DUE INTERROGATIVI PUBBLICI ALL’ORGANIZZATRICE DELLA MARCIA PER LA VITA (CHE NON RISPONDERA’)

Si svolgerà il mese prossimo la Marcia per la Vita , evento la cui stessa definizione si presta ad evidenti perplessità per la sua profonda genericità , in quanto nessuno marcerebbe per la morte , il che non sarebbe grave se gli organizzatori dell’evento non avessero pubblicamente ed esplicitamente criticato la nostra iniziativa referendaria (diretta ad abrogare per quella via la 194) definendola velleitaria .

Rivolgo per l’ennesima volta a costoro , nella persona dell’organizzatrice ufficiale , la dott.ssa Virginia Coda Nunziante , due interrogativi .

1 ) Siete favorevoli all’abrogazione della legge 194 e , in caso affermativo , come la volete abrogare , marciando marciando o per via parlamentare ( con il parlamento iper-laicizzato che abbiamo da decenni , in linea con tutte le assemblee analoghe europee , con l’eccezione della Polonia ) , essendo la via referendaria che il mio Comitato intende percorrere a vostro parere velleitaria?

2 ) In caso di grave pericolo di Vita della donna che porti a termine la gravidanza , grave pericolo attuale , rigorosamente accertato e non altrimenti evitabile se non con l’interruzione della gravidanza stessa , dando per scontato che occorre cercare se possibile di difendere entrambe le Vite , siete favorevoli a che la donna venga costretta a morire per legge ( nonostante sia essa stessa una persona , per giunta in quel caso innocente e vittima di una tragica situazione , quella di dover scegliere tra la propria Vita e quella del proprio figlio ) o ritenete che , in quell’estrema ipotesi , le debba essere riconosciuto il diritto di scelta se abortire o meno , in linea peraltro con la stessa normativa penale italiana anteriore alla 194 e vaticana sullo stato di necessità ( stato che, del resto, se non ricorre in caso di grave pericolo di Vita non può ricorrere mai )?

D’altro canto non esiste un terza via : se la donna non avesse il diritto di scelta in quel caso estremo sarebbe costretta a morire per legge , così come noi non possiamo evadere le tasse perché lo Stato per legge ha il diritto di obbligarci a pagarle .

Il che è peggio dell’abortismo (che per legge consente ma non impone la morte di un individuo, in quanto la madre è ovviamente libera di far nascere il proprio figlio) e del talebanismo (che condanna a morte la adultera, che comunque ha commesso volontariamente una trasgressione per quanto spropositatamente valutata, e non un’assoluta innocente, che subisce aggiuntivamente una condizione drammatica) .

NO194 significa , per l’appunto , tornare alla disciplina ( in termini di ammissibilità della condotta ) che era in vigore prima della 194 , quindi sino al 1978 , che prevedeva quel solo caso di ammissione , ai sensi dell’art. 54 c.p. e in ossequio all’art. 32 della costituzione , non alla notte dei tempi , se mai c’è stata una notte tanto buia in termini di inciviltà .

Chi afferma il contrario (dallo pseudo-intellettuale, al sedicente teologo, al commerciante di gadget in materia e oggetti sacri) dovrebbe studiare (cercando di comprendere) e in ogni caso astenersi dal pontificare sul web o con pubblicazioni varie sulla legge 194, attività dalla quale dovrebbero astenersi in generale coloro che non conoscono la legge e il diritto ( come chiunque è in grado di intuire, la 194 è una legge non un trattato di filosofia o un manuale di cartomanzia ), con la stessa umiltà con cui io rifiuterei un invito come relatore in un dibattito specifico sul trauma da post aborto.

Ricordo che nello Stato Città del Vaticano, la cui sopra citata disciplina è quanto mai significativa al riguardo, il Papa , nella sua veste di Sovrano Assoluto, esercita in via esclusiva la funzione legislativa , quindi ogni legge viene da lui solo approvata e mantenuta applicabile , a partire dal codice penale , in vigore con il testo attuale dal 1929 .

Ma la presente non riceverà alcuna risposta ( pubblica e pubblicabile , non la richiedo privata ): meglio rimanere sul generico , senza obiettivi concreti e posizioni chiare , e riunire tante più persone , dai relativisti che sostengono pannellianamente che occorre rimuovere le cause economiche che indurrebbero o addirittura costringerebbero la donna ad abortire , a coloro ( al 95% uomini e al 4% donne ultrasessantenni ) che considerano la donna incinta come una macchina rottamabile , così definendola espressamente (con affermazione gravissima e radicalmente anticristiana) o di fatto magari inconsapevolmente considerandola come tale , priva di un autonomo diritto a tutelare la propria Vita , soggetto a cui un atto di eroismo (che è molto agevole pretendere dagli altri) dovrebbe essere imposto per legge e ritengono che ciò sia conforme alla sacralità della Vita dal concepimento alla morte naturale che tanto , giustamente , invocano , come se la donna incinta , da cui tutti gli umani nascono , non fosse essa stessa un essere umano.

Avv. Pietro Guerini – Presidente nazionale Comitato NO194 e omonima associazione

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