente nei primi 90 giorni di gravidanza , anche per mere ragioni economiche , morali , familiari e sociali , quindi per qualsiasi motivo , indipendentemente dalle condizioni di salute della donna ;
b ) che nel periodo successivo ( quindi dopo il terzo mese di gravidanza e senza alcun termine finale esplicito , stante l’indeterminatezza della “possibilità di vita autonoma del feto“ di cui all’ultimo comma dell’art. 7 ) sancisce tale diritto di aborto non solo nella sacrosanta ipotesi ( già tutelata ex art. 54 c.p. anteriormente all’entrata in vigore della 194 ed inattaccabile costituzionalmente , come giustamente sottolineato dalla Consulta anche nel 1981 prima del precedente referendum ) di grave pericolo di vita della gestante che porti a termine la gravidanza , ma anche allorché siano accertatati processi patologici che determinino un grave pericolo ( si badi bene , non gravi conseguenze ) per la salute fisica e psichica della donna ( salute in sé , dunque la lettera della legge contempla tutte le patologie , emicrania , obesità e depressione comprese ) .
Tra l’altro , secondo la pronuncia n. 22837 della Cassazione , le “ rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro “ , pure evocate dal 6 lett. b ) , potrebbero incredibilmente valere già come presunzione “ iuris tantum “ di questo grave pericolo per la salute della donna , il che attesterebbe in pratica la legalizzazione ad ogni effetto nel nostro paese dell’aborto eugenetico , da escludersi in una concreta fattispecie solo in caso di prova contraria .
Nulla , pertanto , vi è di umanitario in questa legge , che deve essere abrogata attraverso l’unica via praticabile , quella referendaria , nulla vi è da temere , da difendere o da perdere , si deve solo combattere da subito senza attendere tempi che non si riesce a comprendere quando e perché mai potranno essere migliori e senza dare a tale azione alcun termine finale o carattere di irripetibilità , utilizzando l’unico mezzo che l’ordinamento ci offre , riproponibile dopo un quinquennio .
Iscrivetevi a tal fine al nostro comitato attraverso il sito www.no194.org o , se già iscritti , aiutateci fattivamente e con spirito di militanza operando presso i nostri comitati locali , senza lasciarvi disincentivare da analisi e valutazioni erronee , del tutto destituite di fondamento e , nella migliore delle ipotesi , alquanto discutibili .
Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale comitato NO194Â e omonima associazione
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