NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 : ABORTO FARMACOLOGICO E SUA ASSERITA INELUTTABILITA’

Negli ultimi millenni , mentre il suo gemello scimpanzé si limitava ad effettuare capriole rovesciate, a grattarsi il capo e ad arrampicarsi sulle piante , l’essere umano ha realizzato una molteplicità di invenzioni finalizzate a garantirsi una maggior comodità nel vivere quotidiano .
Tra di esse , assai rilevanti nella materia di nostro interesse sono le cosiddette pillole abortive , con le quali si consente alla gestante di eliminare per via farmacologica la scocciatura di una gravidanza ed il prodotto della stessa .
Le tesi dirette ad affermare l’assoluta intangibilità della 194 hanno fatto riferimento anche all’entrata in commercio di tali prodotti .
Si è sostenuto , in particolare , che la circolazione delle pillole abortive renderebbe anacronistico qualsiasi tentativo di regolamentazione del fenomeno .
Il progresso tecnologico ha incrementato notevolmente la potenzialità delle autovetture , che possono raggiungere velocità sempre più elevate .
Ciò nonostante , nessuno si stupisce che i vari codici della strada nazionali prevedano costantemente limiti di velocità , superati i quali vengono applicate sanzioni , in Italia , tra l’altro , di severità sempre crescente .
Perché nessuno si stupisce ?
Ovvio , perché ad una maggiore pericolosità del fenomeno deve corrispondere una maggiore attenzione da parte dello Stato nell’arginarlo , onde cercare di contenere il numero di vittime della strada .
Ma si può impedire preventivamente ad un automobilista di raggiungere velocità eccessive ?
No .
Per fare un esempio ancor più pregnante , rimaniamo in tema di pillole .
Negli ultimi anni si sono diffusi in misura esponenziale la produzione ed il consumo di compresse stupefacenti , il che ha reso ancor più difficilmente controllabile il commercio di droghe .
Un fenomeno preoccupante , al quale non ha fatto seguito non dico l’abrogazione delle norme proibizioniste , ma neppure l’entrata in vigore di legislazioni maggiormente tolleranti in ordine allo spaccio ed al consumo ( pensiamo alla dose minima ) di quelle sostanze .
Ora , per quale motivo l’esistenza di forme più sofisticate di soppressione di un concepito dovrebbero giustificare la definitiva legittimità di quella condotta e vieppiù rendere ingiustificabili i tentativi di combattere quella legittimità , a differenza di quanto accade per altri fenomeni quali i sinistri stradali ed il commercio di sostanze stupefacenti , per i quali alla maggior sofisticazione corrisponde una maggiore severità da parte dello Stato ?
E dire che , se ci limitiamo ai dati ufficiali forniti dal Ministero della Salute , nel 2009 sarebbero stati praticati nel nostro paese 116 933 aborti , mentre i dati sempre ufficiali ( sia pur molto allarmanti ) sugli incidenti stradali parlano di 4739 ( fonte DFT ) decessi verificatisi in Italia nel 2008 .
Ciò significa che i concepiti soppressi volontariamente nel 2009 sono stati 24,67 volte più dei morti sulla strada nel 2008 ( rapporto ben superiore se si considerano gli aborti clandestini ) , il che rende insostenibile ogni argomentazione diretta a motivare il differente atteggiamento dell’autorità con la trascurabilità del fenomeno legalizzato dalla 194 .
E dire , ancora , che , a seguito dell’assunzione di sostanze stupefacenti ( pratica sicuramente censurabile senza se e senza ma ) , l’evento letale ( ugualmente molto meno frequente ) è eventuale e frutto di regola di un processo progressivo , non certo ed immediato come nel caso dell’interruzione volontaria di gravidanza .
Il differente trattamento trova la propria ragione nella necessità , ben avvertita dalla classe parlamentare , di tutelare gli interessi di comodo degli elettori a totale scapito degli interessi vitali dei concepiti , che elettori non sono .
Interesse di comodo esercitato da quel prossimo congiunto che , viceversa , piange il defunto in un sinistro o la vittima dell’assunzione di droghe .
Un atteggiamento , questo , che ha indotto il legislatore a considerare embrione e feto meno tutelabili di un oggetto altrui ( danneggiando il quale si risponde del reato di cui all’art. 635 c.p. ) o dell’aria ( la cui qualità è salvaguardata dalle leggi ambientali ) .
Ecco che lo Stato viene meno alla propria funzione fondamentale , quella di offrire una tutela al soggetto più debole .
Ricordo , in particolare , che , ai sensi dell’art. 4 della 194 , è ammessa la soppressione di un concepito nei primi 90 giorni di gravidanza anche per mere ragioni economiche , morali e sociali , quindi per qualsiasi motivo .
Una disposizione che incontra il dissenso di ben il 73,7 % dei nostri connazionali , in base ad un sondaggio Eurispes del 2006 .
E ricordo , ancora , che , in forza dell’art. 5 di tale legge , la decisione abortiva spetta solo alla madre , che può coinvolgere il potenziale padre solo se lo ritiene opportuno a sua discrezione , e ciò anche se coniugata .
Principio non condiviso dal 78% degli italiani , secondo lo stesso sondaggio or ora citato .
Appare evidente che la nostra azione , diretta all’abrogazione della l. 194 per via referendaria , di fatto resa obbligatoria dall’assoluto trentennale immobilismo della classe parlamentare , non deve in alcun modo essere dissuasa dall’introduzione delle pillole abortive .
La 194 legalizza l’aborto volontario , sia chirurgico che farmacologico .
La sua abrogazione renderebbe , quindi , illegale tale pratica in ogni sua forma e sanzionerebbe l’assunzione e il commercio di pillole abortive al pari dello spaccio di quelle stupefacenti , stante l’abrogazione pure dell’art. 22 della legge , che ha abolito le previgenti norme di carattere penale che punivano la condotta abortiva .
La tesi espressa dall’on. Fini nel 2009 , secondo cui la disciplina delle pilolle abortive sarebbe di esclusiva competenza delle commissioni farmacologiche , è tanto più significativa in quanto proveniente dal Presidente di una delle due Camere , organi che esercitano il potere legislativo .
Lasciando a coloro che credono nelle favole la speranza che il nostro Parlamento possa anche solo modificare in senso restrittivo la legislazione attuale ed esprimendo , nel contempo , il disinteresse verso questa puramente teorica , intermedia eventualità , sottolineo con soddisfazione il consistente numero di nuove adesioni ( 4 al giorno ) che ho potuto riscontrare da quando , il 12-1-2011 , ho avuto modo di gestire personalmente il sito www.no194.org .
I neo iscritti , di regola , incoraggiano a non mollare ed esprimono un atteggiamento critico tanto profondo quanto spontaneo nei confronti sia della normativa vigente , sia del comportamento del mondo politico , sia , riscontro di fatto , dell’atteggiamento di una buona parte del mondo cattolico (termine nel quale , come sempre, non comprendo la realtà ecclesiastica) .
Una critica , quest’ultima , che registro senza alcun entusiasmo .
Il bilancio di questo mese e mezzo è stato tale da incoraggiarmi ancor più a proseguire in questa iniziativa che , per quanto mi riguarda , è , peraltro e in ogni caso , frutto di un impegno vitalizio ed irrevocabile .
Delle due l’una .
O si ritiene intangibile la scelta della madre e , quindi , intoccabile la 194 , o si ritiene prevalente il diritto di nascere del concepito , da comprimersi solo in circostanze del tutto eccezionali .
Ricordo sempre che la legislazione irlandese contempla l’aborto solo quale conseguenza del pericolo di vita della madre , evento percentualmente del tutto trascurabile sul piano casistico .
Qualunque posizione intermedia è palesemente contraddittoria , frutto nella migliore delle ipotesi di confusione ed incoerenza .
Dopo aver ringraziato gli iscritti per la loro adesione e le loro parole , invito tutti coloro che sono riusciti non solo a cogliere la drammaticità del fenomeno abortivo e la necessità di abrogare la 194 , ma pure a comprendere l’inefficenza e l’ipocrisia di chi ha sino ad oggi strumentalizzato e reso irrilevante il dissenso verso tale legge , gestendolo con finalità del tutto avulse della tutela della vita del concepito , ad aderire all’iniziativa neoreferendaria sul sito www.no194.org ( con le modalità precisate sotto “ Aderisci ! “) , ricevendo risposta dal sottoscritto entro 24-48 ore dall’invio della loro mail .

Pietro Guerini – Portavoce nazionale no194

Pubblicato il 28-2-2011 su www.riscossacristiana.it

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