LA CAMPAGNA “ UNO DI NOI “ : IL FASCINO DISCRETO DELL’INUTILITA’ E L’OPPORTUNITA’ DI UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194
In più zone mi viene segnalata da tempo da nostri iscritti una volontà degli esponenti locali del Movimento per la Vita di distinguere con orgoglio la propria iniziativa , ritenuta particolarmente illuminata e degna di considerazione , da quella referendaria , che caratterizza il nostro comitato e che per primo esso ha intrapreso nel 1981 , per poi decidere che i concepiti nati negli anni successivi non fossero altrettanto meritevoli di tutela.
Al solo fine di fare chiarezza , mi trovo costretto ad analizzare comparativamente le due diverse iniziative , affidandomi al diritto e non alla passione , pur ribadendo lo storico rispetto che nutro verso un’organizzazione che ha il merito di aver promosso il primo referendum , per poi perdersi nei meandri della politica e delle battaglie simboliche .
Va premesso che la campagna “ Uno di noi “ è finalizzata ad ottenere “ la protezione giuridica della dignità , del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree di competenza UE nelle quali tale protezione risulti rilevante “ .
Tale campagna , che implicherebbe un’estensione della capacità giuridica del concepito , viene presentata come idonea a produrre effetti anche decisivi sul diritto di aborto , ma è chiaramente del tutto anacronistica per almeno quattro ragioni .
1 ) STRUMENTO SCELTO
Essa si traduce in una petizione .
Si ricorre alle petizioni quando si vuole informare un organo al quale spetta in via esclusiva il potere decisorio di un’opinione espressa dal popolo .
Ecco che la società civile si presenta ai piedi del potere con il cappello in mano , chiedendo di essere ascoltata .
Il cestinamento della petizione è pressoché automatico perché un organo non rinuncia alle proprie attribuzioni .
E quel cestinamento è forse pure giustificato , perché una petizione non è mai rappresentativa della volontà della maggioranza del popolo , essendo il numero di firmatari sempre inferiore al 50% del numero complessivo di cittadini .
Con il referendum , di contro , strumento di democrazia diretta e a suffragio universale , il popolo decide e il potere prende atto della sua decisione autonoma , avendo come unica alternativa un accordo anteriore alla consultazione con i comitati promotori, ipotesi già esclusa nel nostro manifesto : nessun accordo sulla pelle del nostro prossimo .
2 ) COMPETENZA DELL’ORGANO DESTINATARIO DELLA PETIZIONE
Le istituzioni comunitarie sono del tutto incompetenti a decidere sul diritto di aborto .
Il principio è stato ribadito più volte dalla stessa Corte di giustizia , ricordo per tutte la sentenza del dicembre 2010 che ha deciso sulla azione esercitata da tre donne ( una di origine lituana ) contro l’Irlanda , rea di costringere le proprie cittadine ad espatriare per interrompere la gravidanza .
Competenti sono i singoli stati .
Non a caso ogni paese ha la propria legislazione , che muta in modo drastico anche in una medesima zona del continente ( la differenza tra stati nordici e l’isola verde è radicale , significativa tra Polonia e nazioni dell’est ) .
Di qui la necessità di agire in à mbito nazionale , come avviene con la nostra iniziativa referendaria .
3 ) ORIENTAMENTO DI MERITO DELL’ORGANO DESTINATARIO DELLA PETIZIONE Anche in caso contrario , lo stadio scelto per giocare la partita è veramente il più sfavorevole a livello planetario .
Già l’Europa rappresenta la culla del laicismo mondiale , il che rende patetiche certe lezioncine vagamente sociologiche su come la società italiana sarebbe inadeguata a recepire un’iniziativa come la nostra , quando il nostro paese rimane uno dei 4-5 più cattolici ( quelli presso i quali , di regola , sono in vigore le discipline più restrittive del fenomeno abortivo ) del continente .
Non solo , ma le sue istituzioni costituiscono una garanzia di conservazione di questi princìpi .
Chiunque cerca di opporsi a questo orientamento viene eliminato dall’agone politico .
A quelle istituzioni cercano di omologarsi le nostre , che peraltro sono già tanto orientate a favore della 194 che il parlamento non ha presentato in oltre un trentennio un solo disegno di legge diretto anche solo a riformare in senso restrittivo quel testo .
4 ) CONTENUTO DELLA PETIZIONE
Incrementare la capacità giuridica dell’embrione non significa per nulla limitare il diritto di aborto .
Essa , anzi , è totalmente ininfluente sul contrario diritto di interrompere volontariamente la gravidanza , se è vero che l’art. 462 c.c. , entrato in vigore nel 1942 , riconosce già la capacità di succedere al concepito che nasca nei 300 giorni successivi al decesso del marito della madre , ma ciò non ha impedito l’entrata in vigore 36 anni dopo della 194 .
Corte Costituzionale e Corte di Cassazione hanno evocato un necessario contemperamento tra opposti diritti ( di nascita del figlio e della salute della madre ) , peraltro del tutto inesistente , se è vero che la donna può liberamente abortire nei primi 90 gg di gravidanza per qualsiasi motivo e , si badi bene , ciò addirittura anche se perfettamente sana e , quindi , in assenza di un suo diritto alla salute da tutelare in concreto .
Ciò premesso , un’iniziativa oggettivamente inutile in sé può essere utilizzata con qualche finalità ?
Nel paese di Macchiavelli sicuramente sì , ancor più che altrove .
Ciò non vale certo per i cosiddetti politici cattolici , che non sostengono più neppure le battaglie simboliche , preoccupati come sono di non giocarsi la carriera , con buona pace di coloro (particolarmente confusi) che attendono fiduciosi un’abrogazione della 194 per via parlamentare .
Ma se fossi un religioso più preoccupato di non suscitare polemiche che di difendere i valori della mia fede , che stanno alla base della mia scelta di vita , non solo inviterei i fedeli ad appoggiare la campagna “ Uno di noi “ , ma condannerei o censurerei quella referendaria , chiaramente pericolosa per i miei fini , anche se non saprei cosa rispondere se mi venissero letti passaggi inequivocabili della Evangelium Vitae o mi venisse ricordata la recente esortazione di Papa Francesco ( che nel settembre dello scorso anno si è prodigato contro un ammorbidimento della discreta legislazione argentina in materia di aborto ) ai giovani ad intraprendere battaglie ideali anche impopolari .
Analogamente mi comporterei se fossi titolare di un giornale , una radio o una Tv di area cattolica bisognosi di finanziamenti , pubblici o privati .
Meglio una battaglia inutile e politicamente corretta che una efficace ( per quanto impegnativa ) e compromettente , l’importante è dar l’impressione di fare qualcosa .
Alla faccia del quotidiano massacro legalizzato di concepiti , sempre più ultimi e indifesi , a tutela dei quali invito tutti ad aderire alla nostra iniziativa tramite il nostro sito www.no194.org , unendosi agli oltre 15 000 cittadini che si sono iscritti alla nostra organizzazione , che comprende l’80% degli aderenti ai gruppi genericamente pro life nazionali .
Pietro Guerini – Presidente nazionale No194
Pubblicato sul web il 3-5-2013