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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : LA CADUTA DEL DUPLICE MITO DELL’IRRAGGIUNGIBILITA’ DEL QUORUM E DELLA SUDDITANZA DELL’ELETTORE AL PARTITO

Tra le diverse obiezioni che mi sono state sollevate quanto , due anni or sono , ho promosso l’iniziativa neoreferendaria , da cui è nato il sito www.no194.org , attraverso il quale si raccolgono le adesioni alla stessa , due hanno trovato un’inequivocabile smentita nelle recenti analoghe consultazioni .

Un’eccezione di carattere generale faceva leva sul fallimento dei referendum abrogativi dal 1995 ad oggi , che si erano chiusi con il mancato conseguimento del quorum del 50% dei votanti sul numero complessivo di elettori chiamati alle urne .

Ebbi modo di affermare da subito che la disaffezione dei nostri connazionali non era diretta verso un istituto che rappresenta il trionfo della democrazia , in quanto il cittadino attraverso esso può rigettare il prodotto dell’attività del parlamentare che ha eletto , ma verso i temi che erano stati via via sottoposti a giudizio popolare .

E ribadisco che una consultazione avente come oggetto la vita di altri esseri umani non può essere ritenuta priva di generale interesse , almeno alla pari di quelle riguardanti la natura pubblica dell’acqua , il nucleare o il legittimo impedimento .

Il referendum del 2005 sulla fecondazione medicalmente assistita , a prescindere dal contenuto fortemente ideale dell’astensionismo che ne determinò un totale insuccesso , aveva risvolti tecnicistici di non diffusa conoscenza , mentre il concetto di aborto è già noto a tutti i ragazzini di 14-15 anni .

Una seconda eccezione che veniva e viene sollevata attiene alle posizioni assunte dalle forze politiche sul merito della questione sottesa .

In particolare , si sottolineava come tutti i partiti rappresentati in Parlamento fossero d’accordo nel sostenere la validità di quella legge e come fosse , quindi , impossibile intraprendere con successo tale iniziativa in assenza di un loro appoggio .

Questa duplice asserzione è sicuramente valida nella premessa , non nelle conclusioni .

La classe parlamentare ha espressamente o , nella minoranza dei casi , tacitamente difeso la 194 , dimostrando di fatto una grossa sensibilità verso gli interessi di comodo degli elettori , dal cui consenso essa dipende , e nessuna sensibilità nei riguardi degli interessi vitali dei concepiti , che elettori non sono .

Ma da ciò non deve discendere automaticamente il fallimento di un’azione come quella da noi esercitata .

E’ senz’altro difficile intraprendere un’operazione referendaria senza l’appoggio dei partiti , delle loro strutture organizzative , dei cospicui finanziamenti o rimborsi statali ( per limitarci ad essi ) di cui possono godere e dei loro organi di stampa , ufficiali ed ufficiosi .

Una difficoltà che abbiamo riscontrato , senza alcuna sorpresa , sulla nostra pelle nella fase iniziale dell’iniziativa .

Il comitato promotore dei quattro referendum su cui siamo stati chiamati a votare il 12 e 13 giugno aveva alle spalle un’area politica molto vasta e tradizionalmente opulenta che si estende dal centro sinistra alla sinistra estrema ed ha ricevuto il supporto anche di altre formazioni .

Ma quando un princìpio ideale e giuridico è condiviso nell’animo e nella coscienza del singolo esso è destinato a travolgere ostacoli strutturali e logistici che possono apparire insormontabili .

Ed ecco il secondo insegnamento che si ricava dai recenti referendum .

Molti elettori dei partiti che avevano emanato quelle leggi attraverso i propri gruppi parlamentari hanno votato per la loro abrogazione seguendo le proprie convinzioni personali e senza che ciò , tra l’altro e presumibilmente , determini alcun mutamento delle loro future scelte partitiche .

Come ho sottolineato sin dal mio primo pezzo , l’elettore è sempre meno un suddito delle segreterie di partito e un mero esecutore delle loro decisioni , tanto che appare oggi davvero patetica la definizione secondo cui il partito stesso lascerebbe al proprio elettore “ libertà di voto “ .

Una libertà che l’elettore già si attribuisce senza chiedere autorizzazioni a nessuno .

Non è un caso che un noto politico , dopo aver per primo affermato in modo del tutto esplicito che oggigiorno i cittadini non seguirebbero più né ideologie né ideali , ma i leaders ( categoria nella quale egli riteneva di rientrare ) , dopo aver operato una conversione totale delle tesi ( condivisibili o meno ) che aveva sostenuto per decenni , abbia costituito un partito che vanta di fatto percentuali di consenso da prefisso telefonico .

L’elettore non si lascia condizionare dalle abbronzature o dal colore delle cravatte ( elementi su cui alcuni osservatori si soffermano come fossero fondamentali per l’acquisizione del consenso ) ma dagli ideali (e dalla coerenza nella loro affermazione ) , auspicabilmente a partire da quelli che attengono alla vita dei propri simili .

Credo che anche le 1 500 adesioni che abbiamo raggiunto ( oltre 1 300 delle quali negli ultimi 5 mesi e mezzo ) , senza appoggio di forze parlamentari e dei media , lo stiano a testimoniare .  

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 30-6-2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : RAGGIUNTE LE 1 300 ADESIONI

Quando il 12-1-2011 ho iniziato anche a gestire il sito www.no194.org , attraverso il quale si raccolgono le adesioni all’iniziativa neoreferendaria , dopo aver promosso l’operazione nel 2009 , contavamo 183 iscrizioni e mi posi come obiettivo il raggiungimento di quota 1 000 entro fine luglio .

Una previsione che poteva forse ritenersi ottimistica .

In realtà , in questi giorni , quindi a fine maggio , abbiamo toccato le 1 300 adesioni .

Il positivo sviluppo della nostra campagna deve molto a Riscossa Cristiana , che ci sta dando spazio da un anno e mezzo a questa parte , grazie alla grande sensibilità del suo direttore , che mi affianca nelle diverse conferenze che ci vengono organizzate .

Il risultato è stato reso possibile anche dalla collaborazione di alcune organizzazioni di area cattolica che hanno aderito all’iniziativa non appena richiesto ( cito , ad esempio e scusandomi per eventuali dimenticanze , il Movimento d’Amore San Juan Diego, Ora et labora in difesa della Vita , Militia Christi , che significativamente riportano l’invito ad aderire all’operazione già nella home page dei loro siti , senza nulla aver mai chiesto come contropartita ) e di altre formazioni non rigidamente riconducili a quella definizione .

E notevole è stato il lavoro di alcuni nostri iscritti ( la matematica , tra l’altro , rivela che il primato di adesioni raccolte dai singoli spetta a due donne ) .

Utilissimi sono stati i due eventi ( ben ) organizzati il 22 a Roma ed il 28 a Desenzano .

Nella capitale si sono prodigati lodevolmente alcuni nostri aderenti ed altre persone esterne .

Nella successiva manifestazione bresciana , ho operato unitamente a due validi iscritti e altri volontari ( facendo nel nostro complesso pressoché il pieno dei partecipanti , lo posso affermare proprio in quanto presente ) sin dal raduno e soprattutto all’esterno della sala conferenze .

Provvidenziale al riguardo si è rivelato il rigetto della mia richiesta di poter esporre per 5 minuti l’iniziativa nel dibattito fissato per il pomeriggio ( durato poi 4 ore ) espressomi per iscritto due mesi or sono da parte di uno degli organizzatori , che da diverso tempo lamenta nei suoi articoli l’immobilismo che affliggerebbe il principale movimento antiabortista italiano .

Un rigetto motivato testualmente con argomentazioni rigidamente conservatrici , in forza delle quali non ero titolato a partecipare alla tavola rotonda in quanto essa era riservata a coloro che avevano fatto la storia del mondo pro life nazionale .

Ho potuto in tal modo dedicarmi totalmente ad incrementare , mediante il rapporto diretto con i partecipanti , la consistenza di un movimento che intende operare per conseguire un obiettivo concreto , ancorché di non facile attuazione , l’unico che ( a livello di politica antiabortista e , quindi , fatte salve la straordinaria utilità e portata umana del volontariato nonché l’importanza dell’attività culturale ) rappresenta una rottura rispetto all’immobilismo sopra evocato ( a prescindere dall’identità delle organizzazioni a cui esso possa riferirsi ) , vale a dire ottenere l’abrogazione di quella legge che tanto viene criticata con numerose pubblicazioni .

La marea di adesioni che , nonostante i tanti ostacoli , sta confluendo attorno a questo obiettivo comprova che il nostro mondo ( in particolare , la sua base ) vuole battersi per difendere concretamente a livello legislativo i propri ideali e non limitarsi a denunciare e descrivere un fenomeno drammatico .

Alcune riviste e circoli hanno dimostrato in questi giorni di aver compreso questo effetto positivo della nostra azione , sostenendo per la prima volta dopo anni tesi abrogazioniste .

Ringrazio tutti .

  

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 31-5-2011

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 : ABORTO E MONDO ECCLESIASTICO

Le argomentazioni a sostegno dell’iniziativa neo-referendaria , a cui si può aderire attraverso il sito www.no194.org sotto “ Aderisci ! “ , alla quali da sempre faccio richiamo sono essenzialmente di carattere razional-giuridico .

Ciò non solo per la mia formazione , ma soprattutto perché nessuno ( neppure un ateo ) , in quanto cittadino , può sottrarsi al confronto sui parametri giuridici , a differenza di quanto può avvenire per quelli religiosi .

Un’impostazione di fondo che non prescinde , ovviamente , dall’alto valore spirituale delle tesi cosiddette antiabortiste .

Lungi da me l’intenzione di strumentalizzare opinioni tanto autorevoli come quelle espresse in materia di aborto dai Pontefici , ma , in quest’epoca caratterizzata da una certa confusione , trovo interessante ricordare gli interventi effettuati degli ultimi Papi su tale tragica piaga .

Il 22 maggio 2003 , in occasione del venticinquesimo anniversario dall’entrata in vigore della 194 , Papa Giovanni Paolo II dichiarò : “ Non può esserci pace autentica senza il rispetto della Vita , specie se innocente e indifesa come quella dei bambini non ancora nati . “ , “ Nessuna azione per la pace può essere efficace se non ci si oppone con la stessa forza agli attacchi contro la Vita in ogni sua fase , dal suo sorgere sino al naturale tramonto “ .

Del resto nella “ Evangelium vitae “ del 1995 , il Pontefice polacco affermò inequivocabilmente che “ L’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta , comunque venga attuata , di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza , compresa tra il concepimento e la nascita “ .

Papa Benedetto XVI  , in occasione del trentennale dall’entrata in vigore della legge che vogliamo abrogare , quindi il 22 maggio 2008 , non fece certo affermazioni di tenore diverso : “ L’aver permesso di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza ha aperto un’ulteriore ferita nella nostra società. Difendere la Vita umana è diventato oggi praticamente più difficile , perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore “ , “ Da quando in Italia è stato legalizzato l’aborto ne è derivato un minor rispetto per la persona umana , valore che sta alla base di ogni civile convivenza , al di là di ogni fede “ .

Di recente , il 27 febbraio 2011 , Sua Santità ha sottolineato come “ L’aborto non è mai terapeutico, i medici che convincono le donne ad abortire le ingannano “ .

Come si può notare , la condanna espressa dal vertice assoluto della Chiesa cattolica è rivolta non solo contro l’aborto , ma pure esplicitamente contro la legge 194 .

Questo in risposta a certi macchiavellismi che pervadono anche il cosiddetto mondo antiabortista , secondo i quali l’aborto sarebbe un fenomeno tragico e gravissimo , ma la legge 194 sarebbe intoccabile , anzi da attuare pienamente , sotto il profilo di una valorizzazione dei consultori familiari , quale unico elemento di dibattito con l’area ha partorito tale legge .

Una linea che trova una robusta sponda politico-parlamentare , al punto di essere ufficialmente condivisa dal leader dell’UDC Pierferdinando Casini .

Ed una linea che è presente pure all’interno della Chiesa , mi auguro in misura decisamente minoritaria .

Don Gallo , in una recente intervista televisiva a “ Le invasioni barbariche “ , ha criticato espressamente “ la chiusura ecclesiastica sul tema dell’aborto “ , difendendo una volta di più il tenore della 194 .

In pratica , il Sacerdote genovese , con la sua posizione , compie una rilettura dei princìpi fondamentali che caratterizzano il cattolicesimo , che si può tradurre come segue : “ Ama in modo tanto onnipotente te stesso al punto che , qualora ne ravvisi la necessità , puoi sopprimere il prossimo tuo “ , “ Onora il padre e la madre , ma, se vuoi , elimina tuo figlio “ , “ Gli ultimi saranno i primi , sempre che tu ritenga necessario farli nascere “ , “ Non uccidere , al limite sopprimi un individuo durante il concepimento “ .

Le teorie innovative di Don Gallo rappresentano solo la versione esplicita di un atteggiamento conservatore anche interno al mondo ecclesiastico verso la legislazione vigente in materia .

Quando ho cercato di organizzare la mia prima conferenza , mi sono rivolto ad un anziano collega del prevosto ligure , il quale , dopo un certo entusiasmo iniziale , ha preferito soprassedere dai suoi propositi , esprimendo il timore che le mie posizioni potessero suscitare polemiche .      

Meglio il quieto vivere .

Ecco che , ragionando a tale stregua , il popolo si creerebbe la propria religione , storicizzando quella precedente ed indicando implicitamente alla Chiesa i princìpi che deve professare , con l’incombente sanzione dell’impopolarità e della polemica .

In realtà , questo atteggiamento si traduce in una sottomissione acquiescente a tendenze sostenute da ambienti organizzati e minoritari , creando controproducente sconcerto e disorientamento in coloro che invece si riconoscono nel messaggio cristiano .    

Pertanto , la legge 194 ha “ creato una mentalità di progressivo svilimento del valore della vita , al punto di renderne più difficile la difesa “ , ed ha legalizzato “ l’uccisione deliberata e diretta di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza “ , ma sarebbe opportuno non appoggiare neppure nelle forme più indirette iniziative oggettivamente dirette ad ottenerne l’abrogazione .

In tal modo si avallano le tesi e gli auspici laicisti secondo cui gli appartenenti al clero debbono essere spettatori dei mutamenti sociali , quali unici cittadini esclusi dal dibattito democratico , ai quali dev’essere negato il diritto di esprimere le proprie opinioni e di agire a sostegno delle stesse .   

Nella fattispecie , se una legge viene così duramente stigmatizzata dai Pontefici ( che ricoprono un ruolo anche gerarchico all’interno della Chiesa ) , credo sia ovvio dedurre che essi siano contrari alla sua vigenza e siano , dunque , favorevoli alla sua abrogazione .

L’abrogazione di una legge non può che avvenire nel rispetto dell’ordinamento giuridico a cui essa si riferisce .

Nel nostro paese , in astratto , ciò potrebbe compiersi solo in due modi : per via parlamentare o per via referendaria .

Il curriculum antiabortista dei nostri parlamentari , maturato in questi 33 anni dalla promulgazione della 194 , è totalmente nullo , se è vero che essi , compresi i sedicenti cattolici , non hanno ritenuto opportuno presentare un solo disegno di legge contro quella legge .

Non vi è , dunque , altra via che quella referendaria .

Se davvero si vogliono tradurre in concreto dei princìpi , è inevitabile sostenere le iniziative che si muovono in quella direzione .

Ecco perché confido in un appoggio logistico da parte delle strutture che ruotano attorno al mondo ecclesiastico , a partire dalle parrocchie , una volta che la nostra operazione avrà raggiunto un numero di aderenti ( ad oggi circa 600 ) tale da poter pianificare con gli stessi sul territorio la materiale raccolta delle firme .

Il tutto nella piena consapevolezza che la Chiesa non può farsi promotrice di un referendum , il che consente anche di scongiurare in radice la riferibilità ai suoi componenti dell’umana ( non diffusissima e non costruttiva ) tendenza a considerare errato ed inopportuno tutto ciò che , pur in linea con i propri princìpi , non si propone in prima persona , per poi tentare grottescamente di giustificare tale atteggiamento psicologico con contradditorie argomentazioni per nulla razionali , attinte in modo paradossale e significativo dal versante ideale opposto .

Sarebbe anche l’occasione per dimostrare una volta per tutte ed inequivocabilmente all’intera collettività , ai fedeli in particolare ed a se stessi che la Chiesa cattolica si muove di fatto in linea con il Magistero del Sommo Pontefice ( e nel rispetto della sua autorità spirituale ) e non di Don Gallo .

 

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato su www.riscossacristiana.it il 30-4-2011 

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : ISTITUZIONI COMUNITARIE , LEGISLAZIONI NAZIONALI E IL MODELLO DI CIVILTA’ IRLANDESE

Le illuminate menti che riescono a comprendere , a differenza di noi , la legittimità della soppressione di un nostro simile , anche attingendo ad un patrimonio culturale superiore particolarmente sensibile ai diritti fondamentali del cittadino ed alla difesa dei più deboli , elevano spesso il loro pensiero al punto di conferirgli un respiro internazionale .    

Il quadro legislativo continentale non è certo nel complesso incoraggiante ( si veda l’articolo che ho fatto pubblicare sul numero del 31-1-2010 di questa rivista , allora riportata sul sito  www.lariscossacristiana.com ) e da ciò esse traggono ispirazione per affermare l’irreversibilità della normativa che legalizza la pratica abortiva , accettata dalla quasi totalità dei paesi , quindi da ritenersi sacrosanta e , in ogni caso , definitiva .

Non solo , ma tale definitività sarebbe ratificata a livello istituzionale .

In particolare , i princìpi recepiti e propugnati dalle istituzioni comunitarie sarebbero incompatibili con il riconoscimento di un diritto alla nascita ( da comprimersi sono in circostanze eccezionali ) , a seguito della esplicita tutela concessa ( sia pur con diverse sfaccettature paese per paese ) al contrastante diritto all’interruzione volontaria di gravidanza , tutela che si tradurrebbe in un vero e proprio diritto all’aborto , contro il quale non si potrebbe legiferare in nessuno stato europeo .

Anche alla luce di ciò , iniziative come la nostra assumerebbero un carattere del tutto pleonastico .

Una risposta significativa a questa ennesima argomentazione strampalata contrastante con l’operazione neoreferendaria è venuta da una recente sentenza emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo , a seguito di un ricorso presentato nel 2005 da due donne irlandesi e da una lituana residente nell’isola verde .

Ricorso con il quale esse hanno lamentato il presunto contrasto dell’art. 8 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali ( che tutela il diritto al rispetto della vita privata e familiare )  da parte della legislazione nazionale irlandese , che ammette la pratica abortiva solo in presenza di un pericolo di vita della madre .  

Ebbene , con la sentenza citata , la Corte adìta ha affermato a chiare lettere l’intangibile sovranità di ogni singola nazione nel regolamentare il fenomeno in oggetto , sottolineando che nella convenzione europea ora citata non è contemplato alcun diritto all’aborto .    

Ogni Stato , quindi ed a prescindere dalla comunque non illimitata incidenza generale delle istituzioni comunitarie sui parlamenti nazionali , può liberamente disciplinare in materia , senza subire decisivi condizionamenti da parte delle stesse .

Di conseguenza , in merito non sussiste alcun obbligo del nostro paese di adeguarsi a normative esterne .

Ricordiamo che la legge 194 , che riconosce il diritto all’interruzione della gravidanza nei primi 90 giorni per qualsiasi ragione , anche meramente economica , morale e sociale , è sostanzialmente identica alla legge che disciplina il fenomeno abortivo in Francia .

Orbene , con l’adesione all’iniziativa neoreferendaria , che si effettua accedendo al sito www.no194.org secondo le modalità precisate sotto “ aderisci ! “ , si può non solo affermare un princìpio universale nella prospettiva di concrete implicazioni di carattere legislativo , ma anche sancire una rottura con una cultura nichilista che mal si concilia con la tradizione più profonda della realtà italiana .

Non possiamo ignorare che la capitale del nostro paese è la capitale mondiale del cattolicesimo e che tale religione ha affermato la sacralità della vita come valore assoluto , in quanto tale non comprimibile dagli interessi di comodo dei singoli .

Ho sostenuto sin dal mio primo pezzo pubblicato sulla rivista che gentilmente mi ospita ( pubblicato il 31-12-2009 ) che il diritto alla nascita doveva essere riconosciuto a livello costituzionale ed inserito tra quelli inviolabili di cui all’art. 2 della Carta .

Il che avrebbe reso incostituzionale la 194 .

Ed ho anche precisato , sempre in quell’articolo che , al limite e quanto meno , i costituenti avrebbero dovuto estendere il generale diritto di rinvio alle camere del Capo dello Stato , non vincolante e non ripetibile secondo l’art. 74 della Carta stessa , rendendolo  vincolante e ripetibile per quelle leggi contrastanti con i diritti dei non elettori ( categoria alla quale i concepiti appartengono ) , rispetto al consenso dei quali il parlamentare non dipende .

E non è certo un caso che il diritto alla nascita trovi diretto riconoscimento nella costituzione irlandese .

Una costituzione emanata da un paese che costituisce , anche sul piano legislativo , un autentico esempio di civiltà a livello mondiale e , comunque , europeo.

L’Irlanda , attingendo dalla consapevolezza della propria drammatica storia , resiste orgogliosa ad ulteriori colonizzazioni provenienti dal proprio continente , con le quali si vorrebbe pure legalizzare la soppressione dei propri figli .

Questa fiera resistenza trae il proprio fondamento ideale nel richiamo ad una cultura religiosa che si riconosce nella chiesa romana e nell’autorità spirituale del Sommo Pontefice .

Riportandomi al discorso di apertura , se nell’affrontare un tema vitale ( in tutti i sensi ) come quello dell’aborto proprio non vogliamo , come dovremmo , limitarci ad interrogare le nostre coscienze , ma intendiamo svolgere preliminari analisi culturali o sociologiche di respiro internazionale , sarebbe opportuno che ci prodigassimo in tale esercizio volgendo la nostra attenzione a quella specifica realtà e che , rispecchiandoci in essa , scorgessimo le radici culturali che sono peculiari della nostra società .               

Anche per questi motivi , dunque , invito tutti ad aderire alla nostra iniziativa , aggiungendosi al mezzo migliaio di nostri connazionali che hanno già fatto tale scelta , due terzi dei quali solo negli ultimi due mesi e mezzo . 

 

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

 Pubblicato il 30-3-2011 su www.riscossacristiana.it

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 : ABORTO FARMACOLOGICO E SUA ASSERITA INELUTTABILITA’

Negli ultimi millenni , mentre il suo gemello scimpanzé si limitava ad effettuare capriole rovesciate, a grattarsi il capo e ad arrampicarsi sulle piante , l’essere umano ha realizzato una molteplicità di invenzioni finalizzate a garantirsi una maggior comodità nel vivere quotidiano .
Tra di esse , assai rilevanti nella materia di nostro interesse sono le cosiddette pillole abortive , con le quali si consente alla gestante di eliminare per via farmacologica la scocciatura di una gravidanza ed il prodotto della stessa .
Le tesi dirette ad affermare l’assoluta intangibilità della 194 hanno fatto riferimento anche all’entrata in commercio di tali prodotti .
Si è sostenuto , in particolare , che la circolazione delle pillole abortive renderebbe anacronistico qualsiasi tentativo di regolamentazione del fenomeno .
Il progresso tecnologico ha incrementato notevolmente la potenzialità delle autovetture , che possono raggiungere velocità sempre più elevate .
Ciò nonostante , nessuno si stupisce che i vari codici della strada nazionali prevedano costantemente limiti di velocità , superati i quali vengono applicate sanzioni , in Italia , tra l’altro , di severità sempre crescente .
Perché nessuno si stupisce ?
Ovvio , perché ad una maggiore pericolosità del fenomeno deve corrispondere una maggiore attenzione da parte dello Stato nell’arginarlo , onde cercare di contenere il numero di vittime della strada .
Ma si può impedire preventivamente ad un automobilista di raggiungere velocità eccessive ?
No .
Per fare un esempio ancor più pregnante , rimaniamo in tema di pillole .
Negli ultimi anni si sono diffusi in misura esponenziale la produzione ed il consumo di compresse stupefacenti , il che ha reso ancor più difficilmente controllabile il commercio di droghe .
Un fenomeno preoccupante , al quale non ha fatto seguito non dico l’abrogazione delle norme proibizioniste , ma neppure l’entrata in vigore di legislazioni maggiormente tolleranti in ordine allo spaccio ed al consumo ( pensiamo alla dose minima ) di quelle sostanze .
Ora , per quale motivo l’esistenza di forme più sofisticate di soppressione di un concepito dovrebbero giustificare la definitiva legittimità di quella condotta e vieppiù rendere ingiustificabili i tentativi di combattere quella legittimità , a differenza di quanto accade per altri fenomeni quali i sinistri stradali ed il commercio di sostanze stupefacenti , per i quali alla maggior sofisticazione corrisponde una maggiore severità da parte dello Stato ?
E dire che , se ci limitiamo ai dati ufficiali forniti dal Ministero della Salute , nel 2009 sarebbero stati praticati nel nostro paese 116 933 aborti , mentre i dati sempre ufficiali ( sia pur molto allarmanti ) sugli incidenti stradali parlano di 4739 ( fonte DFT ) decessi verificatisi in Italia nel 2008 .
Ciò significa che i concepiti soppressi volontariamente nel 2009 sono stati 24,67 volte più dei morti sulla strada nel 2008 ( rapporto ben superiore se si considerano gli aborti clandestini ) , il che rende insostenibile ogni argomentazione diretta a motivare il differente atteggiamento dell’autorità con la trascurabilità del fenomeno legalizzato dalla 194 .
E dire , ancora , che , a seguito dell’assunzione di sostanze stupefacenti ( pratica sicuramente censurabile senza se e senza ma ) , l’evento letale ( ugualmente molto meno frequente ) è eventuale e frutto di regola di un processo progressivo , non certo ed immediato come nel caso dell’interruzione volontaria di gravidanza .
Il differente trattamento trova la propria ragione nella necessità , ben avvertita dalla classe parlamentare , di tutelare gli interessi di comodo degli elettori a totale scapito degli interessi vitali dei concepiti , che elettori non sono .
Interesse di comodo esercitato da quel prossimo congiunto che , viceversa , piange il defunto in un sinistro o la vittima dell’assunzione di droghe .
Un atteggiamento , questo , che ha indotto il legislatore a considerare embrione e feto meno tutelabili di un oggetto altrui ( danneggiando il quale si risponde del reato di cui all’art. 635 c.p. ) o dell’aria ( la cui qualità è salvaguardata dalle leggi ambientali ) .
Ecco che lo Stato viene meno alla propria funzione fondamentale , quella di offrire una tutela al soggetto più debole .
Ricordo , in particolare , che , ai sensi dell’art. 4 della 194 , è ammessa la soppressione di un concepito nei primi 90 giorni di gravidanza anche per mere ragioni economiche , morali e sociali , quindi per qualsiasi motivo .
Una disposizione che incontra il dissenso di ben il 73,7 % dei nostri connazionali , in base ad un sondaggio Eurispes del 2006 .
E ricordo , ancora , che , in forza dell’art. 5 di tale legge , la decisione abortiva spetta solo alla madre , che può coinvolgere il potenziale padre solo se lo ritiene opportuno a sua discrezione , e ciò anche se coniugata .
Principio non condiviso dal 78% degli italiani , secondo lo stesso sondaggio or ora citato .
Appare evidente che la nostra azione , diretta all’abrogazione della l. 194 per via referendaria , di fatto resa obbligatoria dall’assoluto trentennale immobilismo della classe parlamentare , non deve in alcun modo essere dissuasa dall’introduzione delle pillole abortive .
La 194 legalizza l’aborto volontario , sia chirurgico che farmacologico .
La sua abrogazione renderebbe , quindi , illegale tale pratica in ogni sua forma e sanzionerebbe l’assunzione e il commercio di pillole abortive al pari dello spaccio di quelle stupefacenti , stante l’abrogazione pure dell’art. 22 della legge , che ha abolito le previgenti norme di carattere penale che punivano la condotta abortiva .
La tesi espressa dall’on. Fini nel 2009 , secondo cui la disciplina delle pilolle abortive sarebbe di esclusiva competenza delle commissioni farmacologiche , è tanto più significativa in quanto proveniente dal Presidente di una delle due Camere , organi che esercitano il potere legislativo .
Lasciando a coloro che credono nelle favole la speranza che il nostro Parlamento possa anche solo modificare in senso restrittivo la legislazione attuale ed esprimendo , nel contempo , il disinteresse verso questa puramente teorica , intermedia eventualità , sottolineo con soddisfazione il consistente numero di nuove adesioni ( 4 al giorno ) che ho potuto riscontrare da quando , il 12-1-2011 , ho avuto modo di gestire personalmente il sito www.no194.org .
I neo iscritti , di regola , incoraggiano a non mollare ed esprimono un atteggiamento critico tanto profondo quanto spontaneo nei confronti sia della normativa vigente , sia del comportamento del mondo politico , sia , riscontro di fatto , dell’atteggiamento di una buona parte del mondo cattolico (termine nel quale , come sempre, non comprendo la realtà ecclesiastica) .
Una critica , quest’ultima , che registro senza alcun entusiasmo .
Il bilancio di questo mese e mezzo è stato tale da incoraggiarmi ancor più a proseguire in questa iniziativa che , per quanto mi riguarda , è , peraltro e in ogni caso , frutto di un impegno vitalizio ed irrevocabile .
Delle due l’una .
O si ritiene intangibile la scelta della madre e , quindi , intoccabile la 194 , o si ritiene prevalente il diritto di nascere del concepito , da comprimersi solo in circostanze del tutto eccezionali .
Ricordo sempre che la legislazione irlandese contempla l’aborto solo quale conseguenza del pericolo di vita della madre , evento percentualmente del tutto trascurabile sul piano casistico .
Qualunque posizione intermedia è palesemente contraddittoria , frutto nella migliore delle ipotesi di confusione ed incoerenza .
Dopo aver ringraziato gli iscritti per la loro adesione e le loro parole , invito tutti coloro che sono riusciti non solo a cogliere la drammaticità del fenomeno abortivo e la necessità di abrogare la 194 , ma pure a comprendere l’inefficenza e l’ipocrisia di chi ha sino ad oggi strumentalizzato e reso irrilevante il dissenso verso tale legge , gestendolo con finalità del tutto avulse della tutela della vita del concepito , ad aderire all’iniziativa neoreferendaria sul sito www.no194.org ( con le modalità precisate sotto “ Aderisci ! “) , ricevendo risposta dal sottoscritto entro 24-48 ore dall’invio della loro mail .

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

Pubblicato il 28-2-2011 su www.riscossacristiana.it

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