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TRA GLI ORGANIZZATORI DELLA MARCIA QUALCUNO NON HA ANCORA DIGERITO LA SVOLTA UNITARIA E ABROGAZIONISTA : CHI STRAPARLA DI NO194 PRENDA ESEMPIO DI COERENZA E COMPATTEZZA , IL CASO FRANCESCO AGNOLI

Scriviamo questo pezzo con la piena consapevolezza che esso sarà censurato dal circuito dei siti pro-life nazionali ( o , molto più difficilmente , che verrà riportato solo a seguito di tale premessa per smentirmi ) , che danno viceversa ampio spazio ad ogni pezzo che viene pubblicato contro NO194 e il sottoscritto .

Chi volesse applicare il diritto di replica , che dovrebbe essere basilare per coloro che operano nel campo giornalistico , potrebbe liberamente pubblicare questo pezzo , il che non avverrà .

Ho preso atto in questi giorni di una polemica insorta , a margine dell’ultima Marcia , tra gli altri due leader ( cattolicissimi , come il sottoscritto ) dei movimenti pro life che ho incontrato a Giussano il 2-2-2013 , con repliche e controrepliche .

Trovo positivo che un cattolico non si limite a sorridere di fronte a tesi diverse dalle quelle in cui crede , ma replichi e controreplichi , il dibattito arricchisce le coscienze , il silenzio le inaridisce .

In particolare , il fondatore del comitato V. e V. , scissionista dal MPV , ha invitato a diffidare dalle imitazioni , con riferimento a manifestazioni future del secondo movimento , ed ha contestato il vistoso richiamo con pettorine gialle alla campagna “ Uno di noi “ fatto da aderenti a quest’ultima organizzazione che hanno partecipato al recente evento romano .

Dato atto che questa campagna , nel merito , è dal sottoscritto ritenuta non condivisibile per le ragioni già più volte esposte , ma che si è lasciata libertà ai nostri iscritti di aderire ad essa e di contribuire anche alla raccolta delle firme ( cortesia per nulla ricambiata e per la quale non abbiamo ricevuto alcun ringraziamento ) , trovo sin troppo evidente che la presa di posizione nei confronti del MPV , la quale pur proviene da una fonte di orientamento più vicino al nostro , sia del tutto stridente con le dichiarazioni rese il 17 gennaio scorso dalla portavoce della Marcia , riportate anche nel mio ultimo pezzo .

La drssa Coda Nunziante , come noto , ha affermato in tale occasione per la prima volta la natura non solo abrogazionista , ma pure unitaria dell’evento ( così , in particolare , in risposta alla domanda n. 4 : “ Sul nostro sito leggerà che la “ Marcia per la vita “ è aperta a tutti , senza preclusioni di ordine politico o religioso “ ) .

Un superamento dell’inziale vocazione della Marcia , organizzata non per la Vita ma contro il Movimento per la Vita ( ricordate le foto comparative pubblicate ancora lo scorso anno dal direttore di Riscossa Cristiana , preso dall’ansia di contarsi , per usare sue parole , della sala Nervi semivuota? ) , non a favore dell’abrogazione della 194 ma in nome di un pro life generico e demagogico .

In pratica , la matrice dell’evento è ora abrogazionista , ma chiunque appartenga al pro life nazionale voglia intervenire alla manifestazione è libero di farlo , perché la Marcia è aperta a tutti , ferma restando quell’identità , del tutto inedita rispetto al passato ( abbiamo riportato testualmente le inequivocabili dichiarazioni di segno opposto del prof. Agnoli solo di 13 mesi prima , che indicava nella legge un optional del tutto irrilevante rispetto all’orientamento culturale di un popolo e al fenomeno dell’aborto in generale ) .

Parole evidentemente non digerite dall’entourage della portavoce , se è vero che il fondatore-presidente del comitato V. e V. , dopo che la sua organizzazione non aveva aderito alla prima Marcia per ragioni critiche identiche alle nostre , che pur partecipiamo a qualsiasi manifestazione pro life , è entrato a far parte dell’organizzazione dell’evento capitolino , significativamente , vista la sua diversa matrice rispetto al passato .

Lo stesso atteggiamento critico , anzi astioso , è , come sempre , riscontrabile nel recente intervento del prof. Agnoli verso NO194 , uno storico censore della nostra iniziativa , alla quale egli da subito ha cercato di non dare alcun spazio nonostante la sua oggettiva natura antiabortista , dopo aver scritto per anni fiumi di inchiostro contro il fenomeno dell’interruzione volontaria di gravidanza .

Scalzato per un attimo il suo portavoce ufficioso Paolo Deotto dal suo incarico , egli ( che si permette persino di citare Gesù a sostegno delle proprie tesi , tra l’altro interpretando in modo del tutto arbitrario e distorto le sue parole , al punto che , se si fosse osservata tale sua interpretazione di esse , il cristianesimo sarebbe oggi poco più che una setta ) , interviene in prima persona per attaccare la nostra organizzazione , con il disordine tipico della squadra di bassa classifica che , subito il goal , nel tentativo di raggiungere il pareggio , si espone con offensive disordinate a continui contropiede avversari .

Agnoli , che non accetta inspiegabilmente che si riportino sue frasi testuali , con tanto di testo integrale del suo articolo linkato , quasi si vergognasse del proprio pensiero , ha in questi giorni dichiarato che il referendum è una chimera , dovendo , a suo avviso , prima di affrontare tale iniziativa , verificarsi una svolta culturale nel paese e non avendo noi i mezzi economici per intraprenderlo .

Egli , prima di perdersi in disquisizioni sociologiche in parte ovvie ( la cultura dominante è a favore della 194 ) e in parte poeticamente fumose ( occorre scaldare i cuori e convertire le coscienze ) , cita il seguente passaggio : “Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? 29 Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: 30 Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. 31 Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila...” (Lc, 14, 2930) .

In pratica egli sostiene che prima di intraprendere un’iniziativa referendaria occorrerebbe avere in tasca i fondi necessari per affrontare questa operazione .

Anzitutto Agnoli non sa nulla della nostra iniziativa e delle coperture delle quali potremmo usufruire .

Ma , anche a prescindere da ciò e pure se fossimo degli squattrinati come lui auspica , alla pari di ogni fervente attivista del partito radicale , è evidente a chiunque che se non si raccolgono le adesioni ad un’operazione non si possono ricevere i fondi , dagli aderenti , se autofinanziata , o da terzi .

E le fondamenta che egli evoca sono proprio queste : le adesioni .

Chi può coprire anticipatamente i costi di un’iniziativa ( per il cui successo è indispensabile avere il 50% dei voti favorevoli su un numero di votanti che superi il quorum della metà più uno degli elettori ) di cui s’ignori la consistenza , in termini di consenso e di militanza , che dev’essere tale da garantire anche solo la positiva raccolta delle firme , preliminare alla consultazione ?

Consenso , tra l’altro , che noi abbiamo ottenuto e che lui non sa neppure cosa sia .

Egli scrive , con riferimento ad una nostra lettera interna rivolta agli iscritti e non a lui , che in quanto tale dovrebbe dunque essere coperta da riservatezza , circostanza che egli come giornalista , non so se pubblicista o meno , dovrebbe ben conoscere : “ Questa volta il presidente della No 194 non azzarda la solita solfa del passato, quando ogni mail conteneva l’affermazione più o meno esplicita secondo cui la No 194, cioè Guerini, costituirebbe il più grosso movimento pro life italiano. Le 40.000 persone presenti alla marcia, convocate non certo da lui, infatti, scoraggiano affermazioni trionfalistiche del genere “ .

A parte l’attendibilità delle cifre richiamate ( del tutto ufficiose e sovrastimate , comprensive di stranieri , bambini e infanti in carrozzina , sicuramente anche dal sottoscritto particolarmente apprezzati ma che di fatto non si potrebbero iscrivere a nessuna organizzazione ) e il ruolo di convocatore di coscienze che egli molto generosamente si attribuisce , Agnoli dimostra di non sapere cosa sia un movimento e di non sapere cosa sia la Marcia , a riprova di quanto sia un evento che non lo riguardi o non lo riguardi più e del quale comunque non comprenda la natura .

In quella famosa intervista datata 17 gennaio 2013 , la drssa Virginia Coda Nunziante , portavoce dell’evento , in risposta alla domanda n. 5 “ Il successo dello scorso anno non vi spinge a creare un nuovo Movimento per la Vita in Italia ? “ ha dichiarato testualmente : “ Non abbiamo assolutamente questa intenzione . In Italia esiste da oltre 30 anni un Movimento per la Vita e ci auguriamo che continui ad esistere , anche perché in esso abbiamo tanti amici e collaboratori ; auspichiamo che sia meglio compresa la necessità di grandi manifestazioni pubbliche in difesa della vita . Noi siamo nati proprio per supplire a questa lacuna del mondo pro-life italiano , ma vogliamo limitarci all’organizzazione periodica di queste manifestazioni : dalla netta denuncia pubblica verrà lo spostamento culturale e da questo il mutamento legislativo per la vita . E’ per questo che la nostra struttura giuridica è quella di un Comitato ( affermazione inesatta , giuridicamente , in quanto non dirimente ndr ) e non di un’associazione . Esistiamo in funzione dell’evento concreto che organizziamo , ma lasciamo ad altri amici il compito di sviluppare con altre iniziative la difesa per la vita in Italia “ .

Una smentita testuale , categorica ed inequivocabile .

Del resto la pretesa di tesserare i partecipanti ad una manifestazione aperta a tutti sarebbe già di per sé contraddittoria e fuori luogo .

A prescindere dal fatto che , come intuibile , il 12 maggio erano presenti diverse migliaia di nostri stessi iscritti ( che non hanno per ciò aderito ad altre organizzazioni né hanno revocato al propria iscrizione a NO194 ) , un conto è portare a Roma qualche migliaio di persone a fare una Marcia (vale a dire una passeggiata) generica , come lui voleva fosse , e non abrogazionista , come gli è stato imposto , in uno scenario straordinario e a prezzi stracciati , un conto è avere un seguito alle proprie idee .

La storia ci insegna che il prof. Agnoli ha aderito :

a ) al MPV , nel quale , dopo anni di opposizione interna , non è riuscito a costruire una corrente critica neppure con la consistenza dello 0,1% , se è vero che tutta la classe dirigente è stata di nuovo confermata all’unanimità lo scorso anno ;

b ) al comitato V. e V. , che ha valutato criticamente la “ sua “ Marcia il primo anno con ragioni analoghe alle mie ed ha appoggiato nel merito la mia proposta referendaria , contestando sul piano tecnico i quesiti proposti sulla base di ragioni già respinte in termini di incostituzionalità dalla Consulta nel 1981 , lasciandolo in posizione isolata in entrambe le occasioni .

Egli ,. inoltre :

c ) ha costituito da anni una sua organizzazione che ha un numero di iscritti a dir poco trascurabile ;

d ) ha organizzato una Marcia contro il MPV e NO194 genericamente pro life , per poi essere costretto in minoranza a sopportare una trasformazione dell’evento in unitario e abrogazionista che nulla ha a che vedere con quello che lui aveva progettato .

Il professore, quindi , non cerchi la pagliuzza nell’occhio altrui ma prenda atto della trave che alberga nel suo , se è vero che , nel campo pro life , non riesce a portare a termine nulla che egli condivida che abbia una qualche consistenza e solidità .

E quanto alla derisione , per l’appunto , Agnoli si preoccupi delle sue incoerenze , che lo portano ad alterarsi con chi riporta testualmente sue frasi che , evidentemente , non vorrebbe aver scritto .

Egli non sa cosa significhi fondare un’organizzazione solida con 17 000 aderenti ed esserne a capo , mantenendone coerentemente inalterate tutte le caratteristiche , essenziali e marginali .

Un comitato ( alla pari di un partito , un movimento , un’associazione ) ha tre problematiche di fondo : indirizzo , obiettivo da conseguire in relazione a quell’indirizzo , organizzazione .

I primi due elementi ( abrogazionismo referendario ) sono già condivisi in partenza dall’iscritto , in quanto non solo sono riportati a chiare lettere più volte nel modulo di adesione ( che nessun partecipante alle marce compilerà mai ) , ma analizzati in dettaglio nel manifesto riportato sul nostro sito e che il neoiscritto approva nella sua adesione on line .

Il terzo , poi , è rimesso alla discrezione dei comitati locali , ferma restando l’unitarietà di manifestazioni di respiro nazionale come la 12 ore e l’obbligatorietà di passaggi legislativamente disciplinati dalla normativa referendaria , il che esclude possibilità di contrasto .

Coerenza , dunque , e , non a caso , solidità .

Coerenza perché non solo non potrò mai smentire me stesso , ma perché nessuno al nostro interno potrà mai contestare una linea che è inequivocabile , a differenza di quanto sta avvenendo tra gli organizzatori della Marcia .

Solidità , se è vero che in due anni , nonostante i molteplici attacchi esterni , dimostrabili perché avvenuti attraverso articoli pubblicati sul web , sono uscite 9 persone su 17 000 iscritti , tra cui un informatico e una pensionata che si sono improvvisati costituzionalisti , un medico che ha dichiarato che l’aborto ha arricchito non suoi colleghi ma avvocati senza scrupoli , un paio di amici del direttore di Riscossa Cristiana e pochi altri.

A proposito della rivista , sulla quale ho scritto in passato , il cui direttore chiede oggi un contributo economico , capisco e non dubito che si debbano sostenere delle spese per essa , che almeno in parte potrebbero essere coperte da mezzi discreti acquisibili in 4 anni di vita , ma la gratuità degli articoli ( da me sempre osservata a suo tempo ) rende la necessità di tale contributo molto ridotta rispetto alle esigenze che dobbiamo affrontare noi per organizzare l’evento referendario , come sottolinea il nostro storico avversario , che gufa contro di noi alla pari di Bonino e Pannella .

Se volete sostenere economicamente un’iniziativa , dunque , non dimenticatevi di chi persegue un obiettivo concreto che davvero potrebbe dare una svolta , culturale e non solo , al nostro paese .

E , ancor prima , aderite alla stessa tramite il nostro sito www.no194.org , quello ufficiale di NO194, che costituisce non solo il più grosso movimento pro life nazionale , ma pure quello che conta più dell’ 80% degli iscritti ai movimenti dell’area .

Il referendum è di fatto l’unico strumento che può determinare il venire meno della legalizzazione dell’aborto , introdotta in Italia nel 1978 , il resto sono solo mere chiacchiere o auspici .

Se aspettiamo le svolte culturali emergenti ( unioni civili , matrimoni tra persone dello stesso sesso e adozioni a favore di single o di soggetti non coniugati ) , senza comprendere che proprio una campagna referendaria a breve aprirebbe inevitabilmente un dibattito serio nel paese sul tema , il futuro sarà sempre più duro , irrimediabilmente .

E , in generale , se anche alla fine si subisce una sconfitta , meglio chi combatte e perde , rispetto a chi si limita a criticare , proponendo , nella fattispecie , iniziative nella migliore delle ipotesi interlocutorie e limitandosi a contemplare una sconfitta costante alla nostra civiltà quale deve considerarsi la 194 , legge che legalizza la soppressione di un concepito .

Rinviare “ sine die “ una contesa significa rassegnarsi alla sconfitta .

E la rassegnazione è la ratifica della sconfitta , in quanto la rende definitiva .

Pietro Guerini – Presidente nazionale No194

Pubblicato sul web il 23-5-2013

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LA PRIMA MARCIA PER LA VITA ABROGAZIONISTA : ABROGAZIONE DELLA L. 194 PER VIA VERBALE , PARLAMENTARE O REFERENDARIA ? IL CASO PAOLO DEOTTO

Una premessa .

Scriveva ancora il 2 dicembre 2011 , del tutto legittimamente , vivendo in un paese per nostra fortuna democratico , colui che è stato costantemente individuato dal direttore di Riscossa Cristiana Paolo Deotto come l’artefice dell’evento : L’esempio è sempre quello della Croazia : con la legge abortista comunista , invariata da anni , e con una martellante campagna di educazione e di propaganda pro life sulla vita del nascituro , sulla sua dignità , sul senso del matrimonio etc . gli aborti sono diventati pochissimi . Senza toccare la legge , che un giorno , si spera , verrà abolita del tutto . Oggi un movimento pro life ha questo grande compito : non è oggi in grado di abrogare la 194 , per esempio , con un referendum “ .Quindi legge 194 irrilevante , referendum non solo utopistico , ma in concreto del tutto inutile , in quanto diretto ad abolire un elemento inutile .

Per i più diffidenti , ecco il link dell’articolo : http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2049

Questo passaggio è stato da me ripreso più volte nei mesi successivi per rimarcare le distanze esistenti tra un certo pro life e l’antiabortismo , che , come da dizionario , presuppone l’abrogazione delle leggi che autorizzano l’interruzione volontaria di gravidanza .

Abrogazione come elemento essenziale di una battaglia a favore della Vita nascente , nella consapevolezza del carattere culturale che la legge assume presso l’opinione pubblica

Il Deotto , invece di indignarsi con il suo amico per non averlo scelto come correttore di bozze , si è scagliato quasi quotidianamente ( con l’ausilio di un sito come Corrispondenza Romana , che si rifiuta di pubblicare le mie repliche , in violazione di un diritto comunemente riconosciuto ) contro il sottoscritto , negando il contenuto di quelle parole , evidente per chiunque e corredato per giunta da un esempio per renderlo più comprensibile , che non credo certo siano state pubblicate senza osservare le raccomandazione classica di ogni buona insegnante elementare ( “ Rileggete bene prima di consegnare “ ) .

Del resto è una buona compagnia , perché se Deotto insulta gli omosessuali in quanto tali ( manco fosse un ragazzone palestrato ) , il direttore del sito amico ( al di là della demonizzazione che dichiarazioni di esponenti cattolici può ingenerare ) Roberto De Mattei attribuisce ad eventi tragici come lo tsunami ( dichiarazioni del 21-3-2011 ) il carattere di un castigo divino che si abbatte su un popolo ( tra l’altro civilissimo ) per punirlo di chissà quali colpe , dimostrando entrambi un senso ed uno spirito di carità cristiana alquanto discutibili .

Va da sé che il 7 gennaio 2013 è stata pubblicata sul web un’intervista rilasciata dalla portavoce della Marcia per la Vita 2013, nella quale quest’ultima ha dichiarato testualmente :“ La Marcia per la Vita non è solo una festa per la Vita. Si tratta anche e soprattutto di esprimere la nostra protesta contro l’uccisione degli innocenti, che in Italia è stata legalizzata dalla legge 194 del 22 maggio 1978. Il nostro rifiuto dell’aborto, e della legge che lo legalizza, è totale, senza eccezioni e senza compromessi. Questo è il principale denominatore comune di chi si ritroverà a Roma il prossimo 12 maggio. L’aborto è un tema etico che ha una chiara proiezione politica ed è anche sul piano politico che vogliamo incidere, lottando per abolire la 194 “ .

A seguito di questa intervista , non ho potuto far altro che rimarcare la sconfitta della linea relativista nella concezione della legge e la svolta abrogazionista ai vertici della Marcia , da me tanto auspicata e provocata per lavorare bene in occasione dell’edizione di quest’anno , che , grazie all’apporto di miei diversi validi iscritti , è stata sicuramente proficua .

Abbiamo percepito un’aria nuova , il superamento di quel relativismo che ha caratterizzato il pro life nazionale di questi 30 anni , per come praticato dal MPV , organizzazione a cui quell’autore è significativamente iscritto e che pure è stata la lodevole artefice del primo referendum del 1981 ( e che , in quanto tale , merita sempre uno storico rispetto ) , in contrasto con le tesi più moderate per come sopra testualmente riferite e documentate .

In questa Marcia ci siano trovati bene , sia alla luce di quella inedita vocazione abrogazionista , che rappresenta , unitamente alla scelta referendaria , il nostro marchio di fabbrica sin dal momento in cui ci siamo costituiti , sia , ancor prima , perché il comitato NO194 raccoglie oltre l’80 % degli iscritti a gruppi pro life in senso lato .

Del resto , Coda Nunziante dichiaro in quell’intervista :“ La Marcia per la Vita è innanzitutto un momento di incontro pubblico di tutte le associazioni, gruppi, famiglie, singoli individui che costituisce la vasta e variegata realtà pro-life in Italia “ , attraverso cui si vuole incidere “lottando per abolire la 194 “ .

Eppure il pasdaran Detto ( cha non ha certo la riconoscenza quale sua principale qualità , ne parli pure direttore ) ha cercato alla vigilia della Marcia ( in linea con una condotta che persegue tuttora ) di studiare soluzioni di fatto che rendessero per noi difficile il clima con una serie di articoli contro la mia persona , nei quali ha dimostrato e dimostra di ignorare l’abc della riservatezza , che dovrebbe ben conoscere vista la funzione , se non la professione , di giornalista che intende svolgere.

Prima dell’evento di domenica scorsa , infatti , a corredo del suo ripetitivo sermone critico , dapprima ha cercato di sobillare i presenti contro il sottoscritto pubblicando una sua foto fattami non so in quale occasione , non trovandone ( non a caso ) una sola sul web ( chi vuol fare del protagonismo diffonde le sue foto ovunque ) .

Il che , tra l’altro , ha positivamente agevolato la mia identificazione da parte di alcuni tra i numerosissimi iscritti presenti e tra i nostri nuovi aderenti .

Successivamente , egli ha attaccato un passaggio di una mia circolare interna ( come lui stesso l’ha definita) agli iscritti ( dunque non a lui diretta , stante la sua presa di distanza da NO194 nella quale scrisse di non riconoscersi più ) , in cui definivo la Marcia di quest’anno “ la prima espressamente abrogazionista“ e della quale cancellerei solo l’avverbio espressamente , riportato troppo generosamente .

Nel merito , il continuo peregrinare delle sue convinzioni trova plausibilmente la propria ragione proprio nella sommarietà delle sue valutazioni , nelle quali dimostra di non saper cogliere aspetti tutt’altro che trascurabili di un fenomeno .

Il direttore di Riscossa Cristiana ( sito che deve moltissimo alla sterminata serie di contatti del Prof. Piero Vassallo , condirettore e uomo di grande cultura ) , dopo essersi pentito di aver sostenuto un candidato della Lega e prima di essersi pentito di aver appoggiato Silvio Berlusconi ( dato per cotto e invece più vivo che mai ) e , successivamente , Magdi Allam ( che ha conseguito alle ultime politiche un risultato molto deludente , del quale , peraltro , non mi rallegro affatto pur nella mia apartiticità ) , ha iniziato un’offensiva per lui controproducente contro NO194 , nella quale pure si era riconosciuto , negando furiosamente un mutamento di indirizzo tanto pacifico da parte della Marcia , per giunta senza che la questione lo riguardi direttamente e facendosi gli affari altrui

In buona sostanza , un conto è condividere una tesi ( il che può aprire un legittimo dibattito pubblico ) , un conto è negare il fatto della sua esposizione , tanto più che dovrebbe essere il diretto interessato a fornire l’impossibile prova della non imputabilità a se stesso delle sue affermazioni sopra virgolettate .

Come un adolescente può invaghirsi di una coetanea diversa ogni giorno , a seconda del proprio colore o taglio di capelli , trascurando le caratteristiche essenziali e profonde della sua persona , egli ritiene del tutto insignificante che si dichiari per iscritto e pubblicamente che una legge non assume rilievo ma solo l’orientamento di un popolo , oppure che si affermi , all’opposto , di sostenere la necessità di abrogare una legge o addirittura si agisca in tal senso ( NO194 ) , riconoscendo la valenza culturale della legge medesima sull’orientamento sociale, così è per lui meramente simbolico che un comitato vanti 100-300 iscritti dopo 10-15 anni o ne conti 17 000 conseguiti quasi totalmente in poco più di 2 , come se il consenso non fosse il sale della democrazia e l’indice del successo di una qualsiasi iniziativa .

Un successo frutto di coerenza , concretezza e lavoro ( anche duro ) di molti .

Non solo ma , ben lungi dall’aver tratto insegnamenti quanto meno dalla sua storia recente e dall’aver svolto una riflessione al riguardo , egli , convinto di essere incisivo , attacca a destra e manca , sparando giudizi ed esponendosi a brutte figure .

Aveva per una volta azzeccato il cavallo vincente , l’ha scaricato nel momento stesso in cui stava esplodendo , per sostenere tesi che vanno dal pro life omeopatico ( abbasso l’aborto , chissene frega della legge ! ) all’abrogazionismo fantomatico e fuori dal mondo ( speriamo che il prossimo parlamento abroghi la 194 , scrisse prima dell’ultime politiche , quando negli ultimi 32 anni non si è individuato un solo parlamentare abrogazionista ) .

Dato atto che l’abrogazione di una norma non può essere ottenuta in sé criticando la stessa , tale utopistica via è stata evocata anche dalla portavoce della Marcia , che in quell’intervista precisò ulteriormente : “Esistiamo in funzione dell’evento concreto che organizziamo, ma lasciamo ad altri amici il compito di sviluppare con altre iniziative la difesa per la vita in Italia. E ancora :  vogliamo limitarci alla organizzazione periodica di queste manifestazioni: dalla netta denuncia pubblica verrà lo spostamento culturale e da questo il mutamento legislativo per la vita .

La convinzione della portavoce della Marcia è quella che il parlamento possa essere costretto dalle manifestazioni di piazza ad abrogare la 194 , il che è smentito da quel pluritrentennale immobilismo e dal fatto che il nostro potere legislativo sembra sempre più conformarsi al laicismo imperante presso le assemblee e le commissioni degli organismi comunitari , peggiorando addirittura e se è possibile il proprio atteggiamento in materia .

E’ sufficiente al riguardo citare le aperture già ampiamente prospettate in materia di unioni civili e di matrimoni e adozioni non tradizionali .

In realtà , solo il popolo può abolire quella legge , utilizzando il rituale istituto di democrazia diretta che il nostro ordinamento gli mette a disposizione , il referendum , senza confidare nella conversione dei nostri politici ( interessati a non intraprendere azioni a rischio di impopolarità , che neppure condividono ) e senza esaurire il proprio impegno in manifestazioni di piazza , che debbono essere strumentali rispetto a quell’istituto , e che svolgono al più una mera funzione di sensibilizzazione dell’evento referendario .

Di qui la necessità di aderire alla nostra iniziativa , tramite il sito www.no194.org , l’unica concretamente diretta ad abrogare in modo fattibile la legge 194 , non a caso di portata tale da riunire quasi tutto il pro life nazionale .

Pietro Guerini – Presidente nazionale NO194

Pubblicato il 14-5-2013

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LA CAMPAGNA “ UNO DI NOI “ : IL FASCINO DISCRETO DELL’INUTILITA’ E L’OPPORTUNITA’ DI UN NUOVO REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194

In più zone mi viene segnalata da tempo da nostri iscritti una volontà degli esponenti locali del Movimento per la Vita di distinguere con orgoglio la propria iniziativa , ritenuta particolarmente illuminata e degna di considerazione , da quella referendaria , che caratterizza il nostro comitato e che per primo esso ha intrapreso nel 1981 , per poi decidere che i concepiti nati negli anni successivi non fossero altrettanto meritevoli di tutela.

Al solo fine di fare chiarezza , mi trovo costretto ad analizzare comparativamente le due diverse iniziative , affidandomi al diritto e non alla passione , pur ribadendo lo storico rispetto che nutro verso un’organizzazione che ha il merito di aver promosso il primo referendum , per poi perdersi nei meandri della politica e delle battaglie simboliche .

Va premesso che la campagna “ Uno di noi “ è finalizzata ad ottenere “ la protezione giuridica della dignità , del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree di competenza UE nelle quali tale protezione risulti rilevante “ .

Tale campagna , che implicherebbe un’estensione della capacità giuridica del concepito , viene presentata come idonea a produrre effetti anche decisivi sul diritto di aborto , ma è chiaramente del tutto anacronistica per almeno quattro ragioni .

1 ) STRUMENTO SCELTO

Essa si traduce in una petizione .

Si ricorre alle petizioni quando si vuole informare un organo al quale spetta in via esclusiva il potere decisorio di un’opinione espressa dal popolo .

Ecco che la società civile si presenta ai piedi del potere con il cappello in mano , chiedendo di essere ascoltata .

Il cestinamento della petizione è pressoché automatico perché un organo non rinuncia alle proprie attribuzioni .

E quel cestinamento è forse pure giustificato , perché una petizione non è mai rappresentativa della volontà della maggioranza del popolo , essendo il numero di firmatari sempre inferiore al 50% del numero complessivo di cittadini .

Con il referendum , di contro , strumento di democrazia diretta e a suffragio universale , il popolo decide e il potere prende atto della sua decisione autonoma , avendo come unica alternativa un accordo anteriore alla consultazione con i comitati promotori, ipotesi già esclusa nel nostro manifesto : nessun accordo sulla pelle del nostro prossimo .

2 ) COMPETENZA DELL’ORGANO DESTINATARIO DELLA PETIZIONE

Le istituzioni comunitarie sono del tutto incompetenti a decidere sul diritto di aborto .

Il principio è stato ribadito più volte dalla stessa Corte di giustizia , ricordo per tutte la sentenza del dicembre 2010 che ha deciso sulla azione esercitata da tre donne ( una di origine lituana ) contro l’Irlanda , rea di costringere le proprie cittadine ad espatriare per interrompere la gravidanza .

Competenti sono i singoli stati .

Non a caso ogni paese ha la propria legislazione , che muta in modo drastico anche in una medesima zona del continente ( la differenza tra stati nordici e l’isola verde è radicale , significativa tra Polonia e nazioni dell’est ) .

Di qui la necessità di agire in àmbito nazionale , come avviene con la nostra iniziativa referendaria .

3 ) ORIENTAMENTO DI MERITO DELL’ORGANO DESTINATARIO DELLA PETIZIONE Anche in caso contrario , lo stadio scelto per giocare la partita è veramente il più sfavorevole a livello planetario .

Già l’Europa rappresenta la culla del laicismo mondiale , il che rende patetiche certe lezioncine vagamente sociologiche su come la società italiana sarebbe inadeguata a recepire un’iniziativa come la nostra , quando il nostro paese rimane uno dei 4-5 più cattolici ( quelli presso i quali , di regola , sono in vigore le discipline più restrittive del fenomeno abortivo ) del continente .

Non solo , ma le sue istituzioni costituiscono una garanzia di conservazione di questi princìpi .

Chiunque cerca di opporsi a questo orientamento viene eliminato dall’agone politico .

A quelle istituzioni cercano di omologarsi le nostre , che peraltro sono già tanto orientate a favore della 194 che il parlamento non ha presentato in oltre un trentennio un solo disegno di legge diretto anche solo a riformare in senso restrittivo quel testo .

4 ) CONTENUTO DELLA PETIZIONE

Incrementare la capacità giuridica dell’embrione non significa per nulla limitare il diritto di aborto .

Essa , anzi , è totalmente ininfluente sul contrario diritto di interrompere volontariamente la gravidanza , se è vero che l’art. 462 c.c. , entrato in vigore nel 1942 , riconosce già la capacità di succedere al concepito che nasca nei 300 giorni successivi al decesso del marito della madre , ma ciò non ha impedito l’entrata in vigore 36 anni dopo della 194 .

Corte Costituzionale e Corte di Cassazione hanno evocato un necessario contemperamento tra opposti diritti ( di nascita del figlio e della salute della madre ) , peraltro del tutto inesistente , se è vero che la donna può liberamente abortire nei primi 90 gg di gravidanza per qualsiasi motivo e , si badi bene , ciò addirittura anche se perfettamente sana e , quindi , in assenza di un suo diritto alla salute da tutelare in concreto .

Ciò premesso , un’iniziativa oggettivamente inutile in sé può essere utilizzata con qualche finalità ?

Nel paese di Macchiavelli sicuramente sì , ancor più che altrove .

Ciò non vale certo per i cosiddetti politici cattolici , che non sostengono più neppure le battaglie simboliche , preoccupati come sono di non giocarsi la carriera , con buona pace di coloro (particolarmente confusi) che attendono fiduciosi un’abrogazione della 194 per via parlamentare .

Ma se fossi un religioso più preoccupato di non suscitare polemiche che di difendere i valori della mia fede , che stanno alla base della mia scelta di vita , non solo inviterei i fedeli ad appoggiare la campagna “ Uno di noi “ , ma condannerei o censurerei quella referendaria , chiaramente pericolosa per i miei fini , anche se non saprei cosa rispondere se mi venissero letti passaggi inequivocabili della Evangelium Vitae o mi venisse ricordata la recente esortazione di Papa Francesco ( che nel settembre dello scorso anno si è prodigato contro un ammorbidimento della discreta legislazione argentina in materia di aborto ) ai giovani ad intraprendere battaglie ideali anche impopolari .

Analogamente mi comporterei se fossi titolare di un giornale , una radio o una Tv di area cattolica bisognosi di finanziamenti , pubblici o privati .

Meglio una battaglia inutile e politicamente corretta che una efficace ( per quanto impegnativa ) e compromettente , l’importante è dar l’impressione di fare qualcosa .

Alla faccia del quotidiano massacro legalizzato di concepiti , sempre più ultimi e indifesi , a tutela dei quali invito tutti ad aderire alla nostra iniziativa tramite il nostro sito www.no194.org , unendosi agli oltre 15 000 cittadini che si sono iscritti alla nostra organizzazione , che comprende l’80% degli aderenti ai gruppi genericamente pro life nazionali .

Pietro Guerini – Presidente nazionale No194

Pubblicato sul web il 3-5-2013

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