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QUANDO IL FEMMINICIDIO E’ VOLUTO DA LEI : UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 PER PORRE FINE ALLO STERMINIO LEGALIZZATO DELLE CONCEPITE ( 3 MILIONI DAL 1978 SECONDO I DATI UFFICIALI MINISTERIALI )

“ Quando ti sorridono è probabile che sia un sì , ma quando si allontanano è no e tu ci devi stare è inutile sperare di recuperare se hanno detto no , meglio sparire non telefonare per sentirsi dire un’altra volta no “ .

Se queste parole , scritte da Claudio Mattone , di un brano inciso da un gruppo campano ( “Neri per caso“) nel 1995 venissero sottoposte agli studenti nelle scuole dell’obbligo per essere studiate a memoria , i casi di femminicidio sarebbero probabilmente inferiori .

Si parla di femminicidio , come noto , con riferimento agli omicidi commessi ai danni di soggetti di sesso femminile da persone ( così le dobbiamo ritenere , anche se con una certa fatica ) di sesso maschile .

Ciò che spesso caratterizza questi crimini e questo tragico fenomeno , tanto diffusosi da essere considerato un’emergenza nazionale , infatti , è l’incapacità dell’aggressore di accettare la centralità del consenso della partner all’interno della coppia , venuto meno il quale il legame si scioglie automaticamente ed inesorabilmente , sia pur con gli strascichi e le conseguenze legate eventualmente all’esistenza di figli ed alla sussistenza di un vincolo coniugale .

Il venir meno di quel consenso assume un carattere assoluto , a nulla rilevando le ragioni che lo ispirano e qualsiasi argomentazione di carattere meritocratico , che possono incidere solo ai fini di un addebito della separazione tra coniugi in sede giudiziale .

Ma circa la sussistenza della coppia è inutile insistere , quando l’altra persona chiude è finita .

Questo crimine , a mio avviso , ha due ulteriori corollari , quasi sistematici .

Da un lato , vi è l’inconscia tendenza a negare alla femmina la sua natura di essere umano ed a considerarla un oggetto , anche acquistabile con l’uso del danaro .

Se ho comprato un bene , non può ribellarsi , è mio .

Le diverse forme di subordinazione del consenso al danaro o di lucro legato alla sfera sessuale sono attigue a questo atteggiamento maschile .

In tal caso si realizza la fusione tra due patologie , che presentano il minimo comun denominatore della mancata emancipazione della donna ( nella concezione maschile in un caso e in quello sia maschile che femminile nel secondo ) dalla condizione di un qualsiasi oggetto .

Il secondo corollario è costituito dalla vigliaccheria con cui ci si accanisce spesso ( ma non sempre ) contro un soggetto fisicamente più debole .

Mi lego a tale ultimo elemento , per sottolineare come , di per sé , lo sgomento non possa che essere direttamente proporzionale alla debolezza del soggetto soppresso .

E , in ogni caso , come sia la soppressione di un essere umano in sé ad essere , comunque , il fattore centrale di questo tragico fenomeno , a prescindere da chi ne sia l’autore .

Ecco che vi sono forme di femminicidio in senso lato ben difficilmente considerabili meno gravi di quelle che caratterizzano il femminicidio in senso stretto .

Dopo aver premesso che l’esistenza di ciascuno di noi è legata alla ricorrenza di due condizioni , quali il concepimento e l’assenza di eventi letali durante la gravidanza , l’eliminazione volontaria di una concepita durante la gestazione , ancorché legalmente ammissibile nella stragrande maggioranza dei casi , è plausibilmente più grave di un atto di femminicidio in senso stretto , in quanto :

a ) è diretta contro un essere non solo debole , ma addirittura inerme ;

b ) viene commessa su volontà di colei ( e non di rado anche di colui , se informato ) che dovrebbe proteggerla , quindi di un suo genitore ( il che , ad esempio , per l’omicidio doloso rappresenta un’aggravante ) se non di entrambi ;

c ) è sempre premeditata ( parimenti un’aggravante per l’omicidio doloso ) ;

d ) nega alla femmina l’intera sua esistenza e non solo una parte , più o meno consistente di essa ;

e ) viene compiuta dietro versamento di somme di danaro ( minimo € 1 300 per ogni aborto ) a carico del contribuente , traducendosi in un business che realizza il trionfo del profitto sull’essere umano , da cui l’attivismo a tutela della 194 di diverse lobbies ;

f ) ha colpito , solo nel nostro paese , 3 milioni di donne negli ultimi 35 anni , secondo i dati ufficiali del ministero della Salute ( 6 milioni di interruzioni volontarie di gravidanza legali dal 1978 , delle quali statisticamente circa il 50% non possono che aver determinato la soppressione di femmine ) .

Appare , dunque , davvero stridente il contrasto tra l’introduzione di una legge sul femminicidio e l’intangibilità della 194 , considerata come una conquista della donna ed espressione legislativa della sua emancipazione .

Una convinzione , quest’ultima , contestata radicalmente dalle nostre iscritte , che si registrano in percentuali crescenti sul totale degli aderenti da un anno a questa parte , al punto che l’80 % dei nuovi referenti locali nominati nel frattempo appartiene al gentil sesso .

Ecco che la cultura comunistoide ( ricordiamo che il primo paese al mondo che ha legalizzato l’aborto è stato l’URSS nel 1921 , paese liberticida per antonomasia in quanto ispirato all’unica ideologia che ha negato nell’epoca moderna non solo la libertà politica , ma anche quella economica e religiosa ) , che si è tradotta in quella legge ( diffusasi negli stati liberali del tutto in contrasto con la loro natura , in quanto nega al cittadino il proprio diritto di fondo , quello di nascita ) ed accanita sostenitrice da anni di una legislazione sul femminicidio , rivela le proprie contraddizioni .

Contraddizioni che non si limitano a ciò .

La negazione del princìpio di eguaglianza , caposaldo delle ideologie di sinistra e sancito dell’art. 3 della costituzione , è qui del tutto palese .

Per sanzionare in modo più severo l’uccisione di un essere più debole ( a prescindere dal fatto che sia maschio o femmina ) vi è già , in senso lato , l’aggravante dei motivi abbietti ( art. 61 n.1 c.p. ) e dovrebbe anzitutto essere introdotta , in senso stretto , un’aggravante a tutela dei soggetti più piccoli o dei disabili .

Considerare più grave in sé l’uccisione di una donna rispetto a quella di un uomo ( anche se istintivamente condivisibile ) significa giuridicamente discriminare i due generi .

Decisamente assurdo , invece , è ritenere che l’omicidio di una donna sia meno grave ( e , quindi , meno gravemente punibile ) se commesso da un’altra donna , il che esporrebbe le mogli e le compagne dei veri assassini ad altre occasioni di angheria , potendo più facilmente esse subire le pressioni dell’ambiente circostante ad accusarsi di un delitto non commesso .

Occorrerebbe , in generale e sul piano legislativo , sanzionare più pesantemente l’omicidio , senza discriminazioni di sorta , che prevede una pena edittale tra i 21 e i 24 anni , limitando così gli effetti premiali delle attenuanti sulla determinazione in concreto della sanzione , in quanto inciderebbero , se sussistenti , su una sanzione base più elevata , e circoscrivendo o escludendo l’operatività delle misure alternative alla detenzione per questo come per gli altri delitti più efferati , al fine di garantire l’efficacia della deterrenza della pena medesima .

Il problema dell’affollamento delle carceri ( sempreché non sia risolvibile costruendone di nuove ) non può condizionare problemi di ordine pubblico così gravi come quelli che si ricollegano alla commissione di reati di questa portata .

Analogamente a quanto sopra si deve concludere per le forme sanzionatorie dirette a colpire la cosiddetta “omofobia“ .

Chi mi legge sa perfettamente quanto sia critico nei confronti di chi ironizza verso la condizione sessuale fisiologica ( quindi del tutto incolpevole ) di un essere umano , ma anche queste forme tendono a creare esseri umani di serie A , sempre per ragioni di sesso , da proteggere più di altri .

Senza ignorare , poi , le enormi perplessità sulle imbarazzanti istruttorie che caratterizzerebbero i nostri dibattimenti , con testi chiamati a confermare la tendenza sessuale di una vittima di un reato , citando episodi dettagliati ai quali essi avrebbero assistito .

Di questo passo non è difficile immaginare un’aggravante di razzismo , al di là della normativa esistente in materia , che si ricolleghi alla tutela di determinate popolazioni e non di altre ( già oggi giornalisticamente se uno straniero aggredisce un italiano si lamenta un crimine , se avviene l’inverso sovente un crimine e un atto di razzismo ) .

Ciò che occorre , invece , apprezzare di quella realtà culturale è un buon spirito di militanza , che vorrei portare in NO194 , e l’assenza di certe brutture che caratterizzano , ad esempio , il mondo cattolico italiano ( è una considerazione che faccio da cattolico convinto e praticante ) .

Se viviamo in un paese integralmente governato , anche a livello locale , da esponenti di quell’area culturale lo si deve pure al fatto che , forse per una minore sensibilità spirituale , quando qualcuno di loro intraprende un’iniziativa concreta con risultati oggettivamente ( in quanto numericamente ) positivi , come nel nostro caso , nessuno si preoccupa dell’anima del suo promotore , lamentandosi del pericolo che egli si insuperbisca , ritenendo per ciò giustificabile il mancato appoggio se non la critica esplicita ad un’operazione che si ricollega ad ideali che si professano anche pubblicamente da tempo .

Un fenomeno sicuramente marginale ma indicativo del difetto di spirito costruttivo che sta alla base delle divisioni interne all’associazionismo cattolico e , più in generale , al mondo cattolico che si registrano almeno dagli anni 50 ad oggi .

Non occorre , poi , essere laureati in psicologia per comprendere che è sempre la superbia del nostro prossimo che ci infastidisce , mai la nostra , quindi la tematica sconfina in altre tendenze umane , non nobilissime .

Inoltre , la più diffusa carenza in quegli ambiti culturali di riferimenti trascendenti e religiosi presuppone che ben più difficilmente ci si possa improvvisare costituzionalisti a discapito di sentenze della Consulta ( come quelle con le quali si è ribadita la non abrogabilità dell’art. 6 lett. a della 194 , con cui si autorizza l’aborto nel caso di grave pericolo di vita della madre che porti a termine la gravidanza o che affronti il parto , per macroscopico contrasto con il diritto alla salute consacrato nell’art. 32 della carta ) , in quanto quell’organo in materia ha una sua autorevolezza che non si può trascurare , se non delegittimandolo già formalmente in nome di una diversa Corte Costituzionale che non esiste se non nei propri sogni .

Una delegittimazione che tende a coincidere , dunque , con una lacunosa conoscenza del diritto , che nella fattispecie si appalesa doppiamente , se si considera che la donna in quelle condizioni poteva già abortire prima dell’entrata in vigore della 194 , quindi del 1978 , per la pacifica ricorrenza della causa di giustificazione dell’art. 54 c.p. (stato di necessità), mancata conoscenza che si estende all’ambito teologico-religioso da parte di chi , ignorando addirittura Pio IX ( non Don Gallo ) , ritiene che ammettere quel remotissimo ed estremo caso di aborto significhi andare contro i dettami della Chiesa Cattolica .

Una mancata conoscenza teologico-religiosa tanto più grave perché coinvolge addirittura un’enciclica non certo datata , l’Evangelium Vitae , che impone di agire nei limiti del possibile contro le leggi abortiste, recitando testualmente al (n. 73 ) : quando non fosse possibile scongiurare o abrogare completamente una legge abortista, un parlamentare, la cui personale assoluta opposizione all’aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica. Così facendo, infatti, non si attua una collaborazione illecita a una legge ingiusta; piuttosto si compie un legittimo e doveroso tentativo di limitarne gli aspetti iniqui.

Di qui l’invito a tutti coloro che , senza eccitarsi in distinguo al limite utili solo al già nutritissimo fronte abortista , ritengono che la 194 vada abrogata ( con il conseguente ritorno alla sola ammissibilità dell’interruzione volontaria di gravidanza in quell’isolato caso , come già previsto prima dell’entrata in vigore della legge , nel 1978 , stante l’operatività già all’epoca e da sempre della citata scriminante di cui all’art. 54 c.p. ) ad aderire , qualora non lo avessero già fatto , a NO194 tramite il sito www.no194.org , aggiungendosi ai 17 000 iscritti attuali , e ad impegnarsi nella nostra attività di militanza con i comitati locali , magari partecipando anche ad eventi collaterali come le nostre 12 ore di preghiera , che si svolgono all’esterno di ospedali dove si praticano aborti il primo sabato dei mesi dispari dalle ore 9 alle ore 21 e che , visto il loro successo , stiamo estendendo su tutto il territorio nazionale .

Pietro Guerini – Presidente nazionale No194

Pubblicato sul web il 15-6-2013

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TRA GLI ORGANIZZATORI DELLA MARCIA QUALCUNO NON HA ANCORA DIGERITO LA SVOLTA UNITARIA E ABROGAZIONISTA : CHI STRAPARLA DI NO194 PRENDA ESEMPIO DI COERENZA E COMPATTEZZA , IL CASO FRANCESCO AGNOLI

Scriviamo questo pezzo con la piena consapevolezza che esso sarà censurato dal circuito dei siti pro-life nazionali ( o , molto più difficilmente , che verrà riportato solo a seguito di tale premessa per smentirmi ) , che danno viceversa ampio spazio ad ogni pezzo che viene pubblicato contro NO194 e il sottoscritto .

Chi volesse applicare il diritto di replica , che dovrebbe essere basilare per coloro che operano nel campo giornalistico , potrebbe liberamente pubblicare questo pezzo , il che non avverrà .

Ho preso atto in questi giorni di una polemica insorta , a margine dell’ultima Marcia , tra gli altri due leader ( cattolicissimi , come il sottoscritto ) dei movimenti pro life che ho incontrato a Giussano il 2-2-2013 , con repliche e controrepliche .

Trovo positivo che un cattolico non si limite a sorridere di fronte a tesi diverse dalle quelle in cui crede , ma replichi e controreplichi , il dibattito arricchisce le coscienze , il silenzio le inaridisce .

In particolare , il fondatore del comitato V. e V. , scissionista dal MPV , ha invitato a diffidare dalle imitazioni , con riferimento a manifestazioni future del secondo movimento , ed ha contestato il vistoso richiamo con pettorine gialle alla campagna “ Uno di noi “ fatto da aderenti a quest’ultima organizzazione che hanno partecipato al recente evento romano .

Dato atto che questa campagna , nel merito , è dal sottoscritto ritenuta non condivisibile per le ragioni già più volte esposte , ma che si è lasciata libertà ai nostri iscritti di aderire ad essa e di contribuire anche alla raccolta delle firme ( cortesia per nulla ricambiata e per la quale non abbiamo ricevuto alcun ringraziamento ) , trovo sin troppo evidente che la presa di posizione nei confronti del MPV , la quale pur proviene da una fonte di orientamento più vicino al nostro , sia del tutto stridente con le dichiarazioni rese il 17 gennaio scorso dalla portavoce della Marcia , riportate anche nel mio ultimo pezzo .

La drssa Coda Nunziante , come noto , ha affermato in tale occasione per la prima volta la natura non solo abrogazionista , ma pure unitaria dell’evento ( così , in particolare , in risposta alla domanda n. 4 : “ Sul nostro sito leggerà che la “ Marcia per la vita “ è aperta a tutti , senza preclusioni di ordine politico o religioso “ ) .

Un superamento dell’inziale vocazione della Marcia , organizzata non per la Vita ma contro il Movimento per la Vita ( ricordate le foto comparative pubblicate ancora lo scorso anno dal direttore di Riscossa Cristiana , preso dall’ansia di contarsi , per usare sue parole , della sala Nervi semivuota? ) , non a favore dell’abrogazione della 194 ma in nome di un pro life generico e demagogico .

In pratica , la matrice dell’evento è ora abrogazionista , ma chiunque appartenga al pro life nazionale voglia intervenire alla manifestazione è libero di farlo , perché la Marcia è aperta a tutti , ferma restando quell’identità , del tutto inedita rispetto al passato ( abbiamo riportato testualmente le inequivocabili dichiarazioni di segno opposto del prof. Agnoli solo di 13 mesi prima , che indicava nella legge un optional del tutto irrilevante rispetto all’orientamento culturale di un popolo e al fenomeno dell’aborto in generale ) .

Parole evidentemente non digerite dall’entourage della portavoce , se è vero che il fondatore-presidente del comitato V. e V. , dopo che la sua organizzazione non aveva aderito alla prima Marcia per ragioni critiche identiche alle nostre , che pur partecipiamo a qualsiasi manifestazione pro life , è entrato a far parte dell’organizzazione dell’evento capitolino , significativamente , vista la sua diversa matrice rispetto al passato .

Lo stesso atteggiamento critico , anzi astioso , è , come sempre , riscontrabile nel recente intervento del prof. Agnoli verso NO194 , uno storico censore della nostra iniziativa , alla quale egli da subito ha cercato di non dare alcun spazio nonostante la sua oggettiva natura antiabortista , dopo aver scritto per anni fiumi di inchiostro contro il fenomeno dell’interruzione volontaria di gravidanza .

Scalzato per un attimo il suo portavoce ufficioso Paolo Deotto dal suo incarico , egli ( che si permette persino di citare Gesù a sostegno delle proprie tesi , tra l’altro interpretando in modo del tutto arbitrario e distorto le sue parole , al punto che , se si fosse osservata tale sua interpretazione di esse , il cristianesimo sarebbe oggi poco più che una setta ) , interviene in prima persona per attaccare la nostra organizzazione , con il disordine tipico della squadra di bassa classifica che , subito il goal , nel tentativo di raggiungere il pareggio , si espone con offensive disordinate a continui contropiede avversari .

Agnoli , che non accetta inspiegabilmente che si riportino sue frasi testuali , con tanto di testo integrale del suo articolo linkato , quasi si vergognasse del proprio pensiero , ha in questi giorni dichiarato che il referendum è una chimera , dovendo , a suo avviso , prima di affrontare tale iniziativa , verificarsi una svolta culturale nel paese e non avendo noi i mezzi economici per intraprenderlo .

Egli , prima di perdersi in disquisizioni sociologiche in parte ovvie ( la cultura dominante è a favore della 194 ) e in parte poeticamente fumose ( occorre scaldare i cuori e convertire le coscienze ) , cita il seguente passaggio : “Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? 29 Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: 30 Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. 31 Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila...” (Lc, 14, 2930) .

In pratica egli sostiene che prima di intraprendere un’iniziativa referendaria occorrerebbe avere in tasca i fondi necessari per affrontare questa operazione .

Anzitutto Agnoli non sa nulla della nostra iniziativa e delle coperture delle quali potremmo usufruire .

Ma , anche a prescindere da ciò e pure se fossimo degli squattrinati come lui auspica , alla pari di ogni fervente attivista del partito radicale , è evidente a chiunque che se non si raccolgono le adesioni ad un’operazione non si possono ricevere i fondi , dagli aderenti , se autofinanziata , o da terzi .

E le fondamenta che egli evoca sono proprio queste : le adesioni .

Chi può coprire anticipatamente i costi di un’iniziativa ( per il cui successo è indispensabile avere il 50% dei voti favorevoli su un numero di votanti che superi il quorum della metà più uno degli elettori ) di cui s’ignori la consistenza , in termini di consenso e di militanza , che dev’essere tale da garantire anche solo la positiva raccolta delle firme , preliminare alla consultazione ?

Consenso , tra l’altro , che noi abbiamo ottenuto e che lui non sa neppure cosa sia .

Egli scrive , con riferimento ad una nostra lettera interna rivolta agli iscritti e non a lui , che in quanto tale dovrebbe dunque essere coperta da riservatezza , circostanza che egli come giornalista , non so se pubblicista o meno , dovrebbe ben conoscere : “ Questa volta il presidente della No 194 non azzarda la solita solfa del passato, quando ogni mail conteneva l’affermazione più o meno esplicita secondo cui la No 194, cioè Guerini, costituirebbe il più grosso movimento pro life italiano. Le 40.000 persone presenti alla marcia, convocate non certo da lui, infatti, scoraggiano affermazioni trionfalistiche del genere “ .

A parte l’attendibilità delle cifre richiamate ( del tutto ufficiose e sovrastimate , comprensive di stranieri , bambini e infanti in carrozzina , sicuramente anche dal sottoscritto particolarmente apprezzati ma che di fatto non si potrebbero iscrivere a nessuna organizzazione ) e il ruolo di convocatore di coscienze che egli molto generosamente si attribuisce , Agnoli dimostra di non sapere cosa sia un movimento e di non sapere cosa sia la Marcia , a riprova di quanto sia un evento che non lo riguardi o non lo riguardi più e del quale comunque non comprenda la natura .

In quella famosa intervista datata 17 gennaio 2013 , la drssa Virginia Coda Nunziante , portavoce dell’evento , in risposta alla domanda n. 5 “ Il successo dello scorso anno non vi spinge a creare un nuovo Movimento per la Vita in Italia ? “ ha dichiarato testualmente : “ Non abbiamo assolutamente questa intenzione . In Italia esiste da oltre 30 anni un Movimento per la Vita e ci auguriamo che continui ad esistere , anche perché in esso abbiamo tanti amici e collaboratori ; auspichiamo che sia meglio compresa la necessità di grandi manifestazioni pubbliche in difesa della vita . Noi siamo nati proprio per supplire a questa lacuna del mondo pro-life italiano , ma vogliamo limitarci all’organizzazione periodica di queste manifestazioni : dalla netta denuncia pubblica verrà lo spostamento culturale e da questo il mutamento legislativo per la vita . E’ per questo che la nostra struttura giuridica è quella di un Comitato ( affermazione inesatta , giuridicamente , in quanto non dirimente ndr ) e non di un’associazione . Esistiamo in funzione dell’evento concreto che organizziamo , ma lasciamo ad altri amici il compito di sviluppare con altre iniziative la difesa per la vita in Italia “ .

Una smentita testuale , categorica ed inequivocabile .

Del resto la pretesa di tesserare i partecipanti ad una manifestazione aperta a tutti sarebbe già di per sé contraddittoria e fuori luogo .

A prescindere dal fatto che , come intuibile , il 12 maggio erano presenti diverse migliaia di nostri stessi iscritti ( che non hanno per ciò aderito ad altre organizzazioni né hanno revocato al propria iscrizione a NO194 ) , un conto è portare a Roma qualche migliaio di persone a fare una Marcia (vale a dire una passeggiata) generica , come lui voleva fosse , e non abrogazionista , come gli è stato imposto , in uno scenario straordinario e a prezzi stracciati , un conto è avere un seguito alle proprie idee .

La storia ci insegna che il prof. Agnoli ha aderito :

a ) al MPV , nel quale , dopo anni di opposizione interna , non è riuscito a costruire una corrente critica neppure con la consistenza dello 0,1% , se è vero che tutta la classe dirigente è stata di nuovo confermata all’unanimità lo scorso anno ;

b ) al comitato V. e V. , che ha valutato criticamente la “ sua “ Marcia il primo anno con ragioni analoghe alle mie ed ha appoggiato nel merito la mia proposta referendaria , contestando sul piano tecnico i quesiti proposti sulla base di ragioni già respinte in termini di incostituzionalità dalla Consulta nel 1981 , lasciandolo in posizione isolata in entrambe le occasioni .

Egli ,. inoltre :

c ) ha costituito da anni una sua organizzazione che ha un numero di iscritti a dir poco trascurabile ;

d ) ha organizzato una Marcia contro il MPV e NO194 genericamente pro life , per poi essere costretto in minoranza a sopportare una trasformazione dell’evento in unitario e abrogazionista che nulla ha a che vedere con quello che lui aveva progettato .

Il professore, quindi , non cerchi la pagliuzza nell’occhio altrui ma prenda atto della trave che alberga nel suo , se è vero che , nel campo pro life , non riesce a portare a termine nulla che egli condivida che abbia una qualche consistenza e solidità .

E quanto alla derisione , per l’appunto , Agnoli si preoccupi delle sue incoerenze , che lo portano ad alterarsi con chi riporta testualmente sue frasi che , evidentemente , non vorrebbe aver scritto .

Egli non sa cosa significhi fondare un’organizzazione solida con 17 000 aderenti ed esserne a capo , mantenendone coerentemente inalterate tutte le caratteristiche , essenziali e marginali .

Un comitato ( alla pari di un partito , un movimento , un’associazione ) ha tre problematiche di fondo : indirizzo , obiettivo da conseguire in relazione a quell’indirizzo , organizzazione .

I primi due elementi ( abrogazionismo referendario ) sono già condivisi in partenza dall’iscritto , in quanto non solo sono riportati a chiare lettere più volte nel modulo di adesione ( che nessun partecipante alle marce compilerà mai ) , ma analizzati in dettaglio nel manifesto riportato sul nostro sito e che il neoiscritto approva nella sua adesione on line .

Il terzo , poi , è rimesso alla discrezione dei comitati locali , ferma restando l’unitarietà di manifestazioni di respiro nazionale come la 12 ore e l’obbligatorietà di passaggi legislativamente disciplinati dalla normativa referendaria , il che esclude possibilità di contrasto .

Coerenza , dunque , e , non a caso , solidità .

Coerenza perché non solo non potrò mai smentire me stesso , ma perché nessuno al nostro interno potrà mai contestare una linea che è inequivocabile , a differenza di quanto sta avvenendo tra gli organizzatori della Marcia .

Solidità , se è vero che in due anni , nonostante i molteplici attacchi esterni , dimostrabili perché avvenuti attraverso articoli pubblicati sul web , sono uscite 9 persone su 17 000 iscritti , tra cui un informatico e una pensionata che si sono improvvisati costituzionalisti , un medico che ha dichiarato che l’aborto ha arricchito non suoi colleghi ma avvocati senza scrupoli , un paio di amici del direttore di Riscossa Cristiana e pochi altri.

A proposito della rivista , sulla quale ho scritto in passato , il cui direttore chiede oggi un contributo economico , capisco e non dubito che si debbano sostenere delle spese per essa , che almeno in parte potrebbero essere coperte da mezzi discreti acquisibili in 4 anni di vita , ma la gratuità degli articoli ( da me sempre osservata a suo tempo ) rende la necessità di tale contributo molto ridotta rispetto alle esigenze che dobbiamo affrontare noi per organizzare l’evento referendario , come sottolinea il nostro storico avversario , che gufa contro di noi alla pari di Bonino e Pannella .

Se volete sostenere economicamente un’iniziativa , dunque , non dimenticatevi di chi persegue un obiettivo concreto che davvero potrebbe dare una svolta , culturale e non solo , al nostro paese .

E , ancor prima , aderite alla stessa tramite il nostro sito www.no194.org , quello ufficiale di NO194, che costituisce non solo il più grosso movimento pro life nazionale , ma pure quello che conta più dell’ 80% degli iscritti ai movimenti dell’area .

Il referendum è di fatto l’unico strumento che può determinare il venire meno della legalizzazione dell’aborto , introdotta in Italia nel 1978 , il resto sono solo mere chiacchiere o auspici .

Se aspettiamo le svolte culturali emergenti ( unioni civili , matrimoni tra persone dello stesso sesso e adozioni a favore di single o di soggetti non coniugati ) , senza comprendere che proprio una campagna referendaria a breve aprirebbe inevitabilmente un dibattito serio nel paese sul tema , il futuro sarà sempre più duro , irrimediabilmente .

E , in generale , se anche alla fine si subisce una sconfitta , meglio chi combatte e perde , rispetto a chi si limita a criticare , proponendo , nella fattispecie , iniziative nella migliore delle ipotesi interlocutorie e limitandosi a contemplare una sconfitta costante alla nostra civiltà quale deve considerarsi la 194 , legge che legalizza la soppressione di un concepito .

Rinviare “ sine die “ una contesa significa rassegnarsi alla sconfitta .

E la rassegnazione è la ratifica della sconfitta , in quanto la rende definitiva .

Pietro Guerini – Presidente nazionale No194

Pubblicato sul web il 23-5-2013

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LA CAMPAGNA “ UNO DI NOI “ : IL FASCINO DISCRETO DELL’INUTILITA’ E L’OPPORTUNITA’ DI UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194

In più zone mi viene segnalata da tempo da nostri iscritti una volontà degli esponenti locali del Movimento per la Vita di distinguere con orgoglio la propria iniziativa , ritenuta particolarmente illuminata e degna di considerazione , da quella referendaria , che caratterizza il nostro comitato e che per primo esso ha intrapreso nel 1981 , per poi decidere che i concepiti nati negli anni successivi non fossero altrettanto meritevoli di tutela.

Al solo fine di fare chiarezza , mi trovo costretto ad analizzare comparativamente le due diverse iniziative , affidandomi al diritto e non alla passione , pur ribadendo lo storico rispetto che nutro verso un’organizzazione che ha il merito di aver promosso il primo referendum , per poi perdersi nei meandri della politica e delle battaglie simboliche .

Va premesso che la campagna “ Uno di noi “ è finalizzata ad ottenere “ la protezione giuridica della dignità , del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree di competenza UE nelle quali tale protezione risulti rilevante “ .

Tale campagna , che implicherebbe un’estensione della capacità giuridica del concepito , viene presentata come idonea a produrre effetti anche decisivi sul diritto di aborto , ma è chiaramente del tutto anacronistica per almeno quattro ragioni .

1 ) STRUMENTO SCELTO

Essa si traduce in una petizione .

Si ricorre alle petizioni quando si vuole informare un organo al quale spetta in via esclusiva il potere decisorio di un’opinione espressa dal popolo .

Ecco che la società civile si presenta ai piedi del potere con il cappello in mano , chiedendo di essere ascoltata .

Il cestinamento della petizione è pressoché automatico perché un organo non rinuncia alle proprie attribuzioni .

E quel cestinamento è forse pure giustificato , perché una petizione non è mai rappresentativa della volontà della maggioranza del popolo , essendo il numero di firmatari sempre inferiore al 50% del numero complessivo di cittadini .

Con il referendum , di contro , strumento di democrazia diretta e a suffragio universale , il popolo decide e il potere prende atto della sua decisione autonoma , avendo come unica alternativa un accordo anteriore alla consultazione con i comitati promotori, ipotesi già esclusa nel nostro manifesto : nessun accordo sulla pelle del nostro prossimo .

2 ) COMPETENZA DELL’ORGANO DESTINATARIO DELLA PETIZIONE

Le istituzioni comunitarie sono del tutto incompetenti a decidere sul diritto di aborto .

Il principio è stato ribadito più volte dalla stessa Corte di giustizia , ricordo per tutte la sentenza del dicembre 2010 che ha deciso sulla azione esercitata da tre donne ( una di origine lituana ) contro l’Irlanda , rea di costringere le proprie cittadine ad espatriare per interrompere la gravidanza .

Competenti sono i singoli stati .

Non a caso ogni paese ha la propria legislazione , che muta in modo drastico anche in una medesima zona del continente ( la differenza tra stati nordici e l’isola verde è radicale , significativa tra Polonia e nazioni dell’est ) .

Di qui la necessità di agire in àmbito nazionale , come avviene con la nostra iniziativa referendaria .

3 ) ORIENTAMENTO DI MERITO DELL’ORGANO DESTINATARIO DELLA PETIZIONE Anche in caso contrario , lo stadio scelto per giocare la partita è veramente il più sfavorevole a livello planetario .

Già l’Europa rappresenta la culla del laicismo mondiale , il che rende patetiche certe lezioncine vagamente sociologiche su come la società italiana sarebbe inadeguata a recepire un’iniziativa come la nostra , quando il nostro paese rimane uno dei 4-5 più cattolici ( quelli presso i quali , di regola , sono in vigore le discipline più restrittive del fenomeno abortivo ) del continente .

Non solo , ma le sue istituzioni costituiscono una garanzia di conservazione di questi princìpi .

Chiunque cerca di opporsi a questo orientamento viene eliminato dall’agone politico .

A quelle istituzioni cercano di omologarsi le nostre , che peraltro sono già tanto orientate a favore della 194 che il parlamento non ha presentato in oltre un trentennio un solo disegno di legge diretto anche solo a riformare in senso restrittivo quel testo .

4 ) CONTENUTO DELLA PETIZIONE

Incrementare la capacità giuridica dell’embrione non significa per nulla limitare il diritto di aborto .

Essa , anzi , è totalmente ininfluente sul contrario diritto di interrompere volontariamente la gravidanza , se è vero che l’art. 462 c.c. , entrato in vigore nel 1942 , riconosce già la capacità di succedere al concepito che nasca nei 300 giorni successivi al decesso del marito della madre , ma ciò non ha impedito l’entrata in vigore 36 anni dopo della 194 .

Corte Costituzionale e Corte di Cassazione hanno evocato un necessario contemperamento tra opposti diritti ( di nascita del figlio e della salute della madre ) , peraltro del tutto inesistente , se è vero che la donna può liberamente abortire nei primi 90 gg di gravidanza per qualsiasi motivo e , si badi bene , ciò addirittura anche se perfettamente sana e , quindi , in assenza di un suo diritto alla salute da tutelare in concreto .

Ciò premesso , un’iniziativa oggettivamente inutile in sé può essere utilizzata con qualche finalità ?

Nel paese di Macchiavelli sicuramente sì , ancor più che altrove .

Ciò non vale certo per i cosiddetti politici cattolici , che non sostengono più neppure le battaglie simboliche , preoccupati come sono di non giocarsi la carriera , con buona pace di coloro (particolarmente confusi) che attendono fiduciosi un’abrogazione della 194 per via parlamentare .

Ma se fossi un religioso più preoccupato di non suscitare polemiche che di difendere i valori della mia fede , che stanno alla base della mia scelta di vita , non solo inviterei i fedeli ad appoggiare la campagna “ Uno di noi “ , ma condannerei o censurerei quella referendaria , chiaramente pericolosa per i miei fini , anche se non saprei cosa rispondere se mi venissero letti passaggi inequivocabili della Evangelium Vitae o mi venisse ricordata la recente esortazione di Papa Francesco ( che nel settembre dello scorso anno si è prodigato contro un ammorbidimento della discreta legislazione argentina in materia di aborto ) ai giovani ad intraprendere battaglie ideali anche impopolari .

Analogamente mi comporterei se fossi titolare di un giornale , una radio o una Tv di area cattolica bisognosi di finanziamenti , pubblici o privati .

Meglio una battaglia inutile e politicamente corretta che una efficace ( per quanto impegnativa ) e compromettente , l’importante è dar l’impressione di fare qualcosa .

Alla faccia del quotidiano massacro legalizzato di concepiti , sempre più ultimi e indifesi , a tutela dei quali invito tutti ad aderire alla nostra iniziativa tramite il nostro sito www.no194.org , unendosi agli oltre 15 000 cittadini che si sono iscritti alla nostra organizzazione , che comprende l’80% degli aderenti ai gruppi genericamente pro life nazionali .

Pietro Guerini – Presidente nazionale No194

Pubblicato sul web il 3-5-2013

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : PER QUALE MOTIVO LA 12 ORE DI PREGHIERA PER LA VITA ORGANIZZATA DA NO194 SUSCITA CONTROMANIFESTAZIONI

Come ogni primo sabato dei mesi dispari , si è svolta il 2 marzo scorso , dalle ore 9 alle ore 21 , la nostra 12 ore di preghiera per la Vita all’esterno del S. Anna di Torino , della Mangiagalli di Milano, dell’ospedale civile di Padova , del S. Anna di Caserta e del Garibaldi-Nesima di Catania , mentre dopo 3 giorni si è tenuta una manifestazione analoga all’esterno del S. Filippo Neri di Roma.

Il prossimo appuntamento è per sabato 4 maggio 2013 , sempre ore 9-21 .

Questo evento suscita crescenti contromanifestazioni rabbiose .

Si veda per tutte quella padovana (http://video.gelocal.it/mattinopadova/locale/padova-e-scontro-sull-aborto-davanti-all-ospedale/9549/9561., la meglio documentata a nostra disposizione .

Ora , per quale motivo la nostra protesta suscita questo tipo di reazioni ?

1 ) Da escludere dovrebbero essere le modalità scelte .

La preghiera è una pratica adottata in mille altri eventi in tema di difesa della Vita ed è atto pacifico per antonomasia , nella sua straordinaria carica spirituale e nella sua assoluta passività fisica .

Ecco , piuttosto può essere quest’ultima ad originare paradossale aggressività , soprattutto in coloro che appartengono ad aree culturali notoriamente sensibili ad azioni eroiche ispirate alla logica del trenta contro uno , ben note a coloro che frequentavano scuole e fabbriche negli anni settanta .

Il cattolico pregante ( o meglio , orante ) viene visto come naturale interprete della logica del porgi l’altra guancia , vittima sacrificale delle frustrazioni dei suoi avversari , soggetto che si può liberamente insultare se non aggredire fisicamente e che ha delegato la funzione intellettiva al Vaticano .

Proprio il Vaticano è uno dei bersagli di questi contestatori , per quanto la nostra forma di manifestazione sia finalizzata non ad affermare un’appartenenza religiosa , ma ad indurre a riflettere sul fatto che gli abortiti non si smaterializzano , ma vengono soppressi in luoghi ben precisi , dove il profitto prevale nel modo più radicale sulla Vita umana .

Ricordo che da quando è stata legalizzata l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia , noi contribuenti abbiamo versato un minimo di 7 800 milioni di euro ( oltre 15 000 miliardi di vecchie lire ) per consentire la soppressione di nostri simili ( l’aborto è assolutamente gratuito per il privato , secondo il Ministero della Salute dal 1978 sono stati praticati 6 milioni di aborti , il costo minimo di ciascuno dei quali è pari ad € 1 300 ) .

Somme che di fatto non si sono volatilizzate , ma che hanno arricchito e di molto parecchia gente , come agevolmente intuibile anche per coloro che , consapevolmente o meno , fungono da servi di potenti lobbies .

2 ) Il motivo di queste rabbiose reazioni è rappresentato , sin troppo evidentemente , dall’iniziativa referendaria sottesa alle 12 ore , organizzate per sensibilizzare l’evento di cui siamo promotori e che auspichiamo porti all’abrogazione della 194 .

E lo si nota chiaramente ascoltando le dichiarazioni dei nostri contestatori , che in taluni casi non ci hanno ancora ben identificato , ma che stanno imparando a considerarci come un elemento di rottura rispetto al pro life che hanno conosciuto in questi decenni .

E’ finito l’antiabortismo italiano omeopatico , il pro life nella migliore delle ipotesi cattocomunista e compromesso con il potere , facilone e superficiale, talvolta furbesco ed affaristico , con i relativi cantori e “ laudatores “ , oggi emarginati in una sparuta minoranza del 20% .

Non è inneggiando genericamente e populisticamente all’ovvio ( viva la Vita , l’amore , la pace , la gioia , il cielo azzurro , il sole e il cioccolato ) che si afferma qualcosa di significativo , ma è toccando i diritti altrui , se questi diritti collidono con quelli dei più deboli .

Così come è stato legale in URSS sopprimere 6 milioni di Kulaki ( secondo Conquest , un numero superiore sostengono gli altri storici più accreditati ) in quanto piccoli proprietari terrieri e per Hitler eliminare 6 milioni di ebrei in quanto ebrei , dobbiamo far sì che al più presto nel nostro paese non sia più legale annientare altri concepiti in aggiunta a quei 6 milioni già soppressi in quanto concepiti.

Gli intelligentoni abortisti guardino quel filmato e riflettano su chi , incappucciato e no , rappresenta la loro avanguardia .

I sostenitori del liberalismo , studiando la storia , abbiano modo di rendersi conto di come sotto questo profilo i loro ideali siano stati contaminati dal marxismo , che per primo , tramite Lenin in URSS , legalizzò nel 1921 l’aborto , negando il diritto fondamentale dell’uomo , quello di nascere .

Un’ideologia radicalmente liberticida ( quindi l’opposto di quella liberale ) , non solo sotto il profilo politico , ma anche economico ( divieto di proprietà e di svolgere attività di lavoro autonomo ) e religioso ( divieto di professare e propagandare la propria fede ) , e assai predisposta alla logica dello sterminio di massa , come dimostrano i 100 milioni di sue vittime certe che si contavano nel 1989 , dato ampiamente cresciuto in questo quarto di secolo .

Così come cinicamente egoista è il femminismo , nel momento in cui rivendica il diritto di sopprimere donne già durante il concepimento ( in Italia 3 milioni dal 1978 , sempre secondo i dati del Ministero della Salute , se è vero che il 50% delle gravidanze si traduce nella nascita di una femmina ) , atto più radicalmente antifemminile di qualsiasi atto maschilista e di qualsiasi forma di femminicidio , che nella sua vigliacca brutalità non sopprime l’esistenza intera di una donna .

Chiediamo alle forze dell’ordine di salvaguardare il diritto di manifestare il nostro pensiero , riconosciuto dall’art. 21 della Costituzione , e di professare la nostra fede , in linea con il disposto dell’art. 19 della Carta , allontanando e comunque tenendo a debita distanza coloro che intendono violare questi princìpi attraverso contromanifestazioni non autorizzate , analogamente a quanto viene loro garantito in occasione delle proprie più o meno pacifiche proteste .

E chiediamo a tutti di unirsi a noi , in adesione alla nostra ferma presa di posizione contro quella legge e alla concreta e non demagogica iniziativa diretta alla sua abrogazione per via referendaria , partecipando alla 12 ore del 4 maggio 2013 e iscrivendosi a NO194 attraverso il sito www.no194.org .

Pietro Guerini – Presidente e Portavoce nazionale NO194

Pubblicato il 26-3-2013 da www.prolifenews.it

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NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO : L’AVALLO UFFICIALE DELLA CEI E NO194 , QUALE ORGANISMO CHE COMPRENDE L’80% DEGLI ISCRITTI A GRUPPI PROLIFE NAZIONALI , COME VINCENTE ANTIDOTO AL CATTOCOMUNISMO DILAGANTE

1 ) Come più volte ribadito , alla nostra iniziativa referendaria ho dato da subito un’impronta razional-giuridica e non religiosa , essendo ispirata dall’obiettivo di fondo caratterizzato non dall’evangelizzazione di un popolo ma dall’incremento della civiltà giuridica del nostro paese , che si traduce nel tentativo di assicurare una tutela giuridica ai più deboli tra di noi , i concepiti , mediante il riconoscimento del diritto di nascita .

E’ innegabile , peraltro , che tale battaglia ha un contenuto spirituale molto forte che certo non dispiace a chi come il sottoscritto , cattolico , attinse ai valori della propria fede per vivere da ragazzino come una sconfitta l’esito della prima consultazione del 1981 .

Appare , quindi , significativa la recente presa di posizione ufficiale sulla nostra operazione della CEI , pubblicata sui nostri siti , tra cui www.no194.org , attraverso il quale si raccolgono le adesioni all’operazione referendaria .

In tale nota vengono affermati due princìpi , uno generale e uno specifico , che riportiamo testualmente :

a ) “ Il Magistero della Chiesa sul doloroso problema dell’aborto richiede indubbiamente consapevolezza e impegno da parte di tutti i cittadini nel contrastare tale pratica , inaccettabile in quanto contraria al valore primario ed irrinunciabile del rispetto di ogni vita umana fin dal concepimento “ ;

b ) “ La vostra iniziativa si colloca in questo quadro di impegno condiviso , ritenendo di poter individuare nella via referendaria lo strumento più appropriato , nonostante i ben noti esiti sfavorevoli di analoghe precedenti iniziative “ .

Netta non solo la condanna dell’aborto ( che di per sé assumerebbe per qualche mente superficiale un significato esaustivo di ogni questione in materia ) , ma anche della legge che ha legalizzato , della quale , inoltre , si invoca la necessaria abrogazione e , infine e per giunta , con lo strumento referendario .

Non siamo , dunque , un branco ( molto numeroso , peraltro  oltre 14 000 persone ) di estremisti esaltati , siamo semplicemente cittadini in linea con l’orientamento anche attuale della Chiesa , che chiama a raccolta “ tutti i cittadini “ affinché si attivino nella nostra direzione .

Chi , da cattolico , non la condivide è in contrasto con l’istituzione ecclesiastica , oltreché , soprattutto , con i Pontefici .

Il 22 maggio 2003 , in occasione del venticinquesimo anniversario dall’entrata in vigore della 194 , Papa Giovanni Paolo II dichiarò : “ Non può esserci pace autentica senza il rispetto della Vita , specie se innocente e indifesa come quella dei bambini non ancora nati . “ , “ Nessuna azione per la pace può essere efficace se non ci si oppone con la stessa forza agli attacchi contro la Vita in ogni sua fase , dal suo sorgere sino al naturale tramonto “ .

Del resto nella “ Evangelium vitae “ del 1995 , il Pontefice polacco affermò inequivocabilmente che “ L’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta , comunque venga attuata , di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza , compresa tra il concepimento e la nascita “ .

Papa Benedetto XVI  , in occasione del trentennale dall’entrata in vigore della legge che vogliamo abrogare , quindi il 22 maggio 2008 , non fece certo affermazioni di tenore diverso : “ L’aver permesso di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza ha aperto un’ulteriore ferita nella nostra società. Difendere la Vita umana è diventato oggi praticamente più difficile , perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore “ , “ Da quando in Italia è stato legalizzato l’aborto ne è derivato un minor rispetto per la persona umana , valore che sta alla base di ogni civile convivenza , al di là di ogni fede “ .

Di recente , il 27 febbraio 2011 , Sua Santità ha sottolineato come “ L’aborto non è mai terapeutico, i medici che convincono le donne ad abortire le ingannano “ .

Come si può notare , la condanna espressa dal vertice assoluto della Chiesa cattolica è , del pari , rivolta non solo contro l’aborto , ma pure esplicitamente contro la legge 194 .

Circa i quesiti referendari , il nostro massimale è in linea con la posizione addirittura di Pio XII , che riteneva l’aborto legittimo solo nel caso estremo , e sempre più raro in concreto con i progressi della medicina , che dalla gravidanza o dal parto potesse derivare un serio pericolo per la Vita della donna , e il minimale con il punto 73 della stessa enciclica ora citata , che impone al parlamentare , in presenza di impedimenti ad una abrogazione totale della legge , di migliorarla .

Rispetto all’opinione agli aspiranti papi laici , che credono a sproposito di parlare a nome della Chiesa , preferisco quella dei Papi autentici e della CEI .

La quale ultima ( a differenza di quanto avvenuto nelle due precedenti edizioni della Marcia della Vita , prima della svolta abrogazionista di quest’anno ) non ci censura ( impedendoci di parlare anche per soli 10 minuti su 4 ore di conferenza a margine dell’evento ) , ma approva espressamente la nostra iniziativa .

Da oggi ogni timore interno alla Chiesa nell’appoggiarci è anche contro la CEI .

Sta , poi , al singolo componente del mondo ecclesiastico decidere se obbedire ai Papi ed alla CEI o a Don Gallo , sacerdote significativamente molto ospitato nelle tribune televisive , con interventi corredati da applausi scroscianti del pubblico in sala , sempre “politicamente correttissimo“ .

2 ) Di contro , le recenti elezioni ci consegnano un paese ancor più ( se mai possibile ) dominato da una classe dirigente ispirata a princìpi laicisti più che laici o solo nominalmente cattolici .

Mentre qualche illuminato pro life spera in un’abrogazione parlamentare della 194 , di fatto sono rappresentati nelle due camere due partiti laico-moderati , uno di sinistra ed uno populista di estrema sinistra , che candiderà Dario Fo come Capo dello Stato ( e le cui celebrate aperture a Casa Pound hanno riguardato un movimento favorevole al diritto di scelta della donna in materia di aborto , alle unioni civili e forse anche al matrimonio omosessuale ) .

Il che non potrà che aver ripercussioni sul piano dell’attività legislativo-parlamentare .

Lo strapotere di questa classe parlamentar-culturale ha contaminato anche parte di coloro che , per professata fede , dovrebbero difendere valori ( civici o religiosi ) assoluti come quello della sacralità della Vita , secondo una commistione ibrida presente da tempo in Europa e anche nel nostro paese .

Mentre la coscienza popolare nazionale è ancora caratterizzata da una genuina sensibilità verso valori assoluti , religiosamente o civicamente intesi , gli ambiti culturali e di potere sono gestiti in modo pressoché omogeneo da quella classe dirigente .

Anche il prolife nazionale ha ampiamente risentito di questo vento , prima che esso venisse perentoriamente spazzato dall’esplosione della nostra organizzazione , che , con 14 000 iscritti , comprende l’80% degli aderenti a gruppi dichiaratamente rientranti nell’area .

Da cui il carattere esilarante dell’asserzione secondo cui noi saremmo isolati all’interno dello stesso pro life italiano .

E si badi bene , un conto è aderire al comitato per la pace , la vita , l’amore , il sole , il cielo azzurro ( partecipando alle relative marce ) , un conto è agire in vista di un evento concreto ( referendum abrogativo di una legge ) rispondente ad un progetto definito in dettaglio .

Tanto più quella definizione è specifica , tanto più si moltiplicano i distinguo , basti pensare a quelli ( sia pur numericamente irrilevanti ) insorti a seguito della presentazione da parte nostra addirittura dei quesiti referendari .

Chi aderisce a NO194 sa perfettamente cosa vogliamo e dove vogliamo arrivare .

Quindi non vi può essere adesione più inequivocabile e significativa .

Orbene , quando mi sono approcciato a questo mondo ho trovato segni indelebili di un relativismo di stampo cattocomunista stridente con il carattere assoluto e non ibrido che riveste in sé la difesa della Vita umana dal suo stesso concepimento e , come visto , con la posizione della CEI .

Come definire altrimenti la presidenza di Scienza e Vita assegnata alla allora parlamentare del Pd Binetti o l’appoggio ricevuto da ambienti pro life dalla candidata ultrabortista di sinistra Mercedes Bresso alla presidenza della regione Piemonte ?

E , in seguito , come definire il relativismo politicamente corretto sulla 194 affermato a chiare lettere in passaggi di articoli da noi più volte menzionati da colui che è stato descritto come l’organizzatore delle prime due edizioni della Marcia per la Vita , finalizzato anche ad ottenere la partecipazione all’evento di politici ( tra cui quella celebrata della stessa on. Binetti , guarda caso , ancora lo scorso anno ) , come rivelato nel corso di una conferenza del giugno 2012 ( la cui registrazione è riportata su You Tube ) da uno dei fattivi organizzatori romani di quella Marcia ?

Quella impostazione domina buona parte della stampa sedicente cattolica e condiziona i comportamenti di parecchi tra coloro che quei valori assoluti in teoria dovrebbero difendere , timorosi delle reazioni che una loro difesa coerente o soprattutto concreta può suscitare .

Da parte nostra abbiamo provveduto a bonificare con quella coerenza e concretezza un ambito che grazie a tale azione da pro life sta diventando antiabortista , quindi abrogazionista , non esistendo un antiabortismo che non sia abrogazionista , come da dizionario .

Di qui , ad esempio , le recenti dichiarazioni della portavoce della Marcia stessa , ora dichiarata aperta a tutti e ispirata ad un’abrogazione della 194 , e di qui la nascita di una rivista che sostiene la nostra linea , pubblicando non a caso i nostri pezzi .

Rimangono isolati e , comunque , nettamente minoritari i relativisti etici e coloro che , magari pur dichiarandosi tradizionalisti , tra irrisione degli individui per le loro caratteristiche naturali e confusione tra disgrazie umane e castighi divini , nulla hanno compreso di questo scontro interno al pro life nazionale , in attesa che qualcuno gliene spieghi il contenuto .

3 ) Per concludere , a titolo strettamente personale , in vista del Conclave , auspico l’elezione di un Pontefice ( quali potrebbero essere gli arcivescovi di New York Timothy Dolan o di Boston Sean Patrick O’Malley , quest’ultimo un cardinale cappuccino ) che per nazionalità ed origine possa favorire l’espansione della religione cattolica nel territorio della prima potenza mondiale ( almeno tra quelle in cui non è vigente l’ateismo di stato ) e lo smantellamento del regime di apartheid che la comunità cattolica ( ormai maggioritaria ) subisce a casa propria in una delle 4 regioni dell’isola verde .

Sicuramente , in ogni caso , verrà effettuata una scelta qualificata e di grande spessore .

Pietro Guerini – Presidente e Portavoce nazionale NO194

Pubblicato il 28-2-2013

 

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